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La Giornata della Poesia al Liceo Classico
15 maggio 2019

Sara Fiumefreddo «La poesia ci costringe ad abbassare la luce artificiale e torniamo a vedere il mondo mutilato e fragile» scrive Alessandro d’Avenia ne “L’arte di essere fragili”. Quel mondo mutilato e fragile percepito appieno dalla comunità scolastica del Liceo Classico “Leonardo Da Vinci” di Molfetta, che anche quest’anno celebra la poesia non solo come sinonimo di bellezza, ma anche, e soprattutto, come forma di comunicazione, umanità e impegno civile, aderendo all’iniziativa Arte Resistente. Una breve performance pregnante di significato apre la manifestazione del 21 marzo, data stabilita nel 1999 dall’Unesco come Giornata Mondiale della poesia: coppie di studenti, a turno, dispongono nella zona antistante l’atrio del Liceo mani realizzate con bottiglie di plastica e cartoncini. Mani protese verso l’alto, mani che gridano aiuto e che portano il nome, o solo il numero, di alcune delle 35000 vittime del Mediterraneo. Non a caso le classi IVA, IVB, VA hanno dedicato i loro caviardage al tema dell’immigrazione. «L’amicizia è un sogno ma non un ‘illusione» recita uno studente nella sua poesia piena di speranza. Piena di speranza quanto la canzone “Un giorno credi” di Edoardo Bennato, con cui si esibisce l’orchestra di istituto, facendo entrare in gioco in questo momento di condivisione anche la musica. Perché solo così il poeta, come dice Maxence Fermine, è davvero funambolo della parola. Senza mai scendere dal filo chiamato immaginazione, gli studenti continuano a condividere i propri elaborati, che trattano i temi più svariati, anche in lingua inglese e anche in tecniche compositive alternative al caviardage, come l’ippogramma, i testi monovocalici, il Limerick. Proprio perché la poesia è anche condivisione, la Giornata della poesia al Liceo Classico ha coinvolto anche alunni delle scuole medie “G. Pascoli” e “S.D. Savio” che si sono cimentati nei loro caviardage a tema libero, sprigionando la propria fantasia e tenendo a mente di “pensare agli altri”, come ricorda Mahmood Darwish nella poesia letta prima della conclusione della manifestazione, che non avrebbe potuto essere che l’inno alla vita dei Coldplay. Questo accostamento ricorda che in fondo vivere è pensare agli altri, a chi ha bisogno e non ha il coraggio di ammetterlo. Ma a questo ci hanno pensato le poesie, esposte sul cancello del Liceo, pronte a circolare per portare la bellezza.

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