La settimana di passione del Pd di Molfetta tra tormenti, penitenze e intolleranze, alla ricerca di una possibile unità
MOLFETTA – La Settimana santa a Molfetta coincide con la settimana di passione del Partito democratico di Molfetta. Ieri sera c’è stata un’assemblea del Pd convocata dal segretario, Piero de Nicolo, con l’obiettivo di fare una verifica sull’attività amministrativa e il segreto intento dei soliti noti, di celebrare il processo al sindaco Paola Natalicchio.
Serpeggia all’interno del partito un certo risentimento per le critiche, considerate ingenerose, espresse al principale alleato della coalizione di governo dal primo cittadino, che ha reagito ai comportamenti ambigui che tengono sotto fibrillazione la maggioranza. Eppure il Pd è pienamente presente all’interno della giunta di centrosinistra con due assessori e possiede anche la presidenza della Multiservizi. In questa posizione dovrebbe condividere e sostenere sempre l’attività amministrativa nella quale è coinvolto, altrimenti rischia di delegittimare i suoi stessi assessori.
Ma il sostegno a volte manca, complice la fronda interna, in forte minoranza, che fa capo alla consigliera comunale Annalisa Altomare, sempre più agitata e polemica nei confronti della Natalicchio. Non avendo motivazioni politiche e amministrative, il “dissenso” (per usare un eufemismo) appare tutto di carattere personale e in questa folle corsa politica su un treno senza freni Annalisa ha costretto a salire altri due compagni di partito, il dott. Sergio De Pinto, entrato recentemente in consiglio e Lia De Ceglia eletta nel centrodestra poi passata dall’altra sponda e introdotta forzatamente anche nel Pd, che non la desiderava. Poi cerca di accattivarsi le simpatie di qualche altro consigliere, sempre ondivago, sempre alla ricerca di una sua collocazione, anche perché la sua scarsa maturità politica non lo aiuta.
Cosa voglia questa minoranza, non è dato di capire: C’è chi, come già detto, attribuisce queste fibrillazioni politiche dell’Altomare a una sua rivalità personale con l’altra donna, il sindaco Paola Natalicchio, chi pensa a una rabbia scaturita dalla delusione politica di non essere riuscita a portare alla segreteria del Pd, conquistando il partito, il figlio del suo mentore politico Lillino Di Gioia, l’immarcescibile Andreotti nostrano, anch’egli in cerca di una vendetta politica nei confronti del nemico di sempre, il consigliere regionale Guglielmo Minervini.
Su Facebook, dove spesso si consuma la politica locale, qualcuno ha parlato dell’esistenza delle pretese del Partito trasversale del mattone, del cemento e della rendita fondiaria. A quale componente del Pd farebbe riferimento questa lobby? Ognuno è libero di farsi le proprie ipotesi.
Certo è che, sfumata la possibilità di far cadere il sindaco utilizzando la finestra elettorale delle amministrative dei prossimi mesi, Annalisa Altomare cerca un’altra occasione per “abbattere il tiranno”. Intanto, ha rimediato, insieme al Pd, una brutta figura nell’ultimo consiglio comunale, quando si è arrivati a due ordini del giorno sull’ospedale, mancando l’occasione di fare fronte comune contro i tagli. Non ci si può dividere sui temi della salute. Questa è stata una scelta boomerang non gradita all’opinione pubblica, soprattutto perché il Pd ha votato insieme con l’opposizione o quello che ne resta, da quando i due terzi del centrodestra sono passati con Emiliano, lasciando solo il sen. Azzollini con l’unico scudiero Roselli, che spesso inciampa politicamente sulle stesse sue scelte sbagliate. E’ avvenuto recentemente per la commissione toponomastica, quando il consigliere di centrodestra ha lasciato l’aula senza attendere il completamento dell’ordine del giorno che prevedeva proprio l’esclusione dell’Associazione “Eredi della storia”, che è passata così all’unanimità dei presenti, su proposta di Rifondazione.
Poi c’è il gruppo dei giovani democratici del Pd che, recentemente, ha rinnovato i propri vertici, ma spesso non riesce a mantenere una linea politica coerente.
Infine il segretario De Nicolo che resta un enigma: da un lato sembra sostenere la coalizione di governo, dall’altro non riesce a sottrarsi al canto della sirena Annalisa o quantomeno non riesce ad espellerla dal partito, quando lei si pone contro la maggioranza di centrosinistra, complice il segretario provinciale Ubaldo Pagano che ha fatto dell’ipocrisia politica la sua linea di condotta del partito.
Di questo comportamento ondivago si è lamentata Paola Natalicchio che ha minacciato di azzerare la giunta comunale, salvando solo un paio di attuali assessori, sicuramente non del Pd.
In tale bailamme interno che sta facendo abbandonare il partito a molti suoi elettori, l’assemblea di ieri sera aveva come obiettivo quello di “confezionare” un documento politico che invitasse gli alleati a non assumere posizioni critiche nei confronti del Pd, che resta il maggior partito della coalizione, ma al contempo riconfermava l’appoggio all’amministrazione e alla coalizione di centrosinistra.
Un documento considerato troppo soft per Annalisa Altomare che voleva un documento pesante contro il sindaco. Così, come avviene sempre più spesso, ha perduto le staffe e, dopo qualche acceso diverbio con altri colleghi di partito, ha abbandonato l’assemblea.
L’obiettivo di Annalisa resta quello di lavorare ai fianchi il sindaco Natalicchio per costringerla alle dimissioni: metodo tipico della peggiore Dc che ha fatto del cannibalismo il suo stile politico, non riuscendo a far durare i suoi governi per l’intera legislatura. Insomma, l’instabilità fatta sistema. E’ questa tattica che si vuole riproporre? I cittadini hanno il diritto di saperlo.
Riuscirà il Pd a partorire il suo documento politico nell’assemblea aggiornata di questa sera? In questa tormentata settimana santa di passione il Pd troverà la sua pace interna, rinunciando al crucifige e al golgota amministrativo, con un percorso penitenziale adeguato al clima quaresimale, scambiandosi, infine, quei ramoscelli di ulivo, che, tra l’altro, ricordano le sue origini?
Intanto altri consiglieri del centrosinistra stanno per riposizionarsi, soprattutto quelli del vendoliano partito di Sel, dove troviamo chi come Mauro De Robertis, dichiara di restare nelle posizioni attuali, senza aderire a Sinistra italiana, chi sta orientandosi verso il Pd (con la segreta speranza che possa essere migliore) come Nicola Piergiovanni e Giovanni Facchini, mentre Angela Amato e Ignazio Cirillo intendono restare nell’area di Tommaso Minervini che, a sua volta, fa riferimento a nuovo gruppo politico "La Puglia in più" di Dario Stefàno e non al segretario regionale di Sel, Nicola Bavaro. Insomma, la diaspora del dopo Vendola.
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