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Latitanza della politica e assalto delle liste civiche al potere
15 giugno 2022

I l 12 giugno, in Italia, si sono celebrate le elezioni amministrative ed il referendum sulla ‘riforma’ della Giustizia. La consultazione ammi- nistrativa ha interessato ben 975 Comuni italiani, fra i quali, molti capoluoghi di Regione. Per quel che riguarda il referendum, si deve annotare che il risultato è stato un fiasco, per la semplice ragione che il quorum non è stato raggiunto. Un fallimento per i ‘promotori’ della consultazione. In conseguenza di questo, qualcuno ipotizza che l’istituto referendario, previsto nella Costituzione repubblicana forse, anche a causa di questo fiasco, in futuro possa subire un fortissimo ridimensionamento. Le elezioni per il rinnovo delle amministrazioni comunali, si sono svolte abbastanza regolarmente; alcuni episodi di… disorganizzazione – che ov- viamente hanno esasperato l’Elettorato, anche per questo, sempre più disaffezionato, distratto dal grande valore dell’atto di votare – hanno forse contribuito ad abbassare l’indice di affluenza alle urne, che si è attestato a poco meno del 55% degli aventi diritto! I risultati delle votazioni hanno ‘premiato’ alcuni schieramenti e ‘punito’ – letteralmente – altri. E’ il caso di due Partiti che, solo pochissimi anni fa, avevano sbancato: M5S e Lega (nord). In particolare quest’ultimo, il cui leader aveva scommesso molto sulla consultazione referendaria, forse più di quanto avesse a cuore i risultati delle votazioni amministrative, è risultato penalizzato. Complessivamente, quello che balza all’occhio ad urne chiuse, è che la POLITICA, in qualche modo, latita. I Partiti tradizionali sono, sì, presen- ti, ma scompaiono nella nube costituita dalla miria- de di Liste civiche difficilmente connotabili con una certa cultura civile, appunto di Partito. Dicevamo del ‘fenomeno’, sempre più appariscente delle Liste civiche: queste formazioni, di cui, in certi casi, è perfino difficile individuarne la vocazione culturale, stanno vigorosamente soppiantando i Partiti politici… tradizionali. Questo, aggravato dalla sempre maggior disaffezione del ‘cittadino medio’ ad esercitare il sacrosanto diritto di voto – giova ri- cordare che tale diritto ci fu lasciato in eredità sociale dai nostri ‘padri’ che combatterono per esso – sta rendendo il rito ‘ELEZIONI’ qualcosa di stanco, di forzato, qualcosa di cui si può fare a meno; salvo poi lamentarsi della sorte ria che ci ha dato un’Amministrazione/Governo così scadente. E’ una bruttissima piega sociale di molte realtà nazionali e che, in particolare in Italia, nessuno ancora riesce ad invertirne il decorso. Dopo ogni consultazione, l’analisi dei risultati induce i leader a diffondere i soliti, triti comunicati che, sembrano sempre più geremiadi, senza però nessun seguito concreto. In Puglia, l’analisi dei risultati, dopo la prima tornata elettorale – definitiva e risolutiva per mol- te realtà cittadine – dimostra che su 50 Comuni, sono state elette 31 Amministrazioni rappresentate da Liste civiche; 5 di area Centro sinistra; 2 di Centro destra. 12 comuni si contenderanno la vit- toria al ballottaggio che verrà celebrato il prossimo 26 giugno. A Molfetta si contendono l’accesso al Palazzo di città quattro candidati: Il sindaco uscente Tommaso Minervini, soste- nuto da ben undici liste elettorali che, verosimilmente, coprono tutto ‘l’arco costituzionale’; non è chiaro, tanta è la varietà e l’assortimento delle sigle, quale ‘cultura’ politica esprima ciascuna for- za concorrente. A tal proposito, ci si chiede, come faranno – le diverse… sensibilità – a trovare una sintesi di pensiero ed azione, se e quando la coa- lizione dovesse vincere. Come è noto, malgrado la ‘potenza di fuoco’ dello schieramento, la coalizione, quindi