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La fantasia al potere del burattinaio mangiafuoco, ovvero la partecipazione all'incontrario per smantellare l’ospedale di Molfetta
21 ottobre 2017

MOLFETTA - Lunedì scorso in Consiglio comunale discutendo per un paio d’ore di sanità e dell'ospedale di Molfetta si sono toccate vette inesplorate di teatro dell'assurdo: approvato dalla sola maggioranza con 14 voti un Ordine del giorno improponibile e contrario allo Statuto, respinto dal presidente Nicola Piergiovanni, con un atto di inaudita arroganza e autoritarismo, senza sottoporlo al voto un Ordine del giorno presentato dall’ex sindaco Paola Natalicchio e sostenuto congiuntamente dalle opposizioni di sinistra e di destra (vedi Scheda allegata), respinti alcuni ragionevolissimi emendamenti presentati dalle opposizioni, assordante silenzio del sindaco Tommaso Minervini e dell’assessore competente dott. Ottavio Balducci.

La maggioranza che sostiene il sindaco Minervini ha proposto per bocca del consigliere Nicola La Forgia un Ordine del giorno su "Piano regionale di riordino ospedaliero: consultazione popolare sull'ospedale unico di I livello del nord barese". Cosa ci sia scritto in questo ODG non si sa perché non è stato mai letto in aula e quindi non potrà essere inserito nel verbale del Consiglio né nella relativa delibera.
Dalla presentazione fatta da La Forgia si apprendono una serie di simpatiche e fantasiose novità: a cominciare, per esempio, dall'esistenza di una "Consulta comunale di Molfetta" che nessuno sa cosa sia e che però sarebbe a detta di La Forgia tra le organizzazioni che hanno chiesto la presentazione di questo ODG.
Il succo dell'ODG dovrebbe essere la proposta di una consultazione popolare ai sensi degli artt. 53 e 59 dello Statuto comunale, attraverso una “raccolta di firme” da effettuare nei 6 (sei) Comuni che compongono il potenziale bacino di utenza dell’auspicato Ospedale unico di primo livello del Nord Barese, vale a dire Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo, Corato e Bitonto (sic!).

Credo sia davvero difficile accorpare tanti errori e orrori istituzionali in una proposta di Ordine del giorno (tanto per dirne uno, stupisce assai la presenza tra i sei Comuni per la prima volta di Bitonto che non ha mai fatto parte del Nord Barese e che è servito come tutti sanno dal vicinissimo Ospedale San Paolo e l’assenza di Bisceglie e Trani che proprio il Piano di riordino della Regione inserisce nell’ambito dell’Ospedale di primo livello del Nord Barese Area Adriatica) e stupisce che persone di lunga esperienza politica e amministrativa come il sindaco Tommaso Minervini, il presidente del Consiglio comunale Nicola Piergiovanni e il portavoce della maggioranza Antonio Ancona non solo abbiano finto di non vedere ma l’abbiano addirittura votato.

Vediamo cosa dicono gli artt. 53 e 59 dello Statuto comunale.

Art. 53 - Partecipazione popolare
1. La partecipazione popolare si esprime con il concorso diretto all’esercizio delle funzioni politico-amministrative.
2. Nelle forme previste dai successivi articoli e dal Regolamento della partecipazione, i cittadini contribuiscono con le loro proposte alla determinazione delle scelte ed alla formazione delle decisioni su temi di interesse collettivo.
3. Le disposizioni dell’intero Capo II, salvo quanto diversamente specificato dal Regolamento, si applicano, oltre che ai cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune, anche ai cittadini residenti che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età, ai cittadini dell’Unione Europea ed agli stranieri regolarmente soggiornanti nel Comune.

