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Le Quattro Giornate di Napoli tra storia ed arte (I parte)
10 settembre 2007

NAPOLI - 10.9.2007 La Mostra esposta nei locali dell'ICSR, curata da Giulia Buffardi e Salvatore Lucchese (con l'apporto e la consulenza di Maria Ferrara e Francesco Soverina) risponde ad una duplice esigenza: ricostruire il contesto degli eventi storici evocati dai disegni di Raffaele Lippi e proporre, dal punto di vista didattico, un rapporto interdisciplinare tra storia ed arte, tra storia nazionale e storia locale. E' già da anni che l'ICSR si è impegnato nella realizzazione di mostre fotografiche e documentarie che toccano i punti salienti della storia del Novecento (antisemitismo, eccidi nazifascisti, resistenza) e delle Quattro Giornate di Napoli, di cui è stata approntata la mostra Dal fascismo alla Liberazione tra storia ed arte, che ricostruisce gli avvenimenti della Resistenza napoletana, contestualizzandoli in un prima e un dopo. In seguito alla donazione da parte degli eredi, Francesca Lanni e Antonio Memoli, all'ICSR di dieci disegni del pittore Raffaele Lippi, si è pensato, di comune accordo, di documentare gli anni della storia d'Italia – dallo squadrismo (1919) alla caduta del regime (1945) – ripercorsi pittoricamente dall'artista partenopeo. Le fonti utilizzate (giornali, foto diapositive ecc.), tratte direttamente dall'Archivio fotografico e dalla Biblioteca dell'Istituto, testimoniano alcuni drammatici passaggi della nostra storia, che videro la dissoluzione dello Stato liberale e l'affermazione del regime fascista sino alla sua tragica caduta. E' superfluo sottolineare l'importanza della conoscenza e della divulgazione dei fatti storici perché non se ne perda la memoria, in modo da scongiurare revisionismi e/o rimozioni, senza cadere in sterili e rituali celebrazioni. Si vuole così dare un contributo per arginare la ventata storiografica revisionista, che ha contribuito a sminuire il valore etico, civile e politico della Resistenza, giungendo in alcuni casi, come quello delle Quattro Giornate, addirittura a negare la veridicità degli stessi avvenimenti. L'uso pubblico e strumentale della memoria riflette e rafforza le attuali tendenze politiche dominanti, che, forti della progressiva svalorizzazione della Resistenza e dell'antifascismo quali snodi cruciali della storia d'Italia e d'Europa, tendono a minare sempre più radicalmente l'assetto istituzionale, nonché le forze sociali e le culture politiche che hanno concorso alla democratizzazione del Paese e del continente. Temi e tendenze che a livello locale si intrecciano e si complicano con il perpetuarsi, sia nella cultura comune che in quella storiografica, di un plurisecolare stereotipo su Napoli, che la vuole, insieme all'intero Meridione, una città prigioniera di una perenne arretratezza socio-economica e di un fatale immobilismo, a cui corrisponde la sua passività ed estraneità rispetto ai grandi avvenimenti storici. Così, nel caso delle Quattro Giornate, la rivolta napoletana o è stata per lo più considerata una disordinata jacquerie, frutto di anarchia e ribellismo atavici, o, in alcuni casi, sul piano storico-militare è stata fortemente ridimensionata se non addirittura palesemente negata. Salvatore Lucchese
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