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La parola ai giovani i protagonisti: crediamo nell’Europa di domani
15 maggio 2019

Saranno loro i protagonisti delle prossime elezioni europee del 26 maggio: i giovani. Sono i più europeisti e le loro scelte faranno la differenza, soprattutto perché come risulta dal sondaggio Viacom che pubblichiamo a parte, ben 3 giovani italiani su 4 ha deciso di andare alle urne. “Quindici” ha rivolto ai giovani di Molfetta 4 domande sulle elezioni europee. Ecco le loro risposte: Davide, 22 anni Andrò a votare perché è un mio diritto/ dovere. Credo nei valori europeisti e concepisco l’Europa come una comunità in cui ogni Paese dovrebbe aiutare a sostenere le nazioni che presentano problemi comuni, vedi i fenomeni migratori che non sono una problematica esclusiva del Paese in cui il profugo giunge ma di tutta l’Europa nel suo insieme. Penso che la Gran Bretagna non abbia fatto una mossa ottimale nel cercare di separarsi dall’Europa portando svariate problematiche ai Paesi europei, ma in particolare a se stessa. Infatti possiamo vedere che oltre a non riuscire ad accordarsi sul modo in cui applicare la Brexit, il Regno Unito ha avuto anche un calo economico dovuto alle maggiori difficoltà di import-export che questa scelta ha determinato. Nonostante siano ormai passati tre anni sono ancora ai primi passi di questo difficile e lungo processo. Anna, 18 anni Sì, andrò a votare il 26 maggio. E questo non solo perché sarà la mia prima volta, ma anche perché lo considero come un diritto. Per me l’Europa significa, per quanto a volte difficile viverci, comunque una comunità grazie alla quale si può dare voce al nostro Paese. È vero che non sempre vengono soddisfatte le nostre aspettative in quanto europeisti, ma in merito a questo non ci si può solo rintanare, bisogna essere propositivi. Ciò lo si può riscontrare anche nella Brexit e nel suo incedere, adesso. La maggioranza dovrebbe decidere dell’Europa, non il singolo Paese più forte. Se si chiama comunità non dovrebbe valere la legge della forza. Domenico, 21 anni Sinceramente sono ancora combattuto sul fatto di esprimere o meno il mio voto. L’ Europa per alcuni versi potrebbe significare unione, una sorta di confederazione che cerchi di “agevolare” tutti. Sulla carta è così ma in realtà no. Come tutte le cose, l’Europa ha i suoi pro e contro e ce ne sarebbero tanti. Credo che la Brexit sia una scelta azzardata ma che possa aiutare il Regno Unito a rendere indipendente se stesso, anche se d’altro canto crea dei problemi ad altre nazioni dell’UE. Valeria, 18 anni Certo, ci andrò. Per me l’Europa è un insieme di nazioni che, collaborando tra loro, possono crescere non solo economicamente ma anche dal punto di vista umano. Credo nei valori europeisti come ad esempio nella libertà scambio di persone, idee e merci, nell’unione e nella collaborazione. Secondo me la scelta dell’Inghilterra è discutibile in quanto credo che per gli stessi inglesi essa abbia comportato più problemi che giovamento. Infatti è anacronistico e controproducente chiudersi nei propri confini e negare la dipendenza dagli altri Paesi in un mondo globalizzato in cui i confini sembrano annullarsi. Credo che negli ultimi tempi, dopo le condizioni europee di uscita dall’unione, alcuni disordini interni abbiano fatto capire che non sono più tanto convinti della loro scelta ora. Vincenzo, 18 anni Sì. Credo nell’Europa, in un’Europa che sia attenta ai suoi cittadini e che migliori molto essi stessi su problematiche attuali quali il consumo di plastica, incentivando l’idea di un ambiente più sano e naturale. La Brexit è sicuramente un segnale d’allarme, ma credo gli inglesi stiano tornando indietro sui loro passi. Non siamo più ai tempi dello splendido isolamento. Luca, 20 anni Certo che sì! E voterò convintamente Partito Democratico. L’Europa per me corrisponde ad opportunità