Loredana Lezoche: “Ripartire dai giovani per costruire una città vivibile”
Qual è il motivo del suo ritorno in politica, dopo la lunga pausa successiva alla candidatura al Senato nel 2018? «Dopo la bellissima esperienza della candidatura al Senato nel 2018, mi sono resa conto di quanto fosse difficile e complesso fare buona politica. Quella che ti mette al servizio dei cittadini e del territorio Per questo ho deciso di prendermi del tempo per comprendere come servire al meglio questa causa. In realtà, se proprio vogliamo dircela tutta, non sono mai stata ferma. Ho continuato a spendermi in favore di quello in cui credo e sento di lottare e battermi». In quella occasione lei si candidò con il Pd, oggi c’è un cambio di fronte nel passaggio alle liste a sostegno di Tommaso Minervini? «Nel 2018 mi sentivo molto in linea con le idee PD e accolsi con molto entusiasmo la richiesta del Governatore Emiliano, a cui sarò sempre grata, di candidarmi. I risultati furono molto lusinghieri riuscendo ad ottenere a Molfetta il 22,25% delle preferenze. Oggi, a distanza di 5 anni, non mi rispecchio più nei pensieri di quel partito. Oggi sostengo chi è più vicino alle mie idee e a quello che immagino possa essere necessario alla mia città. Secondo me Tommaso Minervini ha lavorato bene. Condivido il suo disegno di città ma credo che siano necessari altri 5 anni per completare quanto di buono sia stato avviato». Lei è conosciuta come imprenditrice di successo, donna dinamica e sportiva sempre in campo, quale ruolo pensa di poter giocare in politica e qual è il valore aggiunto? «Sono pronta ad entrare in campo, con la solita grinta e determinazione che tutti mi riconoscono, mettendo a disposizione della mia comunità le esperienze e competenze maturate in campo sportivo a favore delle strutture e società sportive, in campo ambientale per migliorare la qualità di vita di Molfetta e infine posso dare il mio modesto contributo rispondendo ad alcune necessità della zona industriale che tutti ci invidiamo». Molti ricordano il fortunato periodo della sua presidenza all’Associazione imprenditori di Molfetta. Cosa chiedono oggi gli imprenditori all’amministrazione comunale? «La mia esperienza alla presidenza dell’Associazione Imprenditori è stata un’avventura bella ed esaltante. Ho avuto l’onore di conoscere tante persone il cui unico scopo era lo sviluppo della propria azienda e il benessere dei propri collaboratori. Non sono molte le richieste che gli imprenditori molfettesi chiedono all’Amministrazione Comunale. Tra queste troviamo ad esempio una migliore pulizia delle strade e delle aree a verde, maggior controllo della sicurezza dell’intera area industriale, un distaccamento di Polizia Urbana, un plesso sanitario di primo soccorso, un ufficio comunale per il disbrigo veloce delle pratiche. Sono tutte necessità velocemente realizzabili realizzando un tavolo tecnico tra imprenditori e uffici comunali». Altra sua esperienza di successo è stata l’organizzazione dell’evento della tappa del Giro d’Italia a Molfetta il 13 maggio del 2017. Da allora la città non ha vissuto alcun evento della stessa rilevanza. Perché è mancata la capacità organizzativa dell’epoca oppure perché si è spenta la voglia di promuovere la città a livello nazionale? «Assolutamente no. Ritengo che dopo il Giro di Italia un altro evento importante portato positivamente a termine, e proprio da quest’amministrazione, è stato quello che ha riguardato la visita del Santo Padre. Tra qualche giorno saranno ben cinque gli anni trascorsi da quel Giro d’Italia. Lo porterò per sempre nel mio cuore ricordando l’importanza avuta da tutta l’organizzazione. Mi riferisco al comitato che ebbi la fortuna di presiedere, al lavoro di tutte le agenzie e le associazioni, alla disponibilità dei dipendenti comunali nessuno escluso. Tutti uniti a supporto della realizzazione di un obiettivo comune: riportare Molfetta lì dove merita di essere. Con l’organizzazione di quella tappa del Giro di Italia abbiamo rappresentato l’eccellenza accompagnando ben 29 eventi collegati. Quando Molfetta viene chiamata tutti rispondono e questo è un dato di fatto. Purtroppo a volte quello che manca è un coinvolgimento trasversale e condiviso per far intendere che tutto si può fare e realizzare. Noi Molfettesi abbiamo l’abitudine di esordire spesso con quel pronome tipico del nostro dialetto “Ai” (io), mentre dovremmo mettere maggiormente in evidenza quel senso di appartenenza, privilegiando il “Neu” (noi). Non dimentichiamo, infine, i due anni di pandemia, che hanno fermato molti progetti ed iniziative». Che giudizio dà della vicenda “Appaltopoli” uno scandalo che pesa e peserà ancora sulla città e sulla sua ripresa? «Essendo garantista, ritengo che bisogna attendere che la giustizia faccia il suo corso. E’ chiaro che, qualora dovessero essere accertati degli illeciti, quelle persone devono esser punite. Su questo non c’è alcun dub- bio. E’ stata un brutta parentesi per la no- stra città. Non è bello veder macchiato il nome della nostra Molfetta. Tuttavia, non conoscendo i fatti, non avendoli vissuti in prima persona, mai mi permetterei di espri- mere dei giudizi». Di cosa avrebbe bisogno Molfetta per decollare definitivamente e venire fuo- ri dalla fase di stagnazione in cui si trova? Quali sono le priorità secondo lei? «Molfetta ha bisogno di ripartire dai giovani e dalle nuove generazioni che animano la nostra città. E’ proprio da loro che bisognerebbe ripartire se si vuole costruire una città vivibile. Per fare dei cambiamenti ci vogliono dei tempi. Non è possibile rinno- vare una città in pochi anni soprattutto se si ereditano situazioni molto problematiche. Nella macchina amministrativa i tempi burocratici non permettono di far decollare tutti i progetti messi in campo velocemente. Per questo dico che sono necessari almeno altri 5 anni. Con questa Giunta sono state messe le basi. Sono stati recuperati e portati avanti progetti importanti come quello del Porto Commerciale e turistico che darà una svolta epocale alla città e al commercio. Si sono messe a punto opere pubbliche che mancavano da molti anni. Ritengo importante portare avanti ogni tipo di progettualità che ruoti intorno al turismo e alla nostra marineria. Solo così sarà possibile dare un nuovo impulso al settore del commercio. Inoltre si deve assolutamente considerare tutta la parte che riguarda la qualità di vita. Siamo posizionati logisticamente bene, ma mi piacerebbe vedere una città più vivibi- le dove giovani e meno giovani possano ritrovarsi ognuno con le proprie peculiarità. Non dobbiamo inventarci nulla è sufficiente ispirarsi a quelle esperienze dei paesi e delle città che hanno affrontato e vinto brillantemente queste sfide».