A parte il non indifferente particolare che l’intero Capo II per essere applicato avrebbe bisogno di un “Regolamento della partecipazione” che non è mai stato approntato né tantomeno approvato dopo ben 25 anni dall’approvazione dello Statuto nel 1992, vorrei far notare che protagonisti assoluti della «partecipazione popolare», che «si esprime con il concorso diretto all’esercizio delle funzioni politico-amministrative» sono i «cittadini» che «contribuiscono con le loro proposte alla determinazione delle scelte ed alla formazione delle decisioni su temi di interesse collettivo». Nella proposta di ODG invece assistiamo a un assurdo rovesciamento delle parti: i cittadini dovrebbero diventare “burattini” nelle mani di un “Sindaco Mangiafuoco” che muove i fili a sostegno di una politica sanitaria infausta che ha per protagonista il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Art. 59 – Consultazioni
1. Il Consiglio Comunale e la Giunta Comunale, in materia di esclusiva competenza del Comune, possono promuovere la consultazione di tutti i cittadini residenti che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età o di parti omogenee di essi in ragione dell’oggetto della consultazione, allo scopo di conoscere il giudizio in ordine ad iniziative, attività o provvedimenti di rispettiva competenza.
2. La consultazione può avvenire nella forma di volta in volta ritenuta dal Consiglio Comunale o dalla Giunta Comunale più idonea e, in particolare, attraverso assemblee, indagini-campione, questionari, mezzi informatici o telematici, sondaggi di opinioni. Deve comunque essere assicurata ogni garanzia in ordine alla chiarezza, l’intellegibilità e l’univocità del quesito, all’acquisizione  dei giudizi ed alla veridicità e autenticità dei risultati e di trasparenza nei mezzi utilizzati.

Il primo comma dell’art. 59 precisa alcune cose: l’iniziativa è del Consiglio Comunale o della Giunta Comunale, ma «in materia di esclusiva competenza del Comune» e riguarda «tutti i cittadini residenti che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età o di parti omogenee di essi in ragione dell’oggetto della consultazione».

Il secondo comma indica in quale forma può avvenire la consultazione: «attraverso assemblee, indagini-campione, questionari, mezzi informatici o telematici, sondaggi di opinioni». Non si parla di “raccolta di firme”. E non poteva essere diversamente, perché la raccolta di firme in italiano si chiama “petizione”, ed è prevista infatti dall’art. 61 dello Statuto («1. I cittadini residenti nel Comune, possono rivolgere, singolarmente o in forma associata, petizioni al Consiglio Comunale e alla Giunta Comunale, nell’ambito delle materie di rispettiva competenza, nonché proporre l’adozione o la revoca di deliberazioni. 2. Le petizioni sono sottoposte dal Sindaco o dal Presidente del Consiglio all’esame del competente organo collegiale, nella prima seduta utile. L’organo collegiale adotta entro sessanta giorni motivata decisione da notificare al primo firmatario.») e perfino all'art. 50 della Costituzione: «Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità». Ma, attenzione, la petizione è una iniziativa dei cittadini che si rivolgono all’ente pubblico, non il contrario.
Da qualsiasi punto di vista si guarda all’Ordine del giorno sull’Ospedale unico di primo livello approvato dal Consiglio comunale risulta evidente che si sia trattato di una colossale fesseria, che non potrà in alcun modo essere messa in atto, se non a costo di violare lo Statuto e il comune buon senso.

 
Mi sono chiesto a lungo di chi possa essere stata davvero l’iniziativa di una cantonata tanto plateale e alla fine l’arcano è stato svelato da un post su Facebook (nella foto sotto) del dott. Carlo Curatolo, Dirigente Medico presso il reparto di Urologia dell’Ospedale di Molfetta e «delegato trattante Anpo Ascoti Fials»: «La consultazione popolare è una richiesta specifica del Presidente Emiliano». Ecco chi è dunque il vero burattinaio Mangiafuoco, e a ben guardare gli somiglia davvero. 