soprattutto per noi giovani; è inutile nascondersi che senza Europa saremmo un Paese isolato, senza contatti con l’estero, senza progetti importanti che ci danno l’opportunità di conoscere non solo altre lingue, ma anche altre culture (il primo che mi viene in mente è il progetto Erasmus). Come già detto, con l’Europa non siamo isolati ma inglobati, con il mercato unico che vede la libera circolazione di persone, merci, capitali, con tutela dei diritti umani e una pace che dura da circa 70 anni, dunque la risposta non può che essere sì, credo nei valori europeisti! La Brexit è la dimostrazione di quando vengono raccontate balle al popolo, illudendolo che sarebbe stata una procedura semplice, senza problemi, la “teoria delle balle” un po’ come sta accadendo oggi in Italia. Poi però è inevitabile che arrivi il giorno in cui ci si chianti contro la realtà. E per gli inglesi è arrivato; l’Europa ad oggi gli dice “ok Brexit”, ma senza alcuna tutela, e chi pagherà caramente il conto, purtroppo, saranno i cittadini inglesi. Se ci rifosse oggi un referendum credo vincerebbe il “remain”. Claudia, 18 anni «Sì andrò a votare, è un diritto-dovere per cui soprattutto noi donne abbiamo dovuto lottare, per altro siamo cittadini europei e come tali siamo chiamati a darne prova proprio in queste votazioni. Per me Europa significa democrazia, unità e collaborazione, ed è proprio per questo che vado a votare, affinché tali principi si affermino con maggiore voce e chiarezza. Naturalmente viene da sé credere nei principi europeisti, che tuttavia con la politica di oggi non hanno la giusta risonanza. A parer mio, si tende “a guardare” solo alla propria nazione, dimenticando di essere parte di una grande comunità. Talvolta, devo constatare amaramente anche io che sentirmi a pieno cittadina europea risulta difficile. In merito alla Brexit, per quanto io possa comprendere e cogliere dai giornali, inutile dire che si sta rivelando un “tira e molla” tra l’Europa stessa, timorosa di perdere un importante centro economico quale è l’Inghilterra, e la Gran Bretagna, che nella figura dei suoi rappresentanti politici conduce questa inutile battaglia, salvo poi il resto dei cittadini che non vuole rinunciare ai propri diritti europeisti. Tante sarebbero le conseguenze di questa Brexit, se dovesse finalmente andare in porto, e mi aspetto che i rappresentanti che sceglieremo siano in grado di contenerle evitando gravi disastri per tutti gli altri Stati. Ivan, 21 anni «Sì, andrò a votare. L›Europa, come tale, è un›aggregazione di Stati il cui fine principale è quello di assicurare il benessere dei paesi facenti parte dell›organizzazione. Per noi italiani è un po› più complesso credere nei valori europeisti data la situazione in cui versa il nostro Paese. Credo che la Brexit sia stato un passo falso della Gran Bretagna. È vero che si è votato in maniera democratica ma non è ammissibile che si stabilisca l’uscita dall’UE con soli 51% dei votanti favorevoli all’iniziativa. La situazione si fa ancor più complicata se si pensa al fatto che al suo interno vi siano ben 4 diverse nazioni, ognuna con una propria ideologia ben precisa e, a mio parere, difficilmente modificabile (oltre agli innumerevoli interessi). Ferdinando, 18 anni «Sì, il 26 maggio voterò. In primis l›Europa è un continente: la nostra casa; l›UE è la presa di coscienza delle radici e delle speranze dei popoli aderenti, fratelli di storia, culture, ambizioni. Non credo nella macchina tecnocrate oggi regnante ove pochi Stati viaggiano economicamente a geometria variabile rispetto ad altri, ponendo le basi di una nuova sudditanza con la plutocrazia (e giocoforza i suoi attori esiziali) come despota. Credo in un›Europa giusta, promotrice di libertà e uguaglianza, nerbo di collaborazione tra gli stati membri ed extracomunitari, capace di tutelarsi da ingerenze straniere (di tipo commerciale, etc.), ma allo