Le poesie dell'orrido di Jole de Pinto all'Aneb di Molfetta
MOLFETTA - Poesia, musica e arte. L’ aria intrisa di questi tre elementi presso la sede dell’Aneb (Associazione nazionale educatori benemeriti) nel corso di un incontro durante il quale i soci dell’associazione hanno ascoltato le poesie di Jole de Pinto (nella foto a sinistra con Annella la Candia) alla presenza di altre due poetesse note nel panorama molfettese, Ada de Iudicibus e Maria Addamiano, quest’ultima anche pittrice e scultrice.
La presidentessa dell’associazione, Annetta la Candia, ha esordito con un breve excursus sulla vita della prof. ssa de Pinto che, già docente di latino e greco presso il liceo classico di Trani e di Molfetta, negli anni Novanta ha pubblicato una ricerca sul ruolo della donna nella storia. La produzione letteraria però inizia ancora prima, nel 1988 con la pubblicazione de “L’ora di dentro”, per la quale ricevette il “premio Eugenio Montale”. Seguirono diverse altre pubblicazioni tra cui “Mare Nostrum” nel 1994, grazie a cui conseguì il premio Carducci, nel 2000 “L’ora degli altri” e nel 2004 “Spiccioli di poesia”.
La poetessa ha affermato di aver effettuato una variazione sul tema della serata, in virtù del tragico episodio avvenuto quella mattina, in cui un ragazzo molfettese aveva perso la vita in un incidente. “Non posso parlarvi di gioia”, ha affermato la prof. de Pinto, che si è poi cimentata nella lettura e nella spiegazione delle sue “Poesie dell’orrido”, scritte riflettendo sugli attentati terroristici e nelle quali ha riversato dolore e angoscia. La poetessa condanna gli attentati, causa di milioni di vite spezzate, di speranze recise, di domande senza risposte, della degenerazione di un mondo brutale che vede “giovinezza contro giovinezza”, ovvero giovani attentatori contro giovani vittime. L’ascolto delle strazianti poesie della de Pinto è stato, di tanto in tanto, intervallato dalle esecuzioni di brani musicali a cura della violinista Stefania Lomolino e del Maestro Mauro Dell’Olio, pianista. I brani eseguiti erano colonne sonore note, talora più malinconiche, talora più allegre, che i presenti accompagnavano con la voce e con il battito delle mani; tra di esse vi erano brani tratti dei film “Il gattopardo”, “Il padrino”, “Il mago di Oz”, “Colazione da Tiffany” etc.
La poetessa Ada de Iudicibus, apertosi un dibattito fra i presenti, è intervenuta ricordando il dipinto di Picasso “Guernica” e lo strazio che esprime. Esso, ha affermato la stessa, per similitudine, si avvicina al percorso intrapreso della prof. De Pinto nella stesura delle sue “Poesie dell’orrido”. L’arte si rivela dunque un mezzo utile a denunciare tragedie come il terrorismo, al fine di diffondere la cultura della pace e sensibilizzare l’animo della gente. Nonostante la poesia della De Pinto sia lapidaria e le sue parole forti gravino sulla coscienza degli uditori, la poetessa esprime grande dolcezza.
Prima di congedare i presenti sulle note della colonna sonora del film “La vita è bella”, la presidentessa dell’associazione Anna la Candia ha sottolineato l’importanza di sviluppare una certa resilienza, ossia la capacità dei metalli di resistere agli urti, in tal modo è possibile resistere agli urti provocati dagli episodi di terrorismo ed essere in grado di raccontarli ai nostri figli.
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