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“Lo chiamavano impunità”, Travaglio per i 10 anni di “Quindici” Il giornalista più temuto d'Italia presenta il suo nuovo libro a Molfetta ed è un successo
15 febbraio 2004

E' una fabbrica di San Domenico stracolma quella che accoglie il giornalista Marco Travaglio per la presentazione del suo ultimo libro, scritto insieme al solito Peter Gomez: “Lo chiamavano impunità”. (nella foto, da sinistra: il moderatore Federcio Pirro, Marco Travaglio e Mino Salvemini, segretario cittadino dei Ds). E pensare che le premesse erano delle peggiori, con polemiche pretestuose e autolesioniste da parte di esponenti Diessini di Bari che hanno spinto affinché i compagni di partito molfettesi, “boicottassero” la manifestazione o quantomeno dissociassero il nome del Partito dall'iniziativa. Ma i Ds di casa nostra, che hanno collaborato nell'organizzazione della serata, che si inserisce nel ciclo di iniziative organizzate dall'Associazione culturale “Via Piazza”, editrice del nostro giornale, proprio per festeggiare i 10 anni di “Quindici”, hanno resistito a queste pressioni ed alla fine hanno avuto ragione. Ed è proprio un impeccabile quadro di presentazione del tema, condotto dal segretario della sezione molfettese dei Ds, Mino Salvemini, ad aprire la serata che inizia proprio con i chiarimenti relativi alla polemica sollevata da Travaglio nei confronti del centro sinistra in un recente convegno, polemica da cui è nata anche la “richiesta” dei Ds di Bari. “Non sono qui a raccontare favole… il centro sinistra quando era al Governo non ha fatto cose che avrebbe dovuto fare” (una fra tutte la legge sul conflitto d'interessi), “…e ne ha fatte altre che non avrebbe dovuto fare” (il riferimento, qui, è alla Bicamerale), “…se dovessimo tornare al governo per proseguire su quella strada… bè a me non interessa”. E' questo in sintesi il pensiero di Travaglio, un pensiero che oggettivamente è difficile non condividere. Messe alle spalle quindi le masochistiche polemiche, la serata è diventata palpitante e per più di due ore le argomentazioni di Travaglio, in particolare quelle tese a smontare la difesa di Berlusconi nel caso Sme, hanno catturato l'attenzione di tutti anche dei molti costretti in piedi dalla limitatezza della sala. Gli scenari aperti, per molti inediti, a causa dell'informazione deviata del nostro Paese, raccontati con una pungente ma attenta capacità oratoria, avevano non solo il fine di far conoscere la reale situazione delle vicende giudiziarie di Berlusconi, ma anche quella di far capire a tutti il livello di distorsione che oggi i mass media impongono alle notizie. “Bisogna cercare dei canali di informazione alternativi che facciano conoscere alla gente, ciò che la televisione volutamente non dice”, è questa una delle esortazioni del Delfino di Montanelli ed è per questo che in questo numero cercheremo di riassumervi i punti del suo j'accuse. Profondo e passionale anche l'intervento di Federico Pirro, uno degli “epurati” della nuova gestione Rai e ormai ex-giornalista di Rai Tre Puglia. “Se a livello nazionale c'è gente come Travaglio che prova a smascherare le menzogne dei mezzi di comunicazione a livello locale è difficile trovare gente che abbia il coraggio e la forza di combattere i poteri forti”. Un coraggio che, ci si perdoni l'autocelebrazione, in 10 anni a “Quindici” non è mai mancato e questo incontro è solo una piccola conferma. Fabrizio Fusaro
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