stesso tempo accogliente e valorizzatrice delle differenze. Un›Europa in cui il Parlamento possa avere maggiore importanza e potere decisionale, ergo le istanze reali della gente. Ritengo la Brexit una decisione politica comprensibile, ma non condivisibile. Sicuramente i britannici si sono sentiti traditi dall’Unione Europea come gran parte degli italiani, ma invece di trasmutare questa delusione in forza per modificare radicalmente le cose, il Regno Unito ha preferito abbandonare la nave, senza immaginarsi i molteplici effetti collaterali di quest’abdicazione che oggi le si ritorcono contro come confermato dagli ultimi dati politico/finanziari. È per riscattarci quindi che bisogna votare, per un maggiore e nuovo europeismo, piuttosto che per un sovranismo imperante in grado solo di isolare le varie nazioni sotto ogni punto di vista. Gaia, 18 anni Certo che sì. Il voto è un dovere civico e il disimpegno elettorale significherebbe assumere un atteggiamento contrario al ruolo sociale e divino di ogni cittadino. Non votare vorrebbe dire delegare ad altri le proprie scelte. L’ Europa non è un’espressione geografica. Europa per me è storia, cultura, popoli, appartenenza. È una “cultura umana” di inclusione che si assume il compito di tenere assieme delle attività, esaltando valori quali la dignità umana, la libertà, la democrazia e l’uguaglianza in cui credo profondamente. Non me la sento di giudicare la scelta del Regno Unito, ma quello che trovo poco coerente è l’attuazione di un referendum troppo precoce (23 giugno 2016) che comunque, nonostante i risultati, non ha portato all’immediata uscita dall’Unione Europea. Fuori da ogni logica, poi, la partecipazione della Gran Bretagna alle elezioni europee. Sara Fiumefreddo © Riproduzione riservata Filippo, 25 anni, studente fuorisede No, perché non posso votare in quanto fuorisede. Per me Europa significa libera circolazione, ma credo che i valori europeisti andrebbero aggiornati ripensando al sistema monetario. Sono pro perché penso che si isolino in maniera sbagliata, tuttavia qualora decidessero di non pagare i dazi che l’Europa impone le opzioni rimarrebbero due: o il fallimento del Regno unito o l’ipotetico scoppio di un terzo conflitto mondiale. Eugenia, 25 anni, studentessa Non so ancora se andrò a votare il 26, perché probabilmente quel weekend sarò fuori città, qualora rimanessi a Molfetta andrei a votare sicuramente! Credo molto nei valori europeisti e ho avuto modo di capire che in altri stati dell’Europa sono molto più applicati rispetto all’Italia. Per me Europa significa avere la possibilità di essere un cittadino del mondo, senza barriere e diversità ma solo con pari opportunità. Sono stata spesso in Inghilterra e ho amici inglesi che vivono in Italia, i quali sono davvero amareggiati per la Brexit. Ammetto che il fenomeno Brexit stia limitando i miei orizzonti inerenti alla ricerca di un lavoro all’estero, perché non sarebbe più la stessa cosa come in qualsiasi altro stato europeo. Per di più, credo sia lo specchio di questa società nonché dell’Italia, ovvero popoli che si lasciano facilmente influenzare da singole personalità politiche poco competenti e notizie molto spesso false o incomplete. Antonia, 31 anni, lavoratrice zona industriale Sì andrò a votare il 26 maggio. Credo nei valori europeisti in quanto per me l’Europa rappresenta il futuro, il dialogo e democrazia. Non sono d’accordo sulla Brexit perché questa scelta inciderà negativamente sul futuro dell’Europa intera, come penso sia già facendo. Ilaria, 25 anni, lavoratrice a Berlino No, ma solo perché mi è fisicamente impossibile sennò l’avrei fatto. Ci credo abbastanza. Percepisco l’Europa come una realtà abbastanza concreta (soprattutto per alcuni aspetti logistici che vivo nel quotidiano, come abbattimento di dogane e barriere e libera circolazione di merci e persone nell’area Schengen), per quanto riguarda