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La lunga notte dell’eclissi
15 luglio 2022

Nel 1926 George Grosz, gran- de artista espressionista tedesco, dipinse un quadro dal titolo Eclissi di sole. Intorno ad un ta- volo da gioco sono seduti vari personaggi. In alto due figure inquietanti: un generale che ha davanti a sé una spada insanguinata e una croce, e un capitalista che con un fascio di armi sotto il braccio, sussurra qualcosa al militare. Al tavolo siedono quattro figure senza testa: la classe politica tedesca. Alla sinistra del generale, un altro decapitato appoggia il piede sulle sbarre di una prigione sottostante, dove è rinchiuso un ragazzo, destinato al prossimo macello, e un cranio testimone di quello appena passato. Sul tavolo il popolo, sotto forma di asino, mangia fogli di giornali sui quali branchi di pennivendoli hanno scritto menzogne sulla sicurezza, sulle guerre giuste, sugli interventi umanitari, sugli aiuti militari. L’asino/popolo ha due paraocchi con l’immagine dell’aquila imperiale tedesca. In alto a sinistra, una moneta con il simbolo del dollaro americano, primo responsabile della miseria post bellica, oscura il sole. È l’eclissi totale del sole, della luce, dell’u- manità. Grosz è ormai entrato nel mito per la sua satira antimilitarista. In un’Europa devastata da due guerre mondiali, condotte sotto il segno dell’efficienza tecnologica, e con la copertura di ideali perenni, ma in realtà causate dalle peggiori giustificazioni, quello che colpiva di più era l’inarrestabile alienazione della macchina militare, che operava al di fuori di qualsiasi logica. Grosz aveva compreso il senso di questa barbarie e la rese esplicita con un realismo mai aneddotico, ma sempre teso al significato più profondo. Tuttavia, la sua polemica ha un orizzonte molto più vasto ed investe tutta la problematica della società degli inizi del Novecento, a cominciare dalla denuncia sferzante della criminalità finanziaria. L’ “Eclissi di sole” è anche l’argomen- to dell’ultimo capitolo del libro di To- maso Montanari, Eclissi di Costituzione, edito quest’anno da Chiarelettere di Mila- no. Trattasi di una silloge di numerosi arti- coli pubblicati negli ultimi anni dall’Autore, professore ordinario di Storia dell’Arte Mo- derna presso l’Università per stranieri di Perugia, della quale è attualmente Rettore. Gli argomenti sono vari: politica, economia, pandemia, ecologia, guerra: tutte tesse- re di uno stesso mosaico che si sta sfaldando e che ha un nome: la crisi profonda della so- cietà italiana. Montanari sa bene che la frana viene da lontano, ma ritiene che la nostra classe di- rigente si sia ora aggrappata ad una roccia franosa, vale a dire la nomina di Draghi a Presidente del Consiglio, che non farà che aumentare la velocità di caduta. Naturalmente non si tratta di critiche personali, ma di considerazioni derivanti, tra l’altro, dalle cariche che ha ricoperto a livello internazionale e da quanto queste condizioneranno il suo comportamento come Capo del Governo. Perché Draghi? Perché ora Draghi? si chiede Montanari. Le risposte non mancano, ma bisogna cercarle dietro il suo ruolo di “migliore”, e di “Salvatore”, ossessivamente ripetuto dai media nazionali. Il primo marzo 2022, Draghi pronuncia alla Camera un discorso che segna di fatto il nostro coinvolgimento nel conflitto ucraino. La catastrofe della Unione Europea è compiuta: l’Imperatore d’Occidente ha mobilitato i vassalli europei, imponendo loro di eseguire gli ordini del suo Proconsole Stoltenberg. Almeno fino a quando questi sarà capace di dominare la sua grave sindrome ipoasfalei- ca che, tradotta alla buona dal greco, significa “sindrome compulsiva da mancanza di sicurezza”. Le legioni dell’Impero resteranno, per ora, nelle loro caserme d’Oltremare: il loro sangue è troppo prezioso, s’ammazzino pure gli altri. Dunque, nel bel mezzo del suo discorso d’insediamento, il Presidente afferma “Come aveva osservato lo storico Robert Kagan, la giungla della storia è tornata, e le sue liane vogliono avvolgere il giardino di pace in cui eravamo convinti di abitare”. Ma chi è questo esperto di liane e giardini? Un breve curriculum: cofondatore del “Progetto per un Nuovo Secolo Americano”; politicamente si colloca tra i