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La vita? io me la gioco bene: l'azione cattolica di Molfetta contro il gioco d'azzardo
18 febbraio 2014

MOLFETTA - Azione Cattolica Italiana si mette in gioco e illustra presso la sala Finocchiaro di Molfetta il nuovo progetto nazionale, nella lotta contro il gioco d'azzardo. La presidente diocesana, Angela Paparella (nella foto), introduce quindi la nuova campagna : "Bisogna recuperare l'idea di gioco. Non c'è modo migliore per farlo se non con questo nuovo progetto, che partendo dall' ambiente parrocchiale, abbraccia più livelli fino ad arrivare a quello nazionale. Per il livello parrocchiale saranno i bambini ed i ragazzi dell'ACR a promuovere il progetto grazie a speciali braccialetti che avranno ai loro polsi. "La vita giocatevela bene"  sarà dunque lo slogan che ci accompagnerà per l'intero percorso e che sarà su ogni braccialetto. I giovani e i giovanissimi avranno invece il compito di individuare sul territorio parrocchiale gli esercizi con slot machine al loro interno, ed  invece, quali sono gli esercizi virtuosi che scelgono di non averle. Agli adulti è richiesta una collaborazione per una raccolta firme contro il gioco d'azzardo, che sta avendo successo sul territorio nazionale."

Continua don Pietro Rubini , portavoce del messaggio del vescovo , il quale fa pervenire a tutti la sua vicinanza in questa manifestazione:  "In tempi difficili e di crisi come quelli che viviamo, rischia di diffondere in maniera preoccupante il fenomeno della ludopatia. Il male, purtroppo, dilaga sopratutto in tempi di difficoltà. A causa di tale patologia tantissime persone sono immischiate in questa triste situazione, conducono una vita grana e vuota, quasi sempre trascinando nel baratro intere famiglie. Ringrazio i fautori di questa iniziativa, a cui do tutto il mio sostegno. Il gioco deve rimanere gioco finalizzato al ristoro del corpo e dello spirito , non può diventare trappola che rende impossibile la vita."

 Con i dati del monopolio di stato, la psicologa Maria Grazia Sasso illustra la situazione sul nostro territorio. I dati che sono emersi sono risultati davvero preoccupanti, e quindi c'è bisogno di sensibilizzare il maggior numero di persone. Il quadro generale al livello nazionale presenta nei grafici un trend crescente dal 2009, che ha una crescita nel 2011 poi cala ed infine cresce nel 2012. Dal gennaio del 2009 al gennaio del 2012 c'è un trend di crescita pari al 58%, quindi sempre più soldi vengono immessi nel mercato del gioco d'azzardo. Sono sorte nuove modalità di gioco che hanno attratto molto, quali slot machine e videolottery. Il 20% che viene speso in questi "giochi" viene cassato dallo Stato e dagli esercizi che ospitano le macchinette; l'80% viene erogato come vincita, ma in realtà i soldi vinti, vengono poi rigiocati e quindi corrisponde ad una finta vincita. Un indagine conoscitiva condotta da Telefono azzurro eurispes, registra che l'8% di bambini tra i 7 e gli 11 anni dichiara di aver giocato al video poker, mentre il 7% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni afferma di aver giocato alle slot machine. Per legge, il gioco dovrebbe essere accessibile solo ai maggiorenni, quindi questo dato è molto preoccupante. Il rischio nasce specialmente durante l'età scolastica. All'aumentare delle sale giochi che presentano al loro interno slot machine, cresce il numero di ragazzi che manifesta comportamenti problematici rispetto al gioco. La Puglia detiene il 9,8% di tutte le sale gioco presenti sul territorio nazionale. Nello specifico, all'interno della diocesi è aumentato il numero dei centri scommesse ed è diminuito il numero degli esercizi da gioco con le slot machine. In particolar modo bisogna prestare attenzione alla città di Molfetta con un aumento da sei esercizi a dieci, a Ruvo di Puglia da due a quattro e Terlizzi da tre a sei, per un aumento complessivo di nove esercizi. Il rischio è ancora presente, forse dalle sale giochi si sta semplicemente spostando ai centri scommesse.