il sig. Minervini ha… mancato l’obiettivo di essere riconfermato al primo turno: ha totalizza- to voti validi per il 47,86%; dovrà aspettare il prossimo ballottaggio. Il sig. Pasquale (Lillino) Drago, un astro nascen- te in politica, fino a ieri sconosciuto nel ‘firmamen- to’ elettorale cittadino; magistrato, sostenuto da sei sigle un po’ più culturalmente… omogenee, tutte più o meno di Sinistra, con un gruppo del MoVimento 5 Stelle. Ha riportato un apprezzabile 23,65%, cosa che permetterà di tentare di accor- pare le altre due ‘fazioni’ (compito arduo, ma possibile, con prospettive un po’ aleatorie: vedremo), con l’obiettivo di sbarrare la strada alla rielezione del sindaco uscente. Il giovane Pietro Mastropasqua, avvocato di cultura di Destra; già assessore dimissionario – è piuttosto raro vederne uno, di assessori, che si di- mette per un’inchiesta giudiziaria che non lo ri- guarda – della Giunta in carica (allo scoppio del famoso scandalo per gli appalti, che portò in car- cere preventivo un assessore di peso, della Giunta, con altri imputati e un avviso di garanzia al sindaco medesimo). Con sei sigle anche egli, con diverse sensibilità culturali, ha riportato un lusinghiero 20,38%. Infine il sig. Giovanni Infante, medico che rappresenta, con due sigle, la Sinistra estrema. Ha riportato un 8,11%. Osservando le diverse ‘galassie’ di sigle formanti gli schieramenti in lizza, osserviamo che: La lista del sindaco uscente, come detto, è composta da 11 sigle, tutte rigorosamente a carattere civico. Sembra dunque legittimo parlare di un raggruppamento che copre ‘l’arco costi- tuzionale’. Non è possibile connotare, dunque, questa compagine, con un ‘colore’ politico. Ci si domanda pertanto, quali saranno gli obiettivi di ciascun raggruppamento e, con quale coerenza concorreranno al famigerato bene supremo della Comunità? Riusciranno, se e quando, al ballottaggio raggiungeranno l’ambita maggioranza e governare la Città, a operare una sintesi fra le diverse sensibilità e dare ai Cittadini quelle rispo- ste – tante e motivate – che da tempo vengono avanzate. Basterebbe scorrere la storia degli ultimi cinque anni; vi sono state molte realizzazioni; alcune certamente essenziali. Non tutte, come è ovvio, gradite. Perché? Molti hanno visto in queste realizzazioni, la soddisfazione di velleità personali di qualcuno, ovvero solo modi per mo- dificare – in peggio – l’assetto cittadino e, soprattutto per alimentare quel fenomeno deteriore, ma odiosamente presente che si chiama corru- zione e che ha provocato il sisma giudiziario con l’arresto di un assessore, altri indagati/arrestati e l’avviso di garanzia al sindaco. Mentre giacciono ancora senza alcuna soluzione problemi come: il decoro cittadino; la viabilità e l’educazione stra- dale; l’igiene urbana (e, qui si renderà necessaria una buona dose di ri-educazione, per convince- re coloro che pensano di essere al di sopra delle convenzioni di civile convivenza a rientrare nella comunità civile, rispettando il prossimo); una cer- ta ri-nascita del centro cittadino ormai spento; il contenimento della ‘cementificazione selvaggia’ che sta asfissiando il territorio cittadino; il completamento di opere – costosissime – che giacciono incompiute ormai da anni. La lista del sig. Drago: connotata sicuramente in area sinistra. Infatti osserviamo che delle sei forma- zioni, ben due sono di chiara matrice progressista e con la sigla del MoVimento 5 Stelle. La lista del sig. Mastropasqua: decisamente di centro-destra; infatti nelle sei sigle, spiccano Forza Italia e una lista civica ispirata a Fratelli d’Italia del- la sig.ra Meloni. Completamente a sinistra (estrema?) la lista del sig. Infante che ha come sigla principale la Rifon- dazione Comunista. © Riproduzione riservata

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