“La vita è più forte della violenza”. Lettera aperta alla città di Molfetta dei Giovani di Azione Cattolica
MOLFETTA - Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Molfetta è scossa da una triste notizia, ormai elevata all’altare delle cronache nazionali.
Una ragazza di 14 anni, ad aprile dello scorso anno, è stata vittima di ripetute violenze sessuali da parte di un gruppo di giovani che vanno dai 18 ai 24 anni, a cui hanno preso parte anche tre minorenni.
Data la vicenda, come Settore Giovani di Azione Cattolica, che quotidianamente vive a contatto con i giovani di questa fascia di età, non possiamo non interrogarci su quanto avvenuto e su quale responsabilità abbiamo noi tutti dinanzi a tali avvenimenti. Innanzitutto ci chiediamo quanto i modelli delle veline, del grande fratello, dello sballo, del tutto e subito, del bruciare le tappe, del culto dell’apparire per poter essere, che la tv e la società ogni giorno pongono dinanzi ai nostri occhi, possano farsi largo nei nostri pensieri e attecchire lì dove questa esposizione mediatica non è adeguatamente filtrata, soprattutto nell’età della formazione, in un periodo così delicato della vita di ogni persona. È questo uno dei compiti che le agenzie educative, dalla parrocchia alla scuola, dalle associazioni sportive a quelle ecclesiali come la nostra, dovrebbero cercare di perseguire, soprattutto verso quei ragazzi che sono ai margini e che spesso sono fantasmi invisibili dinanzi ai nostri occhi.Serve una educazione all’altro, alla relazione, alla nonviolenza nei linguaggi e nei gesti. Un’educazione a 360°, che tocchi anche la sfera affettiva e la sessualità, che accompagni gli adolescenti a comprendere il peso dei singoli gesti, il valore del proprio corpo e di quello degli altri. In queste ore sui social network stiamo assistendo ad un linciaggio virtuale contro gli aggressori che adesso sembrano avere anche un nome ed un volto. La rabbia è comprensibile, accentuata dalla meschinità di un tale gesto, che risponde più alla legge del branco che a quella di una società civile. Tuttavia a questa città, che oggi grida la sua indignazione, diciamo con amarezza che, come qualcuno ci ricordava ventuno anni fa, prima che essere mostri, questi ragazzi sono nostri, frutto del nostro presente, risultato del nostro insegnamento di vita. Una riflessione, a questo punto, chiediamo anche agli adulti, che sembra abbiano abdicato al compito di essere educatori nella scuola, nella famiglia, per strada, in città, rinunciando, in nome di una cieca e comoda indifferenza, ad intervenire, correggere, indicare uno stile ed un comportamento rispettosi delle persone, dei luoghi e delle cose, che non sciupa e consuma, ma valorizza ed è attento a ciò che è dell’altro. Riteniamo fondamentale un accompagnamento anche all’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione da cui sembra essere partita tutta la vicenda, a causa della creazione di un falso profilo su Facebook. Occorre vivere in prima persona questi luoghi virtuali con un alto senso di responsabilità. Oggi l’educazione e la formazione sono chiamate a nuove sfide, a nuove frontiere relazionali, che possono essere più difficili per il mondo degli adulti, ma che, in ogni modo, sono al centro delle relazioni del mondo adolescenziale e chiedono risposte, regole e modalità corrette di gestione. Sentiamo, infine, l’esigenza di rivolgerci alla ragazza che ha subito questa orribile violenza. Ti invitiamo ad avere ancora fiducia nella vita e nelle persone. La vita è più forte della violenza. Hai avuto un grande coraggio a denunciare l’accaduto ricordando quei terribili avvenimenti e ci sei riuscita grazie alle persone che ti sono state accanto. Da questo puoi ripartire. Se guardi bene nella tua vita troverai tante persone che ti vogliono bene e seppur questa pagina della tua storia rimarrà come ferita cicatrizzata sul tuo cuore ti auguriamo, e preghiamo il Signore per questo, che tu possa trovare e vivere l’amore vero, l’amore dolce, che ti accompagna per strada tenendoti per mano, quello che fa accelerare i battiti del cuore, non per paura, ma per una gioia grande, grandissima.
Marilena Girasoli, Leonardo de Gennaro e don Luigi Caravella, Vicepresidenti ed assistente giovani dell’Azione Cattolica diocesana.