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LE REAZIONI ALL'ARRESTO DELL'EX ASSESSORE DI FORZA ITALIA Il sindaco come Pilato se ne lava le mani: non riguarda la mia amministrazione
15 febbraio 2007

Immediate, come ovvio, le reazioni del mondo politico allo scandalo giudiziario che ha portato all'arresto di Pino Amato, consigliere comunale di maggioranza, per reati gravissimi contro la pubblica amministrazione. Il primo cittadino, Antonio Azzollini, è intervenuto a poche ore di distanza dal diffondersi della notizia con un laconico (e da taluni definito “pilatesco”) comunicato nel quale si è limitato a sottolineare come “l'unica certezza che ho è che i fatti contestati non hanno a che fare con la mia amministrazione comunale, in quanto risalenti ad un periodo precedente”. Ricordiamo ai lettori che il periodo cui si riferisce il sindaco è quello in cui Pino Amato era attivissimo militante di Forza Italia tanto da meritarsi sul campo la nomina di assessore all'Annona ed alla Polizia Urbana, nell'amministrazione di centrodestra “targata” Tommaso Minervini, su espressa indicazione del partito guidato, a livello locale, dal sen. Azzollini. Di diverso tenore il commento sulla vicenda da parte dell'assessore regionale, Guglielmo Minervini, che – con un comunicato – ha denunciato, partendo dall'episodio specifico, “la grave regressione del costume civile” che vive Molfetta e “la modalità progressivamente sempre più spregiudicata in cui si raccoglie il consenso in questa città”. “La politica – ha proseguito Minervini – ha il dovere di stabilire un condiviso argine alla degenerazione che trasforma il confronto elettorale delle idee in una sorta di mercato delle coscienze”. In conclusione, l'assessore della Margherita richiama la città, i partiti e le forze sane della società civile “a fare quello che dobbiamo fare per ripristinare una solida cultura delle regole, prima, accanto ed oltre il prezioso lavoro della magistratura”. Solidarietà a Pino Amato è stata invece espressa da Mimmo Spadavecchia (anch'egli successivamente indagato per voto di scambio, ndr), neo-consigliere di amministrazione dell'Asm e coordinatore locale dei Popolari per Molfetta, e da Ignazio Zullo, consigliere regionale e segretario per la Puglia del partito “L'Italia di Mezzo”, guidato, a livello nazionale, da Marco Follini: “Siamo vicini al nostro amico Pino – ha dichiarato Zullo raggiunto telefonicamente – e gli rinnoviamo i nostri sentimenti di stima e di fiducia. Non bisogna dimenticare che nel nostro ordinamento vige la presunzione di innocenza fino a quando non intervenga una sentenza passata in giudicato quindi, fino all'ultimo grado di giudizio, Amato è da ritenersi innocente”. “I fatti – ha proseguito il consigliere regionale – dimostrano quanto il nostro amico sia amato dalla gente. I mille voti presi alle scorse elezioni amministrative lo dimostrano ampiamente e sono sicuro che uscirà a testa alta da questa vicenda”. Si scaglia, invece, contro “la degenerazione della vita politica” Rifondazione Comunista che, in un documento di ampio respiro, si sofferma sulle responsabilità della politica, puntando l'indice sulle “svolte fin troppo disinvolte di personaggi spesso sganciati da partiti e solidi gruppi sociali di riferimento, sui metodi dubbi di raccolta di consenso in occasione delle campagne elettorali, sull'opacità dei processi decisionali e il restringimento delle sedi di partecipazione”, senza dimenticare “la commistioni tra politica, amministrazione e burocrazia” che tanti danni può nuocere. Ma i commenti più incisivi, quelli più amareggiati o più indignati, non li potrete leggere su queste pagine né in alcun comunicato ufficiale. Sono i commenti muti e silenziosi, magari espressi solo attraverso uno sguardo, di centinaia e centinaia di cittadini, di migliaia di molfettesi che si sono sentiti offesi e umiliati da una vicenda dai contorni squallidi che, in un modo o nell'altro, coinvolge tutti.
Autore: Giulio Calvani
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