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La quiete dopo il riciclone
15 luglio 2008

Con riferimento agli eventi di cronaca nazionale riguardanti l'emergenza rifiuti in Campania, Quindici ha voluto indagare sulla coscienza ecologica cittadina. Sondate le acque attraverso un questionario, risulta evidente che vi è una scollatura tra le risposte ricevute e la realtà dei fatti. Nonostante si respiri un'atmosfera di condanna nei confronti di chi non solo non differenzia i rifiuti ma li abbandona in strada, piccoli o grandi che siano, in apparenza nessuno sembra essere il responsabile dello stato di degrado urbano. Il grave problema dell'inquinamento ambientale della nostra città non è più all'ordine del giorno e i molfettesi hanno imparato a convivere con la sporcizia per le strade della città, per le spiagge e soprattutto per le campagne. LA STORIA Per due anni consecutivi a partire dal 2000 Molfetta si è aggiudicata il premio “Comune Riciclone” conferito da Legambiente con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente in collaborazione con alcune importanti industrie quali Canon e Coca-Cola. Tale riconoscimento andava a premiare, su scala nazionale, i Comuni che avevano raggiunto il più alto tasso di differenziazione dei rifiuti urbani e Molfetta, insieme a Maglie, arrivò a sfiorare la soglia del 15%. Nel corso degli anni l'impeto iniziale è andato gradualmente scemando. C'è stata un'alternanza di momenti di crescita contrapposti ad altri di stallo. Tuttavia dall'ultimo dato disponibile sul sito dell'ASM risalente al 2006, si registra una crescita di soli 3,5 punti percentuali, una nullità rispetto allo sviluppo in questo settore delle regioni settentrionali italiane. L'INFORMAZIONE “Talvolta ho dubbi rispetto alla giusta collocazione di materiali come il tetrapak, alcuni tipi di plastiche, cosmetici ecc…” L'affermazione rispecchia uno stato di disinformazione generale che rende insicuri anche i più volenterosi. Infatti, fatta eccezione per internet, non sono disponibili altri strumenti accessibili al cittadino che possano guidarlo in una corretta pratica di differenziazione che aiuterebbe ad abbattere i costi di smaltimento. Ad una passata campagna informativa rivolta anche ai bambini, ricca di spunti fantasiosi e giochi, si contrappone l'attuale silenzio che incide negativamente sull'effettiva utilità del riciclaggio. E' importante sapere che non basta solo gettare le bottiglie di plastica nell'apposito contenitore per dichiararsi “differenziatori diligenti”, ma occorrono una serie di precauzioni, ad esempio è necessario assicurarsi che i rifiuti, prima di essere gettati, siano il più possibile puliti. Questo non è un dato da sottovalutare perché interferisce nei normali processi di smaltimento rovinando i macchinari. Il problema informazione, scarsamente affrontato dalle autorità comunali, potrebbe essere risolto semplicemente apponendo una lista su ciascun cassonetto dei materiali inseribili in esso, oppure stampando direttamente sulla confezione dei rifiuti equivoci la loro destinazione, come fa la Coop. L'ISOLA ECOLOGICA Ignota ai più è l'esistenza dell'isola ecologica, posizionata in via Giulio Cozzoli nei pressi dell'ex passaggio a livello “Samarelle” (sotto al ponte di Levante). Qui, nei giorni indicati nel sito dell'ASM, è possibile conferire i propri rifiuti differenziati accumulando su una tessera magnetica dei punti in base al materiale e al peso in kg. I punti raccolti danno diritto al ritiro di premi marchiati WWF e Legambiente. L'opinione comune desidererebbe piuttosto che inutili gadget, uno sgravio fiscale sulla tassa rifiuti che passerebbe dalla metratura al peso; un ottimo modo, questo, per incrementare il riciclaggio. QUESTIONE ORGANICO E' trascorso ormai un mese dalla “triste scomparsa” dei cassonetti dell'organico nella nostra città. Sconosciuto a tutti è il motivo che ha portato l'ASM a tale decisione. Il provvedimento è stato determinato dal grado di impurità dell'umido maggiore al 10%. Con ciò si intende che tra i rifiuti la quota di plastica dei sacchetti ha superato questo tasso percentuale. Quindi, per tagliare i costi di smaltimento che non portavano beneficio né all'ambiente né tantomeno ai produttori, si è scelto di eliminare i cassonetti dell'organico e di avviare la raccolta “porta a porta” a partire dal 2009. La disposizione rimane tuttora ignota ai cittadini ai quali quando è stato chiesto di esprimere un parere al riguardo, sono rimasti sbigottiti pronunciandosi negativamente, a dimostrazione che non manca solo la coscienza ecologica, ma anche l'informazione da parte dell'Asm (come detto precedentemente). A ciò si aggiunge un senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni ritenute incapaci di far fronte alle future spese che comporterebbe il “porta a porta”. Il maggiore dissenso è stato espresso a riguardo dei sei mesi di transizione da un sistema all'altro che inevitabilmente di-sabituerà i cittadini a differenziare l'organico. Inoltre c' è da porsi anche il problema della frequenza con cui ci sarà la raccolta; questione da non sottovalutare perché bisogna tener conto che l'organico è facilmente deperibile con conseguente emanazione di cattivi odori. Una soluzione efficace al problema sarebbe la produzione e la distribuzione gratuita negli esercizi commerciali di buste biodegradabili che sostituirebbero quelle in plastica abbattendo, così, la quota del 10%. Al momento la COOP è l'unico produttore di tali sacchetti. ALCUNI DATI Dai risultati del sondaggio emerge che le maggiori difficoltà si incontrano nel differenziare l'organico, a seguire vetro, plastica e lattine. “Non faccio la raccolta differenziata perché in casa non ho spazio”. Inoltre il tempo è un altro fattore da non sottovalutare, anche se questa suona tanto come una scusa. In generale la maggior parte degli intervistati ha risposto positivamente alla domanda riguardante l'abitudine della loro famiglia di differenziare i rifiuti. Ci sono state numerose lamentele riguardo i cassonetti sempre pieni in centro (zona BNL) e la loro mancanza nelle zone di nuova costruzione.
Autore: Serenella d'Ingeo Serena Minervini
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