Lo "scempio" di Torre Calderina a Molfetta: una lettrice scrive a “Quindici”
MOLFETTA – Una lettrice scrive a “Quindici” per denunciare quello che ritiene uno "scempio" realizzato a Torre Calderina a Molfetta con la realizzazione di un “torrino” sopra la torre. La Sovrintendenza ai monumenti è al corrente di questo scempio? E le associazioni ambientaliste?
Ecco la sua lettera: «Tutte le città che si rispettino sono caratterizzate da elementi culturali o architettonici. San Gimignano, ad esempio, è conosciuta come la città delle torri. Sono 72 le torri trecentesche che si stagliano in cielo, facendo assumere alla città uno skyline unico.
E così anche Bologna con le sue due torri, Garisenda e degli Asinelli, anche loro medioevali e tante altre città.
Molfetta, nel suo piccolo, si caratterizza per i suoi "torrini" che però, a differenza delle altre città, non sono antichi ma di recente costruzione.
Dopo quello che abbiamo apprezzato qualche anno fa accanto alle cupole del Duomo, che hanno dato all'antica chiesa un tocco di moderna architettura, ora è spuntato come un fungo un altro torrino alla Torre Calderina, di recente ristrutturata.
Scusate la mia velata ironia ma è l’unico modo per provare ad "accettare" che un edificio storico pugliese venga così maltrattato da farne perdere completamente la sua bellezza originaria.
I tecnici che hanno provveduto a tale scempio forse si giustificheranno adducendo che era l'unico modo per accedere in sicurezza al tetto della torre.
Ma per quale motivo si dovrebbe accedere al tetto ? Per stendere la roba come si faceva un tempo? Per vedere meglio le stelle, come se salire per 10 metri ci fa avvicinare di più agli astri?
Non mi meraviglierei se fra un po' vedremo un gazebo o una scritta luminosa tipo “pizzeria Oasi Torre Calderina”.
Ho aspettato a scrivere questa mia lettera, sperando che qualche associazione ambientalista - più qualificata di me - denunciasse tale abuso ma niente è successo, come per tanti altri.
Tempo fa un mio amico definiva Molfetta "la Periferia dell'Universo".
Non aveva torto. Ormai non ci resta che piangere».
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