liberali in- terventisti, sostenitori di una politica estera aggressiva degli Stati Uniti; ritiene che l’e- spansionismo della Russia ci porterà presto alla terza guerra mondiale. Tralascio altre simili buffonate. Ebbene, questo simpatico pacifista, ha meritato una benevola citazione nel discorso d’insedia- mento del Presidente di una Repubblica, la cui Costituzione “ripudia la guerra”. E non è finita. Sua moglie, Victoria Nuland, diplomatica di lungo corso, è stata Rappresentante permanente presso la NATO, durante l’amministrazione Obama, e nel 2014 ha ri- cevuto un incarico diplomatico in Ucraina, volto a favorire l’avvicinamento di questa nazione all’Occidente (mi raccomando, con la o maiuscola!). Le credenziali di Mario Draghi sono numerose e di altissimo livello, ma hanno tutte una matrice bancaria-finanziaria, e Montanari non manca di ricordarlo. Ma una, in particolare, merita di essere menzionata. Dal gennaio 2002 al 2005, egli fu Vice Chairman e Maneging Director dell’americana Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo ed una delle più discusse. A Draghi fu rimproverato, tra l’altro, il coinvolgimento nella vendita di altissime quote di derivati alla Grecia, attraverso artifici contabili, causando il collasso economico di quella nazione. Ma la Golden si è distinta per molte altre “lodevoli” imprese. Negli anni Novanta essa diviene consulente di molti Governi, intenti ad avviare processi di privatizzazione forzata di aziende statali. Nel 2010 fu multata per 556 milioni di dollari per aver frodato i propri risparmiatori con la vendita di titoli tossici, operazione considerata una delle cause della grande recessione del 2008. Molte polemiche ha suscitato la propensione dell’Istituto a destinare propri dirigen- ti a ruoli di responsabilità politiche, specie in situazioni di crisi economiche, per poi farli rientrare in banca, una volta sistemata, anzi, “regolarizzata” la situazione. Ricor- diamo che un altro protagonista di queste operazioni è stato l’ex Presidente del Con- siglio, Mario Monti, attivo consulente della Golden, salvatore della patria insieme alla signora Fornero. Insomma, questi benefattori, sono chiamati a salvare ciò che la loro classe ha contribuito a distruggere, e poi, dopo aver succhiato ai popoli quel poco che resta, tornano alle loro meritorie attività, fra gli osanna di giornalisti e politici, e le bestemmie dei poveri. La moneta col disegno del dollaro, cioè la finanza e le banche di rapina “eclissano” la Costituzione Italiana, tra i silenzi tombali dei partiti e gli starnazzi di stampa e televisione. Quest’ultima, una vera e propria camera a gas di cervelli, consente ad un perfetto cretino analfabeta di parlare autorevolmente, proporsi come Maestro a milioni di persone e far credere loro che stanno ascoltando un oracolo, un Messia. In questa epoca, in questo piccolo intervallo dentro il tempo smisurato del cosmo, noi contemporanei stiamo vivendo un’esperienza che non ha precedenti in tutta la storia dell’umanità. Per la prima volta, la specie umana fa i conti con la possibilità di sparire a breve termine, trascinando nella sua agonia altre specie viventi. È una condizione drammatica e, nello stesso tempo, assolutamente nuova, che nessun’altra epoca storica ha dovuto mai fronteggiare fino ad ora. In questo suo pregevole saggio, Montanari affronta queste ed altre problematiche, legandole alla situazione politica quale si è configurata con il governo Draghi e le sue “magnifiche sorti e progressive”. Per concludere, propongo la prima pagina del Manuale del Bravo Banchiere, che i due personaggi del quadro di Grosz, il generale e il capitalista, avrebbero certamente apprezzato, stampato e imposto ai propri dipendenti. Io sono il Dio Denaro, la Finanza la mia Signora, le Banche le mie figliuole. Distruggi la Natura: ne faremo una artificiale Destra, sinistra: una vale l’altra Sfrutta il capitale umano Globalizza la povertà Divinizza il mercato Smantella lo stato sociale Crea denaro dal nulla Criminalizza il disagio sociale (in fondo, è colpa loro) Narcotizza il dibattito politico Aderisci a conflitti armati per favorire le lobby delle armi Non desiderare la pace © Riproduzione riservata

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