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Lac Puglia: Non migliora la gestione del verde pubblico a Molfetta
13 ottobre 2015

MOLFETTA - Per la LAC Puglia, nonostante la recente approvazione del Piano di gestione del verde da parte del Consiglio Comunale di Molfetta (documento comunque ritenuto troppo generico), la situazione della manutenzione e dell'incremento del verde pubblico in città non è migliorata. Una conferma arriva dalla recente messa a dimora di alcuni Ficus rubiginosa sulla banchina San Domenico, interessata dai lavori di rifacimento della pavimentazione al salvagente.

Al genere Ficus (famiglia Moraceae) appartengono circa 750 specie presenti in tutto il mondo, in climi caldi, tra cui Ficus carica, ossia il fico comune.

Il Ficus rubiginosa è originario dell'Australia orientale e per questo è noto anche come Ficus australis.

Raramente supera l'altezza di 10 m e altrettanti metri può raggiungere l'ampiezza della chioma; il tronco può raggiungere anche 1 metro di diametro.

Il Ficus rubiginosa spesso forma radici aeree che possono arrivare al suolo. Tra tutti i Ficus esotici è quello che si adatta meglio al freddo e alla vicinanza del mare, anche se non tollera né le temperature intorno a 0°C né i venti forti.

Al di là del fatto che questi nuovi alberi saranno sottoposti a venti di maestrale e di tramontana nonché alla salsedine ci si chiede se fosse opportuna la scelta di piantumare alberature che non hanno nulla a che fare con la nostra macchia mediterranea. 

Per Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC, questo è il risultato di un Piano del verde che dimostra di essere un contenitore completamente vuoto, che non entra nel merito dello status quo del verde cittadino, né tantomeno mette in evidenza le specie esistenti, le tecniche colturali da utilizzare ed infine le nuove piantumazioni. Va anche detto, purtroppo, che in questi ultimi anni registriamo solo tagli e non un incremento del verde pubblico soprattutto nella nuova zona di espansione che, da polmone verde, si è trasformata in una enorme colata di cemento ed asfalto.

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Casca a fagiolo o come il cacio sui maccheroni l'argomento in oggetto. Questo è il classico tema che fa vedere e credere come Molfetta sia una città fuori dal mondo: la gestione del verde pubblico. Inutile dilungarsi sulle situazioni di emergenze su tutto il pianeta ma, scrivete e fateci sapere, portateci a conoscenza chi e dove sono quei paesi e città dove incrementa il verde pubblico. Non raccontiamoci favolette, storie e storielle per arrampicarci sugli specchi. Era l'anno 1970, anno più anno meno e così si leggeva su Gaia Book: "In molte delle zone più aride del mondo, i deserti stanno avanzando a ritmo allarmante. Nelle poche aree dove ciò è naturale, definiamo il processo "desertizzazione". Ma dove è provocato dall'intervento umano, lo definiamo "desertificazione", una parola molto brutta per un fenomeno molto brutto. In realtà, non è prprio giusto dire che il deserto sta "avanzando" o che ci sta "invadendo". E' più esatto dire che una striscia di deserto in più viene "attaccata" al deserto originario. Anche terre lontane dal confine dei veri deserti subiscono un degrado, fino a diventare quasi completamente aride. I deserti raramente si espandono a causa del clima, salvo che in periodi di tempo assai lunghi.......Ogni anno circa 12 milioni di ettari si deteriorano al punto da essere inutilizzabili per l'agricoltura. Il 40 per cento di queste terre sono campi coltivati, che perdono lo stato fertile e le loro riserve di sostanza nutritive. Il resto sono pascoli talmente sfruttati, che in essi si verifica un'erosione, e la vegetazione cambia, passando dall'erba nutritiva a erbacce che perfino le capre disdegnerebbero......densità di popolazione, troppe colture, disboscamento, eccessivo pascolo e scarsa irrigazione. Terre sterili vengono disboscate e arate. Alberi e arbusti vengono tagliati e usati come combustibili. L'attività umana riduce la produttività delle terre che, troppo sfruttate, si degradano in fretta................"
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