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Le scarpe buone e il sentiero di montagna. L'ex sindaco Paola Natalicchio: restiamo in campo per difendere la citta dal disastro di Minervini e Azzollini
19 giugno 2017

MOLFETTA – L’ex sindaco di Molfetta Paola Natalicchio interviene nel dibattito politico, dopo un lungo silenzio successivo al risultato elettorale e conferma il suo impegno per la città contro il disastro delle due destre Minervini e Azzollini.

«Il risultato elettorale di domenica scorsa fa un po' tremare i polsi, ma dopo qualche giorno di riflessione dobbiamo avere il coraggio di leggerlo, per farne tesoro e andare avanti. E' successo quello che non doveva succedere: un ballottaggio tra due destre, una con dentro il Pd e l'altra senza. Un ballottaggio tra due candidati che vendono alla città una carta simile: l'esperienza, ostentata come opposizione ostinata all'innovazione e alla gioventù. E vedono il futuro in un modo simile: grandi opere, espansionismo edilizio, testarda ambizione di "mediare tra gli interessi", cedendo il passo al ritorno dell'intreccio tra politica e affari. Vanno al ballottaggio due candidati sotto scacco: Tommaso delle tante finte "liste civiche", che hanno preso più voti di lui, col rischio di tenerlo per le redini per anni; Isa del sempreverde senatore, che tenacemente si ripropone alla guida della città dopo un decennio di disastri. In questo braccio di ferro tra il vecchio e il vecchissimo le sinistre sono state ridotte all'opposizione.

Lo sforzo generoso di Gianni, lo scatto d'orgoglio di Bepi, il protagonismo di Leonardo non sono bastati a insidiare il ritorno dei conservatori al governo di Molfetta. In questo risultato ciascuno di noi si guarda, come davanti allo specchio. Non siamo stati capaci di unire le forze, questa volta, contro l'insidia di un arretramento generale. Le dimissioni del 2016 non sono diventate patrimonio comune di dignità e non hanno generato alcun meccanismo di collettivo riscatto. La città ha scelto altro. E domenica prossima la città sceglierà il meno peggio della restaurazione. Sperando di trovare stabilità e pace, col rischio di indietreggiare pesantemente e ripiombare nell'instabilità e nel disimpegno.

Molti di noi resteranno a casa o voteranno scheda bianca. Perché è iniziata una stagione nuova, tutta in cammino e certamente in salita. La stagione della ricostruzione di un progetto alternativo di città che torni a essere unitario, credibile, radicato, vicino ai bisogni. Un progetto di governo che disegneremo in controluce e controvento, marcando stretto il prossimo sindaco provvedimento dopo provvedimento e continuando a portare in consiglio comunale la nostra voce, le nostre proposte, la nostra idea di città.

Grazie di cuore a tutti quelli che hanno ancora creduto in me e in noi, nonostante i nonostante. Metto nello zaino tutte le cose che ho imparato negli anni da sindaco e in questi mesi di campagna elettorale da candidata al consiglio comunale. E indosso le scarpe buone, quelle che servono per i sentieri di montagna. Andiamo in cerca di altezze, d'altronde. E a chi sperava che ci saremmo fatti da parte anche stavolta rispondiamo con serenità che restiamo in campo comunque, anzi più convintamente di prima. Senza stancarci e senza ritirarci in panchina o sugli spalti. Molfetta va difesa. E con la pazienza dei giardinieri, tra spine taglienti e erbe infestanti, continuiamo ad annaffiare il futuro con il nostro servizio e il nostro impegno. Avanti Molfetta. Ce la faremo anche stavolta».

