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La Procura di Bari chiede aiuto ai cittadini per individuare due assassini
16 settembre 2010

BARI - La Procura di Bari chiede l’aiuto dei cittadini  per individuare gli autori di uno dei più efferati  fatti di sangue che sono avvenuti dall’inizio dell’anno
IL FATTO
- Nella notte fra il 14 e il 15 marzo scorso durante una rapina avvenuta in una sala giochi di Casamassima perdeva la vita il giovane Francesco Giordano, colpevole solo di essere presente nel locale nel quale due balordi con il viso coperto da passamontagna avevano fatto irruzione armati. Senza nessuna ragione uno dei due aveva aperto il fuoco sui clienti colpendo mortalmente Giordano, che cercava di nascondersi dietro i tavoli da gioco.    
LE INDAGINI
– Sono stati sei mesi di incessanti ricerche dei due rapinatori assassini. Il sostituto procuratore Marcello Quercia e i Carabinieri della Compagnia di Gioia non hanno tralasciato nulla di intentato, ma potrebbero essere i filmati registrati da una telecamera a circuito interno, posizionata nella sala giochi, a fornire una svolta nelle indagini.
Il magistrato e i militari, infatti, non si sono limitati a visionare il filmato della rapina e dell’omicidio, ma hanno visto anche le registrazioni effettuate nei giorni precedenti, alla ricerca di un particolare che potesse permettere di ipotizzare che i due balordi potessero  già essere stati nel locale magari per un sopralluogo prima della rapina. Andando a ritroso in uno dei filmati registrati 36 ore prima, il 13 marzo, infatti, è comparso nel monitor un uomo che indossava la stessa felpa (grigia con la scritta New York), gli stessi jeans e le stesse scarpe da ginnastica indossati da uno dei due rapinatori la notte dell’omicidio di Giordano. Ad un apposito esame comparativo è risultato che il soggetto inquadrato il 13 marzo potrebbe anche fisicamente (oltre che nell’abbigliamento) essere lo stesso ripreso il 15 marzo. Insomma, il soggetto in questione è risultato - tecnicamente - “compatibile”.
L’immagine e il fotogramma, a questo punto, sono stati inviati a tutte le Forze dell’Ordine nazionale, ma anche europee (Interpool), ma senza nessun risultato. L’identificazione dell’uomo, probabilmente un cittadino dell’Est, non è stata, quindi, possibile con i mezzi classici a disposizione degli inquirenti: l'inchiesta era a un punto morto.    
L’AIUTO DEI CITTADINI – La Procura di Bari e i Carabinieri a questo punto proprio per impedire che un simile crimine rimanga senza responsabili hanno fatto ricorso alle attuali norme del Codice di procedura penale e hanno deciso di coinvolgere nell’indagine i cittadini. L’immagine e il fermo immagine dell’uomo – ripresi dalla telecamera della sala giochi il 13 marzo scorso – sono stati inviati in tutte le redazioni giornalistiche perché siano diffusi.
La speranza è quella che qualche cittadino possa riconoscere il possibile rapinatore-omicida, un po’ come è avvenuto a Napoli quando la Procura  partenopea  grazie alla collaborazione della gente ha arrestato l’assassino che davanti a un bar aveva ucciso a sangue freddo un uomo. Un video che tanto clamore ha suscitato nell’opinione pubblica, per l’immagine cruenta dell’episodio, ma che ha avuto l’effetto di aver messo in carcere un pericoloso criminale. 
L’APPELLO DELLA PROCURA DI BARI – “Un mese fa quando si è discusso di un’antimafia sociale che collaborasse con un’antimafia investigativa politici, associazioni e semplici cittadini si sono detti disposti a essere al fianco della Procura e delle Forze dell'Ordine in questa battaglia di civiltà, ma soprattutto di cultura alla legalità.
Bene, questo è il momento di tradurre le parole con i fatti. Per la prima volta questa Procura chiama direttamente i cittadini a ‘investigare insieme’, a dare una mano, a fornire qualsiasi informazione utile, in modo da assicurare alla Giustizia due balordi che in una notte hanno messo fine per sempre alle speranze di un giovane innocente. Se a Napoli la risposta è stata eccezionale, dopo 24 ore è stato arrestato l’assassino, auspico che lo stesso risultato possa essere conseguito anche a Bari, dove il tessuto socio-economico ha ancora gli anticorpi non solo per resistere alle infiltrazioni mafiose, ma ha soprattutto voglia di contribuire fattivamente alla creazione di una società dove i criminali sanno che non possono godere della totale impunità”.

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