gli ideali, non so, tendenzialmente sono poco “patriottica” (anche in termini europei) e non direi di sentirmi più vicino a un europeo che a un messicano tipo. Mossa, secondo me, in linea con l’aria populista che si respira un po’ ovunque. Non so esprimere pareri, ma constato solo cittadini ignoranti in materia e intontiti di propaganda, i quali hanno votato per qualcosa le cui conseguenze tecniche non erano (e non sono) chiare ai più. Inoltre è una cosa talmente complessa e lunga che potrebbe svoltare in mille modi possibili, quindi si vedrà. Marina, 25 anni, lavoratrice zona industriale Si, andrò sicuramente a votare. Credo nei valori europeisti perché penso che siano gli unici valori che abbiano permesso all’Europa di non fallire, almeno come idea di comunità di popoli. Tuttavia gli stessi i valori in cui credo, in cui crediamo, sono continuamente trascurati o interpretati male e sono molto perplessa e preoccupata per questa situazione. Sono rimasta molto delusa dalla Brexit in quanto ho sognato, come molti, un futuro in Inghilterra, ex oasi felice. Non so se i cittadini inglesi abbiano ben ponderato sulla scelta in quanto, bombardati dalla propaganda politica, non penso si siano resi conto di quello che sta comportando e comporterà. Marina Francesca Altomare © Riproduzione riservata Sara, 18 anni Non potrei non andare a votare il 26 maggio. Attendevo da tanto il momento in cui poter finalmente esprimere la mia per fare la differenza, in questo caso in qualità non solo di cittadina italiana, ma anche di cittadina europea. L’Europa è un insieme di Stati che, oltre a condividere una posizione geografica similare, condivide valori, decisioni politico-economiche e cittadini stessi. Basti pensare a quanti di noi giovani si recano a studiare o a lavorare all’estero in cerca di opportunità. Credo che in fondo l’Europa sia un’opportunità, e non solo per i giovani. In un Paese come il nostro, che risente già da anni di un’economia fragile, l’Europa rappresenta tutt’altro che una minaccia, si configura anzi come un’organizzazione più ampia all’interno della quale trovare la propria stabilità anche grazie al confronto con gli altri Paesi, dai quali possiamo imparare strategie economiche, soluzioni politiche e provvedimenti sociali. Credo fortemente nei valori europeisti, senza i quali sarebbe difficile, se non impossibile, immaginare tutto quello che a noi, oggi, appare scontato, come l’assenza di confini che ci rende cittadini non dell’Italia, ma del mondo. Personalmente non sono d’accordo con la Brexit. La permanenza del Regno Unito nell’Europa ha di certo avuto le sue difficoltà, i suoi alti e i suoi bassi, ma sfiderei chiunque a cancellare secoli di storia, che hanno unito per varie ragioni l’Inghilterra agli altri Stati europei, come sfiderei chiunque a non riscontrare annel gestire un’organizzazione così ampia e variegata. Alessandro, 18 anni L’Unione europea è stata creata come tentativo di evitare conflitti tra paesi vicini e risolvere i problemi politici ed economici delle nazioni garantendo una pace duratura. Io penso che questo sia un ideale importante e soprattutto difficile da raggiungere. Non possiamo dire che questo ideale sia stato raggiunto visto che di problemi europei si sente ogni giorno anche al telegiornale spesso a causa dell’incapacità di chi governa l’organizzazione. Noi, come popolo, che abbiamo l’opportunità di decidere chi mandare al potere, non dobbiamo considerare le elezioni qualcosa di inutile, altrimenti si entrerebbe in un circolo vizioso di lamentele del popolo. Dunque penso che la consapevolezza di chi si manda al governo e si sceglie come guida sia l’inizio di un’Europa migliore. La Brexit è il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Il mio parere? Sinceramente non ho un’idea ben precisa perché in realtà non mi sono mai interessato a tutto ciò… per quel poco che so posso dire