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Egregio Tommaso Gaudio, stai facendo solo confusione, una enorme confusione. Sei tu a leggere male e, forse, anche a scrivere male. Io - e non tu - ho scritto di sollevazioni popolari e tutto il resto a riguardo le dimissioni della Natalicchio, perchè' ai Consigli Comunali non vota il popolo ovvero coloro i quali hanno dato fiducia alla Natalicchio, bensì maggioranza e opposizione. La Natalicchio a quel punto si è trovata in minoranza anche con la sua stessa maggioranza, cosa fare? Dimettersi! Ripeto: poteva chiamare la sollevazione popolare? (Vedi Gaudio, lo scrivo ancora, non dico che lo scrivi tu) Immolarsi come un agnello sacrificale per rispettare il suo mandato? Questo si dovrebbe riuscire a capire, posso anche sbagliarmi in quanto ci sarebbero state altre vie, personalmente non le conosco, dico solo che bene fece la Natalicchio a dimettersi e senza tradire il suo mandato popolare. Al contrario, con le sue dimissioni si sono capiti "imbrogli e voltafacce" ancora in atto. Resti fermo sulle tue, nessuno penso e credo, pretende di deviarle, però non devi attribuire a nessuno ciò che nessuno scrive, non atteggiarti al "so tutto mi". Concetti da chiarire ne abbiamo tutti, ma nessuno pretenda che il suo chiarimento sia quello giusto e unico. Ci si confronta senza la pretesa di "verità". Un caro saluto. In politica - in questo preciso caso "politichese" quindi ancora peggio - non è facile giungere a punti condivisibili, chi vince governa e chi perde fa' opposizione come meglio o peggio crede. A questo punto il popolo può solo fare da "spettatore" in attesa delle prossime elezioni.


Dunque, la mia opinione, che non rinnego minimamente - perché l'ho elaborata, come si dice, a ...sangue freddo (anch'io, al momento ho condiviso l'atto di dimissioni della sindaca), alla luce di come poi si è IN-voluta la situazione politico/istituzionale a Molfetta, ho elaborato questa mia convinzione. Si parla di ...'come avrebbe potuto "continuare Paola senza i numeri necessari"' (e, che ne so, io, di come avrebbe potuto fare: sulla carta aveva il sostegno di una maggioranza di Cittadini che hanno creduto in lei e che, ne sono certo, l'avrebbero sostenuta!); si parla di 'tradimenti, di mestieranti', di sicari che colpiscono alle spalle nell'ombra, ecc. ecc.. Chi fa l'abominevole mestiere della politica - almeno qui da noi, in Italia, non può, non deve essere una "mammoletta" (con il dovuto rispetto per la sig.ra Natalicchio), proprio per le ragioni illustrate dalle opinioni espresse da chi (benvenuto) 'critica, dibatte' sulla mia opinione. Chi fa quel mestiere, fatto ANCHE di fango, di tranelli, di lealtà ostentata ma sempre interessata, di sordidi sotterfugi, di furbizie squallide, inevitabilmente dovrebbe capire che qualche schizzo può finirgli addosso; potrebbe anche 'sporcarsi'!. Sempre con il maledetto 'senno del poi', io continuo a pensare che avrebbe dovuto provare, si provare, a SNIDARE i traditori, renderli evidenti, farli uscire al cospetto della Cittadinanza, farsi SFIDUCIARE da persone (infingardi) in carne ed ossa, con tanto di nome e cognome. Lo abbiamo visto infatti, che si sono letti persino manifesti del tipo: "chi è causa del suo male, pianga sé stesso"! (autori?: MESTIERANTI CHE NON SI SONO ESTINTI, MA CONTINUERANNO A FARE DANNI). Avevano torto coloro che dichiaravano ciò? Certo che avevano torto, però, sempre nella logica della palude maleodorante della politicaccia, hanno potuto dire a TUTTI (sostenitori e - soprattutto - non) che il gesto di dimissioni,(forse) è stato ...eccessivo, prematuro, fregandosene delle conseguenze sui Cittadini! I quali CITTADINI hanno subito un anno di commissariamento, uno sbando socio-istituzionale inenarrabile, hanno rivisto vecchi "arnesi" della politicaccia nuovamente alla ribalta! Avrebbe potuto (sempre mia modesta opinione) farsi sfiduciare e RIPRESENTARSI alle elezioni: chissà, forse le avrebbe rivinte; adesso forse avremmo un ballottaggio un po' diverso. Che succederà invece, adesso? Cadremo nella "padella" del 'ciambotto minervintammacchiano' o nella "brace" che avrà certamente preparato il sig. Azzollini, con la sig.ra De Bari? A noi la scelta!!!!





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