 Don Armando Zappolini, il referente nazionale della campagna "Mettiamoci in Gioco" ed il presidente del CNCA, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, presenta il progetto e definisce i piccoli compiti da compiere: "Dovremo riuscire a non chiamare più questo problema ludopatia, perché la parola gioco, in questo contesto non centra niente, questo è solo azzardo. In questo modo banalizziamo solo la questione, quando il problema è molto più grande in quanto stiamo parlando di gioco d'azzardo patologico. Il gioco è invece, una cosa bella ed il problema che stiamo vivendo oggi è l'unica cosa che può annientare il gioco stesso. Tutti coloro che soffrono di gioco d'azzardo patologico, si nascondono in questi luoghi ed è così più difficile riuscire a guarire il problema. In questi posti c'è un guadagno privato in collaborazione con la politica, da cui lo Stato ne guadagna ben poco. Una cosa su cui c'è davvero molto da riflettere è che in Italia è maggiore in numero di slot machine che posti letto negli ospedali. La campagna "Mettiamoci in gioco" è la giusta risposta ad una provocazione nata nelle scuole, nelle quali è stato affermato che il senso della vita è nascosto dietro il gioco delle slot e che senza aver mai provato, non lo avrebbero mai scoperto. Il cambiamento è stato radicale, dal biliardino al flipper, siamo giunti a queste macchinette. Per questa patologia ci vorrebbero delle macchinette che ,una volta inserita la tessera sanitaria, riconoscano l'utente dipendente e proiettino sul display la scritta " vai a casa bischero". Un sistema che regolamenti il gioco e che dia il giusto tempo a questo gioco. E' un gioco legato alla fortuna, non al lavoro basato sugli sforzi e sulla volontà. Chiudo dicendo, che il vangelo è un bel modo di vivere e che essere cristiani non è contro la felicità, non è un mondo bigotto pieno di destini contorti, ma il vangelo è il giusto modo per vivere felici e per riuscire a vivere la vita nel migliore dei modi."

Chiude il coordinatore dell' Azione Cattolica di Molfetta, Graziano Salvemini, con una proposta molto interessante : " Questo è un tema che a prescindere dalla buona volontà, necessita della regolamentazione e di un controllo che solo la politica e l'amministrazione possono fare. Lavorare insieme per raggiungere un obiettivo. La nostra proposta è quella di un percorso da condividere, ovvero, chiediamo ufficialmente ai quattro sindaci della diocesi, di aderire al manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo, che è stato promosso a livello nazionale. Noi chiediamo un'adesione non solo del sindaco, ma che sia un impegno di tutta l'amministrazione, a dare tutto il loro contributo e la loro attenzione a questo progetto. Stiamo portando avanti una raccolta di firme, per una nuova legge nazionale, in modo tale da contrastare la forza del gioco d'azzardo. Una legge di riordino, che richiede grande collaborazione e tanto impegno in modo tale da garantire una maggiore informazione per chi non ha ancora ben chiara la situazione. Spero che questo interesse accresca nel tempo perché questo è un tema che sta toccando gran parte delle fasce della nostra città e noi non possiamo restare fermi."

A conclusione dell'incontro, il vice sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, ed il vice sindaco di Molfetta, Bepi Maralfa, hanno evidenziato la difficoltà del percorso, in quanto rappresenta una doppia sfida sul piano della limitazione e della questione educativa. E' un problema molto complesso da "curare" ma bisogna monitorarlo attentamente e prevenire con accurate forme di intervento.
Dovremmo quindi cercare di essere più attenti a questo nuovo fenomeno , che pian piano si sta facendo sempre più comune e si sta diffondendo con molta più facilità. Non affidiamo la nostra vita al caso o alla fortuna ma cerchiamo ,quindi, di viverla al meglio, con le nostre forze e le nostre capacità.

© Riproduzione riservata

Autore: Giambattista Palombella
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