La Settimana Santa raccontata con le immagini di Mauro Germinario
È un percorso di sentimenti l’itinerario della passione raccontato da Mauro Germinario attraverso i protagonisti delle processioni della Settimana santa di Molfetta: così il direttore di Quindici Felice de Sanctis ha commentato le immagini proposte nella mostra fotografica “I percorsi del tempo. Le processioni e i riti della Settimana santa a Molfetta”, curata da Daniela Calfapietro. In 80 pannelli fotografici, Mauro Germinario (fotografo di Quindici) ha narrato, infatti, i momenti più intensi del nostro vivere la Quaresima e la Settimana santa, a partire dal primissimo istante: la processione della Croce che, allo scoccare della mezzanotte del martedì grasso, si avvia dalla chiesa Santa Maria Consolatrice degli Afflitti – Purgatorio e, percorrendo le stesse strade che saranno attraversate dalle processioni della settimana santa, giunge al Calvario. A seguire il settenario all’Addolorata e la processione del simulacro che si tiene il Venerdì di Passione (che precede la domenica delle Palme). E ancora, la processione dei “cinque Misteri”, le stupende statue lignee di scuola napoletana (come confermato dai più recenti studi) custodite nella chiesa di Santo Stefano. A chiudere il cerchio, la processione della Pietà, con i simulacri in cartapesta realizzati da Giulio Cozzoli. Per una provvidenziale casualità, la mostra ha narrato episodi che non appaia esagerato definire “storici”. L’esposizione, come ha ricordato Daniela Calfapietro, è stata pensata per due anni. Le foto in mostra, dunque, risalgono al 2016: anno in cui avvenne il gemellaggio tra l’Arciconfraternita della Morte dal Sacco nero di Molfetta e la Confraternita del Carmine di Taranto nonché l’anno in cui anche la processione della Pietà avvenne di notte (come non accadeva da quarant’anni). Entrambi gli eventi hanno trovato adeguata collocazione nell’allestimento. «Questa mostra è un punto fermo nel tempo» ha affermato Daniela Calfapietro nel corso della serata inaugurale, alla quale hanno preso parte anche la poetessa Rosamaria Fumarola e l’architetto Eugenio Lombardi, che hanno accostato alle suggestive immagini i versi dettati dalla loro grande sensibilità, l’assessore alla Cultura Sara Allegretta e il direttore di Quindici Felice de Sanctis. «Molto ci dice questa città quando si ammanta dei suoi sentimenti più arcani» ha sottolineato Daniela Calfapietro che ha auspicato che il racconto per immagini possa varcare i confini cittadini e far conoscere il “modo di essere che non ha uguali attorno” con cui i molfettesi vivono questi momenti. Sulla stessa linea d’onda l’assessore alla Cultura Sara Allegretta: «Molti di questi scatti fanno riferimento a processioni avvenute in momenti diversi rispetto a quelli canonici (il riferimento è proprio alla processione del sabato santo 2016, ndr). Sono scatti che rimarranno, rimarranno a raccontare una storia, la nostra storia». Di “estetica dei sentimenti” ha parlato il direttore di “Quindici” Felice de Sanctis, il cui testo integrale potete leggere nella pagina successiva. «L’umanità espressa da Mauro Germinario in questo viaggio è supportata dalla fede ma non dimentica la sofferenza» ha rimarcato Rosamaria Fumarola, la quale ha incentrato il suo intervento sulla partecipazione personale e comunitaria ai riti quaresimali, alla questione identitaria ad essi connessa. Eugenio Lombardi (architetto e poeta) ha posto in evidenza l’importanza dell’interazione tra le Arti «perché attraverso le arti si prenda coscienza delle peculiarità del territorio e di qui alla consapevolezza di interagire col territorio perché non vengano cancellate. Le arti manifestano le percezioni che ogni artista ha della storia locale e della propria storia». Non a caso, intervenendo per esprimere il proprio apprezzamento, il dott. Francesco Stanzione, già priore dell’Arciconfraternita della Morte, ha ricordato l’evoluzione del progetto della Settimana Santa a Molfetta, nato per valorizzare i riti della nostra città e che pian piano divenne la Settimana Santa in Puglia. «Attraverso la fotografia ho conosciuto me stesso, i miei sentimenti personali verso il mondo esterno, verso le persone che fotografo » ha affermato Mauro Germinario che ha tenuto a sottolineare la collaborazione con Enrico Colamaria, collaboratore della Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Quest’ultimo ha posto in evidenza l’importanza degli aspetti più meramente tecnici, pur se la tecnica non deve prevalere sui contenuti. A proposito delle immagini colte da Mauro Germinario ha affermato: «Tecnicamente le foto sono eccellenti e mi sono reso conto che da queste foto viene fuori la sua anima». La descrizione più bella della mostra, però, rimane quella data dallo stesso Mauro Germinario: «Ho voluto dare una carezza alla mia città di Molfetta». Una città che egli ama profondamente. ©Riproduzione riservata
Autore: Isabella de Pinto