Legambiente e le scelte urbanistiche per il Pug
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione» (art. 9 Cost.). Tutela e protezione dell’ambiente sono oggi un’esigenza di primaria importanza, anche se a Molfetta la cementificazione continua a erodere fette di territorio. Proprio per questo motivo, il Circolo di Legambiente Molfetta in una conferenza alla Sala Turtur ha iniziato a definire le priorità per il futuro Piano Urbanistico Generale (PUG), come fissato dal Documento regionale di assetto generale (DRAG). «Le scelte urbanistiche di Legambiente considerano le prescrizioni dell’Autorità di Bacino (dopo la sentenza del Tribunale Superiore della Acque Pubbliche, l’amministrazione Azzollini è ricorsa alla Cassazione impugnando la sentenza) ma anche i dati oggettivi del territorio, dell’economia e della popolazione di Molfetta - ha spiegato Cosimo Roberto Sallustio, presidente del circolo -. Il nostro obiettivo è evitare la riproposizione delle errate previsioni espansionistiche dei due precedenti Piani Regolatori, lasciando il posto a scelte che riportino il miglioramento della qualità della vita, con interventi di riqualificazione del centro abitato e la realizzazione di servizi necessari ai cittadini». IL CONSUMO DI SUOLO Secondo Legambiente, per valorizzare i terreni agricoli e tutelare paesaggio e è necessario arrestare consumo di suolo. Anche le oscure e quanto mai dubbie vicende nella costruzione del nuovo porto impongono una moderazione nella revisione necessaria del suo Piano Regolatore. «Occorre chiudere la politica arrogante e devastatrice delle grandi opere infrastrutturali e rilanciare la realizzazione di opere ecologicamente sostenibili, opere di utilità sociale, piste ciclabili e ponti pedonali, insieme ad altre infrastrutture di mobilità e di trasporto - ha commentato il prof. Vito Copertino, ordinario di Ingegneria Idraulica all’Università della Basilicata -. Occorre concentrarsi sulla manutenzione dell’esistente. C’è bisogno di una variante del Piano Regolatore che porti a una città fatta di servizi e spazi verdi e non solo costruzione di case». «L’odierno Piano Regolatore è nato nel 2001 e dovrebbe dunque risolversi nel 2016 - ha aggiunto l’arch. Nicola Poli -. Se facciamo un passo indietro nel tempo ovvero nel 2001 ci rendiamo subito conto che decresce la popolazione in controtendenza con l’espansione territoriale di Molfetta». IL PIANO DEI SERVIZI Interventi di riqualificazione del centro abitato sono oggi indispensabili, come una definitiva redazione di un Piano dei Servizi che individui i servizi per la città, valuti la consistenza di quelli già esistenti e la necessità di ampliamenti, censisca le aree e gli edifici disponibili, definisca un piano economico di intervento e rediga un piano di assetto e ricollocazione, distinguendo tra servizi territoriali di città e di quartiere. Fondamentale anche la manutenzione di parchi, giardini, piazze e aree libere, oltre all’uso delle aree in edificate, spesso volutamente abbandonate in attesa di una nuova destinazione urbanistica più vantaggiosa per la proprietà fondiaria. Essenziale dovrà essere la riqualificazione dei quartieri di periferia, attraverso la redazione di piani particolareggiati e di recupero, garantendo l’applicazione degli standard e la realizzazione dei servizi mancanti. COSTA E LAME Da non sottovalutare la tutela della costa, con particolare attenzione all’Oasi WWF Torre Calderina, colpita da forti fenomeni di erosione marina e lambita dalle zone industriali e commerciali di Molfetta e Bisceglie (oltre alla problematica degli scarichi a mare dei reflui). Priorità anche alla rinaturalizzazione delle lame. Importante sarebbe il ripristino del percorso attivo e della loro sezione di deflusso di piena, facendo ricorso a opere di ingegneria naturalistica e/o argini in pietra, anche con il recupero di strutture antiche. In questo modo, sarà possibile restituirne il valore paesaggistico, riservando la funzione unicamente idraulica alla costruzione ex-novo di limitati e inevitabili tratti diversivi di canale artificiale e al ripristino della officiosità dei sottopassi e tombinature, esistenti al di sotto di attraversamenti stradali e ferroviari. IL VERDE PUBBLICO In questi anni di amministrazione Azzollini, molti hanno dimenticato le funzioni ecologiche e sociali delle aree verdi urbane che, ad esempio, rendono gradevole e accogliente l’aspetto cittadino e creano luoghi di svago e benessere. Oggi, il verde ha un ruolo di secondo piano nella pianificazione e nella strutturazione degli ambiti urbani e ancor più in attività edilizie che privilegiano la cementificazione. Perciò, occorre razionalizzare le attività di manutenzione e immaginarsi nuovi strumenti, passando da un’impostazione dei servizi gestita per settori a una gestione integrata per razionalizzare tutte le attività in modo da ottimizzare i tempi e ridurre gli sprechi economici, a beneficio dell’ordine cittadino. Inoltre, la realizzazione e la riqualificazione di ampie cinture verdi permetterebbe di avere a disposizione un polmone naturale in grado di migliorare la qualità di aria e clima dando alla città una struttura di grande valore naturalistico, ecologico e sociale
Autore: Andrea Saverio Teofrasto