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LAC Puglia: ancora degrado a Torre Calderina a Molfetta
27 novembre 2014

MOLFETTA - L'Oasi Torre Calderina come il vaso di Pandora che alla sua apertura riversò nel mondo tutti i mali: ebbene diversi sono gli scenari nefasti che si materializzano per chi si imbatte nel tragitto che porta alla torre percorrendo l'unica strada di accesso, in una zona che qualcuno ha ancora il coraggio di voler erigere a "riserva marina protetta".

Procedendo con ordine, uno dei problemi non trascurabile è proprio la strada che porta alla torre: soggetta da tempo a continua erosione. Attualmente gli ultimi 600 metri prima di giungere all’antica struttura risultano difficilmente percorribili con una semplice utilitari ma la strada, fra qualche anno, rischia di essere completamente inghiottita dal mare. A quanto pare, però, la scarsa viabilità di questo tratto di costa non sembra interessare agli organi competenti.
L'improbabile passeggiata non è solo scomoda ma non presenta nemmeno lo scorcio di mare e di aria salubre che ci si aspetta; del decantato profumo di mare infatti non vi è nemmeno l'ombra, sostituito da quello delle emissioni degli scarichi dei quattro depuratori ivi presenti ma anche dall'odore acre di continui roghi per bruciare copertoni.

Lo scenario paradisiaco e il silenzio da sempre attribuiti al mare sono le grandi assenze della zona: le acque non sono più azzurre e limpide ma marroni e schiumose come già più volte denunciate dalla LAC. Gli stessi attivisti solo qualche giorno fa hanno riscontrato e fotografato l'ennesima chiazza scura fuoriuscire dallo sbocco del depuratore di Molfetta. Il canto del mare e dei gabbiani sono ora coperti dallo scroscio proveniente dai bocchettoni dei depuratori che vomitano in mare qualunque forma di liquame. Le attività illecite sono sempre più frequenti.
Volgendo lo sguardo sulla terra ferma la situazione non migliora: ripetute infatti sono le colonne di fumo nero e denso avvistate di recente nella zona e proprio qualche settimana fa gli attivisti della LAC hanno allertato i Vigili del Fuoco di Molfetta che sono prontamente intervenuti per lo spegnimento di un rogo appiccato al fine di recuperare ferro e rame da vecchi pneumatici, mentre il fumo era visibile a diversi chilometri di distanza dalla zona. 

Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC Puglia, denuncia lo stato di abbandono di tutta la zona e chiede all'attuale amministrazione fatti concreti e meno operazioni di facciata.

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