LA PUBBLICITÁ È L’ANIMA DEL COMMERCIO. Uno slogan piuttosto datato che, nella sua sintetica semplicità, racconta una verità che si dimostra sempre più vera. Nessun prodotto messo in vendita sul mercato dai più rinomati e nuovi, ai più oscuri riscuote successo e gradimento da parte dei Consumatori, senza l’aiutino di un’adeguata campagna pubblicitaria.
Sin dagli “albori” del consumismo, cioè di quel fenomeno che corrisponde all’attitudine che abbiamo sviluppato di consumare (che, a volte, non è sinonimo di aver bisogno di…):acquistare – a volte – più di quanto ci necessita spinti e non poco dalla PUBBLICITA’, dall’omologazione e dalla curiosità specie per chi può permetterselo, sono nate e si sono sviluppate Società di marketing per la gestione della pubblicità. Queste vantano mezzi e Personale spesso di prim’ordineche, con fantasia, indagando le tendenze del consumo, adoperando anche sofisticati modelli matematici, sondano l’Opinione pubblica e, a nome e per conto di Aziende di produzione e vendita di beni e servizi, mettono a punto campagne pubblicitarie che, a seconda dell’impegno profuso nel presentare il prodotto, possono anche essere costosissime (per chi le commissiona) e, in caso di successo della campagna medesima, dare un ritorno economico ingentissimo. Le aziende di telecomunicazione fanno grande affidamento sulle pubblicità che trasmettono e che sono pagate da aziende produttrici che scelgono questa o quella rete televisiva, in funzione della qualità dei programmi trasmessi, quindi dell’ascolto indotto, per pubblicizzare al massimo i prodotti.
Il creativo: un personaggio dotato di caratteristiche particolari, capace di coniare uno slogan, impostare un’etichetta, una confezione, un’immagine per un determinato prodotto, tale che esso diventa gradito, commercialmente parlando, pur se certe volte quanto dichiarato in pubblicità non risponde del tutto al vero. E’ la ragione per la quale, per regolamentare l’attività, è stata istituzionalizzata un’Authority. Un ente super partes (dovrebbe esserlo) che regolamenta la messaggistica pubblicitaria che, senza freni, sfocerebbe in vere e proprie battaglie fra Società pubblicitarie e quindi Aziende produttrici fra di loro, per far primeggiare questo o quel prodotto a discapito di quello degli altri.
Alcune pubblicità, sotto forma di messaggi audiovisivi, comunicazione radiofonica, siparietti (sono quelle scenette che coinvolgono anche “stelle” dello spettacolo e dello sport, in situazioni atte a promuovere un prodotto o un servizio sul mercato), telefonate invasive dirette a caso agli Utenti telefonici, distribuzione di volantini, ecc., sono gradevoli, garbate, ficcanti, orientano effettivamente i gusti e le preferenze dei Consumatori. Altre sembrano al limite della demenza per la loro insulsaggine. Altre ancora ricorrono a situazioni e messaggi che forse nelle intenzioni di chi le ha allestite, non avevano quello scopo, ma che tuttavia, sono fuorvianti, menzognere e spacciano qualcosa che effettivamente non è, creando danno ed effetti collaterali non quantificabili!
Di quest’ultimo tipo (e ce ne sono parecchie) a noi sembra una pubblicità apparsa su alcune plance 6m x 3m di un noto mobilifico. Il messaggio, asserendo che il Governo in caricaed in particolare MONTI (assolutamente con spregio per la figura istituzionale del Premier e per le sue referenze accademiche e politiche di ex Commissario europeo) , a causa dei provvedimenti economico-finanaziari posti in essere per arginare la grave crisi che attanaglia il Paese ed il Mondo intero, ha così …infierito, da denudare completamente una giovane coppia, verso la quale, il Mobilificio medesimo, in un …impeto di generosità, assicura … “sconti fino al 70% ed interessi zero”. Un altro caso patetico e odioso di pubblicità invasiva al massimo, si verificò mesi fa, quando in alcune Regioni, una nota Agenzia di compravendita di oro e preziosi (queste entità hanno soppiantato del tutto il vecchio, forse caro Monte di Pietà, dove ci si rivolgeva, impegnando oro o preziosi in momenti di difficoltà, per avere un po’ di risorse economiche atte a far fronte a tali difficoltà), addirittura dichiarava che …avrebbe accettato anche denti e capsule d’oro, pagandone il corrispettivo valore in CONTANTI!
Allora, in particolare per il caso della pubblicità del Mobilificio, vorremmo dire che, prendendo atto del rigore estremo di alcuni provvedimenti dell’attuale Governo, di alcune sbavature dovute ad un’eccessiva polarizzazione dei prelievi e delle azioni correttive? verso determinate categorie, della inusitata durezza di alcuni Decreti emanati per far fronte ad un’emergenza totale, quale quella di questi tempi, ci sembra davvero irrispettoso, se non mendace il messaggio sotteso, poi mica tanto, dall’illustrazione: due giovani sposi che ridotti alla nudità, troverebbero soluzioni alle loro ristrettezze, grazie alla graziosa (interessata) generosità del Mobilificio.
L’inopportunità e l’equivoco indotti da questo messaggio semplicistico ma assolutamente mendace, contribuisce ad agitare ancor più gli animi di una consistente scuola di pensiero che attribuirebbe all’attuale Premier la responsabilità della grave situazione in cui ci dibattiamo, negandogli almeno la buona fede di aver intrapreso un’opera immane di cui non è ancora assicurato l’esito positivo.
Per concludere e dare forse un senso più compiuto alla riflessione, possiamo osservare che sì, il signor Monti, il suo Gabinetto, gli Organismi internazionali che vigilano? anche sull’andamento dell’economia del nostro Paese, essendo l’Italia membro primario di un’Europa che, ancorché disunita politicamente, è unita eccome a doppio filo economicamente e monetariamente, forse hanno calcato un po’ la mano.
A noi piace pensare che dovendo sopportare, come la maggioranza degli Italiani, questo tartassamento forse, diciamo forse potremmo pensare di averne dei ritorni che prima o poi (meglio prima) ci facciano uscire dalla grave situazione in cui versiamo. Parole vuote? Pensieri già accantonati? Nessuno lo sa! Sappiamo solamente che la famigerata crisi non è stata “inventata” dal sig. Monti; l’unica colpa che potremmo attribuirgli sarebbe quella di aver avuto il coraggio, chissà forse la sfrontatezza di mettere in atto, in poco tempo, quel che non si è stati capaci di fare, magari gradualmente, in più di tre anni, da quando cioè, alla fine del 2008, inizi 2009 si presentarono i primo sintomi – sempre sottaciuti e mai ammessi – di questa malattia economica che sta letteralmente divorando economie e Paesi, giorno per giorno.
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