che credo che la Gran Bretagna abbia deciso di non far più parte dell’Unione europea proprio per i problemi economici e politici che spesso sono difficili da affrontare. Thomas, 18 anni Mi piacerebbe molto partecipare alle elezioni del 26 maggio, ma non ho avuto la possibilità di informarmi e non sono a conoscenza della ragione per cui si voterà. Credo molto nell’Europa e nei valori europeisti, e credo anche che la Brexit non sia stata una buona manovra da parte della Gran Bretagna perché ha complicato molti aspetti sociali che erano già critici soprattutto per esempio per quel che concerne i traffici tra Europa e Gran Bretagna. Walter, 18 anni Andrò sicuramente a votare il 26 maggio, sono un cittadino italiano e europeo e ho il dovere morale di andare a votare. Per me l’Europa è una comunità che dovrebbe aiutare i cittadini a cercare di trovare un punto d’incontro per tutte le nazioni che compongono l’Unione Europea, in modo tale che le nazioni possano collaborare. Io comunque credo sempre nei valori europeisti, vorrei tanto che fossero rispettati sempre. Per quanto riguarda la Brexit, credo l’uscita della Gran Bretagna sia una cosa negativa per l’Europa, ma positiva per l’Inghilterra, che sicuramente sarà più autonoma. Sara Mitoli © Riproduzione riservata G. R. L’Europa deve essere come l’Italia. Un’unica nazione composta da tante regioni in cui si cooperi, in cui vi sia pace e solidarietà. Non creare muri ma pensare al benessere comune senza il quale non è possibile nemmeno affrontare minacce esterne. A. F. L’Europa è una fortezza oppure una zattera, un faro per l’umanità? E’ un’Europa arroccata sui propri privilegi o aperta all’esistenza degli ultimi? Vale la “lotteria” sul mi salvo da solo (io e i miei) o creo una comunità di inclusione che funzioni sul rispetto e sul potenziamento dell’integrazione, al fine di trovare soluzioni straordinarie a problemi comuni. L’uomo sa trovarle quello che gli manca è la prospettiva della comunità, essenziale per avere un orientamento. Sentirsi parte di un qualcosa di più grande che può accogliere, far crescere e rendere forti al punto di essere utile agli altri e di innescare un circolo virtuoso. In un mondo di lupi. Europa: voto o me ne “frego”? in generale votare non paga, se non a brevissimo termine, sotto forma di sollievo. Ma in questo caso l’Europa vogliamo buttarla via? O non può essere un’opportunità? O non ha fatto anche cose buone? Io propongo di riflettere, informarsi e scegliere, perché sebbene il voto, la “democrazia” siano meccanismi parziali, inadatti, inefficaci, figli di un “Dio minore”, non abbiamo molti Numi a cui votarci. Finché non apparirà la “coscienza collettiva” vigile e reattiva, attenta al singolo come alla comunità, al privato come al componente del pubblico, amante di quell’equilibrio meraviglioso e potenzialmente infinito della natura. C. M. Sulle elezioni europee spero che il Parlamento venga rinnovato al meglio, che vi siano meno sprechi riguardo a stipendi, indennità e pensioni dei parlamentari. Mi auguro, inoltre, che vi sia una solidarietà maggiore tra i popoli, nel rispetto delle differenze e delle specificità esistenti tra i vari paesi. Non sono fiduciosa in un vero cambiamento ma è necessario votare, pur non sapendo ancora chi e cosa. D.L.L. Per quanto riguarda le elezioni europee credo che si stia dando un’enfasi eccessiva alla cosa, non ci sono solo i nostri parlamentari da dover eleggere, non c’è solo l’Italia ma Stati con più forza economica rispetto al nostro e che faranno sentire la loro voce. Mi auguro che chi venga eletto, sia onesto e competente, conosca i problemi di cui il paese soffre e si documenti seriamente e che, non si accontenti di una misera tangente. L’Europa è una bella cosa se mai funzionasse, senza che nessuno tirasse acqua al suo mulino. Mi sento tradito da questa cosa.

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