La Fidapa di Molfetta ci racconta l'Italia dagli Anni Bui alla Rinascita
Primo evento della rassegna “Maggio Molfettese”: dalle auto e moto storiche, ai mobili e agli abiti d’epoca
MOLFETTA - L’Associazione Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari) rinnova l’appuntamento, ormai consolidato e gradito con il “Maggio Molfettese”. La prima iniziativa della rassegna è stata una mostra dedicata agli anni '40 e '50 (che sarà allestita fino al 13 maggio), periodo storico successivo agli Anni Ruggenti, argomento dell'edizione dello scorso anno, apprezzata sia dai cittadini molfettesi che dai cittadini delle città limitrofe.
Nello scenario di piazza Municipio è realizzato l’excursus storico e sociologico che ha visto protagonista l'eccezionale esposizione di auto d'epoca afferenti alla collezione privata dell’Associazione Aste e Bilancieri, e di moto d'epoca di proprietà dell'automotoclub della città di Bitonto, del Vespa Club di Santo Spirito-Palese e della collezione privata di Enrico e Siloio Perez provenienti dalla città di Bitonto, corredate dalle figure di alcune studentesse dell’Istituto di Istruzione Superiore Secondaria “A.Vespucci”, che hanno mostrato con grazia outfit autentici degli anni ’40 e ’50.
La presidente della Fidapa, Vanna La Martire, ha accolto i visitatori, spiegando la motivazione della scelta del tema di questo anno: “Dopo l’esplosione e la vitalità degli Anni Ruggenti, questo anno l’Associazione ha voluto puntare sugli anni ‘40-'50, con particolare attenzione alla donna e al ruolo che ha rivestito. Anni che hanno personificato la chiave di svolta che ha portato il popolo italiano a uscire dalle pessime condizioni degli Anni Bui, anni difficili per le sofferenze causate dalla Seconda Guerra Mondiale, e alla fioritura, caratteristica del periodo della Rinascita. Un percorso travagliato che ha l’intento di far comprendere come sacrifici e ristrettezze economiche, abbiano portato il popolo italiano al boom economico!” Il visitatore ha compiuto e compirà un volo pindarico, atterrando nel ricco panorama del percorso multimediale, allestito nella Sala dei Templari, che consta nella presentazione di documenti ufficiali, fotografie, abiti, mobili, oggetti rari dell'epoca come uniformi di soldati che hanno partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, dolcemente accompagnato dal suono delle melodie suonate dai grammofoni d’epoca.
Alla mostra ha presenziato la figura istituzionale dell’ Assessore alla Cultura Sara Allegretta, entusiasta del lavoro eseguito dall’associazione al femminile e dal ponte creatosi tra la Fidapa ed il direttivo del Comune, ha affermato: “Sono contenta di partecipare ad un appuntamento ormai consolidato di un’associazione che apprezzo molto. Ho favorito l’iniziativa con il sostegno del direttivo del comune per creare un filo conduttore tra le associazioni molfettesi ed il comune della città. Il coro attorno alla figura delle donne deve elevare la propria voce, infatti posso affermare in anteprima che si sta creando una commissione per le pari opportunità, la quale venerdì vedrà stabilito il proprio regolamento!”.
Inoltre l’intervento della professoressa e socia Fidapa Nanda Amato ha fornito dettagli sulla collaborazione giovanile studentesca: “Dal 2014 abbiamo decretato un concorso per tutte le scuole: dalle elementari ai licei per tener viva la memoria della Prima Grande Guerra. Il concorso ha evidenziato una presenza fattiva sia degli studenti interessati che delle scuole, cosa che ci ha positivamente colpito così abbiamo deciso di coinvolgere le scuole anche nell’iniziativa della mostra!”.
E infine la socia ed ex presidente Fidapa Angela Alessandrini ha ringraziato i vari esercizi commerciali ed associazioni che hanno contribuito con materiali d’epoca alla mostra: l’Associazione Eredi nella Storia e a.n.m.ig di Molfetta per quanto concerne il materiale militare; “Sogna e perdersi…negli abiti di un tempo” mostra permanente di abiti ed accessori d’epoca, situata ad Acquaviva Delle Fonti ed il laboratorio di restauro mobili ed oggetti d’arte di Molfetta “Gocce di memoria” di Domenico De Pinto.
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Autore: Marina Francesca Altomare