Libera Molfetta: seminiamo fiducia e speranza
Obiettivo coinvolgere sempre più la comunità sui temi della legalità, della giustizia, dell'uguaglianza
Franca Carlucci, referente presidio Libera Molfetta "Gianni Carnicella"
MOLFETTA – Ripartire con sempre maggiore entusiasmo e impegno dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia, che ha limitato le iniziative pubbliche in presenza: questo l’intento dei volontari del Presidio Libera “Gianni Carnicella” di Molfetta, che hanno promosso un’assemblea aperta alla cittadinanza.
Proprio in vista del trentennale dell’omicidio del sindaco Carnicella, i volontari hanno deciso di incontrare coloro che sinora hanno collaborato e sostenuto le attività ma anche e soprattutto i cittadini che vorrebbero impegnarsi in prima persona.
L’obiettivo è stato non solo quello di fare il punto sulle azioni realizzate in questi anni e sui progetti più immediati, facendoli conoscere a una platea più vasta, ma anche di raccogliere proposte per future iniziative che possano coinvolgere l’intera cittadinanza.
Del resto, la cronaca mostra come la nostra città non sia più l’isola felice (ammesso che lo sia mai stata) che una narrazione troppo ottimistica ha disegnato per lungo tempo. C’è, dunque, molto spazio per un volontariato che si impegni nella formazione e nell’educazione alla legalità portando la comunità a svilupparsi secondo giustizia, uguaglianza, rispetto della dignità, della libertà. Temi, questi, cari a Libera ma soprattutto sono temi che rappresentano gli scudi più efficaci contro pratiche e metodi mafiosi che troppo spesso soffocano il tessuto economico di tante città.
Non a caso, in vista delle prossime elezioni amministrative, il presidio di Molfetta, in sinergia con quelli di Giovinazzo e Terlizzi, intende riprendere il codice etico promosso dall’Azione Cattolica qualche tempo fa, dandogli ancora maggiore respiro e chiedendo a ciascun candidato di sottoscrivere impegni precisi.
Si stanno, inoltre, scaldando i motori per commemorare Gianni Carnicella, che il 7 luglio 1992 venne assassinato sul sagrato della chiesa San Berardino. «Ci siamo chiesi se ci fosse una reale memoria del sindaco Carnicella – ha sottolineato Franca Carlucci, referente del Presidio Libera di Molfetta – A 30 anni dalla sua morte si sente la necessità di recuperarne la memoria. Il progetto è quello di rileggere la sua figura, comprendere come, divenuto primo cittadino, abbia avuto in sé qualcosa che ha cambiato la sua visione. Ha cercato di impostare un cambiamento, si è trovato solo e ha pagato con la vita il suo intento».
Libera lavorerà sui “segni”; per coinvolgere i più giovani, molti dei quali, forse, non conoscono cosa sia accaduto trent’anni fa, è stato già predisposto un percorso per le scuole secondarie di primo grado (scuole medie) mentre è in fase di programmazione quello per le scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori).
Nella discussione non sono mancate riflessioni sulle criticità riscontrate in questi anni, in primis la mancanza di una sede (il presidio è realmente “itinerante”, riunendosi, di volta in volta, in strutture parrocchiali messe a disposizione dalle comunità ecclesiali). Ma il problema più pressante, quello che interroga maggiormente, è il gap generazionale, ossia la difficoltà di coinvolgere i giovani nel volontariato attivo (per la verità, un vuoto che accomuna quasi tutti gli ambienti).
Probabilmente occorre creare una maggiore interazione, i giovani hanno bisogno di essere coinvolti in maniera più concreta, con i loro linguaggi, con i loro strumenti, con le nuove tecnologie (sapientemente utilizzate). Fondamentale, a tale scopo, rimane la sinergia con la Scuola e le altre agenzie educative.
I volontari stanno già instaurando una rete di collaborazioni con altre associazioni e altre realtà presenti nel territorio, ritengono importante raggiungere le periferie, mobilitare le coscienze. Per raggiungere questi obiettivi è necessario l’impegno di tutti, nessuno escluso.
Libera vuole crescere a Molfetta, promuovendo la campagna associativa “Seminiamo fiducia e speranza”.
Le potenzialità ci sono, non lasciamole sfiorire.
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Autore: Isabella de Pinto