Ecco l'ordine del giorno dei consiglieri dell'opposizione di sinistra: Paola Natalicchio, Gianni Porta e Antonello Zaza:

Ordine del Giorno per la modifica del Piano Regionale di Riordino Ospedaliero, per il finanziamento dell'Ospedale del Nord Barese e per il potenziamento dei servizi territoriali del distretto ASL

Premesso che

con Regolamento di Giunta Regionale n. 7 del 10.3.201, pubblicato sul BURP n.32

del 14.3.2017, la Giunta Regionale pugliese ha approvato il Piano di Riordino

Ospedaliero regionale, determinando che l'Ospedale di Corato diviene Ospedale di

I livello, con prospettiva di chiusura per confluire nell'Ospedale di Andria; l'Ospedale

di Molfetta diviene Ospedale di Base, con prospettiva di chiusura per confluire con

gli ospedali di Bisceglie, Trani e Terlizzi nell'Ospedale del Nord Barese Area

Adriatica; l'Ospedale di Terlizzi chiude e viene riconvertito in Presidio di Post Acuzie

(Lungodegenza e Riabilitazione);

il Piano di Riordino ha deliberato una media di 2,76 posti letto per mille abitanti e

quindi circa 1000 posti letto in meno rispetto allo standard nazionale (3 per mille). Il

territorio del Nord Barese (Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Trani, Terlizzi, Ruvo,

Corato) viene ancor più penalizzato, riducendo a 388 i posti letto per una

popolazione di oltre 300 mila abitanti, con una media di 1,3 posti letto ogni 1000

abitanti. Il numero dei posti letto per abitante è il più basso in assoluto di tutta la

Puglia e uno dei più bassi in tutta Italia;

la scadenza sostanziale di applicazione del Piano per gli ospedali da riconvertire è

il 30.6.2018, mentre per i reparti da chiudersi e spostare in altre sedi il processo si

svolgerà tra novembre 2017 e dicembre 2018;

l'Ospedale di Molfetta, secondo il Piano di Riordino, perde i reparti di Urologia,

Cardiologia e l'ambulatorio di Pediatria, subendo un sostanziale declassamento e

con pericolose conseguenze sulla sicurezza della struttura, stanti le ripercussioni

della chiusura di cardologia anche sui reparti di ortopedia e chirurgia.

Considerato che

l'ultima versione del Piano di Riordino contiene un riferimento esplicito alla nascita

dell'Ospedale del Nord Barese e non contiene, altresì, alcun riferimento esplicito

alla nascita di un ospedale unico nel territorio di Molfetta-Terlizzi-Ruvo-Corato;

per l'Ospedale del Nord Barese, tuttavia, non è indicato in delibera alcun

finanziamento che ne garantisca la realizzazione in tempi adeguati;

Valutato che

a fronte del grave ridimensionamento dell'Ospedale di Molfetta, nessun

potenziamento dei servizi territoriali di base facenti capo al distretto ASL è stato

previsto;

la situazione delle liste d'attesa per l'accesso ai più comuni servizi territoriali erogati

dal nostro poliambulatorio è, ad oggi, insostenibile per la gran parte dei cittadini,

anche a causa della carenza di ore specifiche assegnate al personale sul servizio

territoriale;

spesso i cittadini rinunciano alle cure non avendo la possibilità di pagarsi le

prestazioni;

l'attuale direzione del Distretto si sta virtuosamente spendendo con la direzione

generale Asl per assicurare i servizi di geriatria, ortopedia, urologia e fisiatria, ad

oggi senza alcun risultato.

Tutto ciò premesso, considerato e valutato

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA

il Sindaco e la Giunta Comunale ad attivarsi:

1) per ottenere dalla Giunta Regionale la modifica della delibera di approvazione

del Piano di Riordino, chiedendo di non trasferire l’Urologia da Molfetta al San

Paolo, anche perché unico reparto tra Bari e Andria; di non trasferire a Corato gli 8

letti di Cardiologia; di mantenere funzionanti i 24 posti di Chirurgia, i 6 di Nefrologia

aggregati alla Medicina e tutti i servizi attivi compreso l’ambulatorio di Pediatria;

2) per ottenere dalla Giunta Regionale la modifica della delibera di approvazione

del Piano di Riordino, con un preciso impegno finanziario a favore dell'Ospedale

del Nord Barese Area Adriatica;

3) per trattare con la direzione generale della Asl il potenziamento dei servizi

territoriali di base facenti capo al distretto, al fine di abbattere i tempi delle liste di

attesa divenuti insostenibili per la gran parte dei servizi.

Molfetta, 16.10.2017

I consiglieri comunali

Paola Natalicchio

Gianni Porta

Antonello Zaza

Autore: Mimmo Favuzzi
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