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La difficoltà delle lezioni a distanza per i disabili
15 aprile 2020
Il diffondersi repentino del contagio e l’improvvisa chiusura delle scuole dagli inizi di marzo. Per tanti genitori è stato uno stravolgimento dell’organizzazione familiare, inaspettato e difficile da gestire. La questione dell’insegnamento si è posta subito e per questo si è cominciato a parlare, poco dopo la chiusura delle scuole, di didattica a distanza e di come organizzarla. La maggior parte delle scuole era impreparata all’adozione di nuove modalità di insegnamento, tuttavia gli insegnanti, guidati dai dirigenti e grazie al lavoro dello staff, si sono subito attivati e per prima cosa hanno incominciato a inserire, sul registro elettronico a cui avevano accesso anche i genitori degli alunni, le consegne scolastiche da far svolgere giornalmente. Si sono svolte le prime riunioni on-line tra gli insegnanti e il passo successivo è stato l’organizzazione di video-lezioni per piccoli gruppi di alunni. Alcuni lo hanno fatto subito e con successo tenuto conto che l’organizzazione, a livello di scuola primaria, è più difficile. E gli alunni disabili, con i quali è già difficoltoso lavorare in presenza? Molti insegnanti di sostegno hanno, da subito, continuato a mantenere il contatto con i loro alunni mettendo a disposizione della famiglia il loro numero personale. Oltre a seguire gli alunni da un punto vista affettivo-relazionale, attraverso conversazioni telefoniche, gli insegnanti hanno incominciato, dopo pochi giorni, a seguirli nuovamente anche da un punto di vista didattico attraverso video-lezioni giornaliere. Tuttavia le famiglie di alcuni di alunni non hanno né la connessione ad internet, né dispositivi a cui collegarsi e, dunque, viene utilizzata l’applicazione di Whatsapp per effettuare le videochiamate. Come molti sanno, la connessione su questa applicazione è instabile, lo era già quando le linee telefoniche non erano sovraccariche. Che cosa accade? Il collegamento si interrompe più volte nel corso dello svolgimento della stessa lezione e non è positivo. Le interruzione ripetute distolgono l’alunno disabile dalla consegna che sta svolgendo e rendono difficile la riacquisizione della concentrazione sul compito. Un insegnante di sostegno afferma: “Il nostro è un lavoro che si basa sulla vicinanza e sul contatto con l’alunno in difficoltà e dunque è problematico svolgerlo a distanza”. Sono alunni che, in parte seguono il percorso didattico della classe e in parte lavorano in modo individualizzato allo scopo di consolidare determinate abilità. L’organizzazione didattica è la stessa anche nell’insegnamento a distanza. Solo che nelle lezioni a distanza la capacità di attenzione dell’alunno disabile, che è già limitata, diminuisce ancor di più. La produttività, dunque, non è alta, in due ore si riescono a completare al massimo una o due schede di materie diverse, si riesce a leggere e comprendere un testo ed ad intrattenere una breve conversazione. Inoltre, diversamente dalle lezioni in presenza, in cui si è fisicamente vicini all’alunno, nella didattica a distanza non si riesce consultare il quaderno e l’insegnante non si rende conto di come l’alunno proceda, deve essere quest’ultimo a riferire ciò che scrive e quindi, ben si comprende come, per portare a termine ogni consegna, serva molto più tempo. Il lavoro didattico è estremamente rallentato, è difficile vedersi e comunicare efficacemente attraverso un piccolo schermo di cellulare. Ma vi è da considerare anche il discorso motivazionale, l’alunno comprende, se non adeguatamente supportato dalla famiglia, che la didattica a distanza è una situazione a cui può sottrarsi più facilmente rispetto a quella scolastica, in cui lavorava insieme ai suoi compagni e con altri insegnanti. Un’altra difficoltà riscontrata è che ci sono famiglie con più figli, che frequentano classi diverse, per cui il telefono è conteso da più persone e dove vi è un computer, avviene la stessa cosa, complicata anche dal fatto che molti genitori lavorano in modalità smart-working (lavoro-intelligente a distanza) dal loro domicilio. Quindi il problema dei devices, della dotazione tecnologica da parte delle famiglie è un problema reale e che ostacola in modo decisivo l’insegnamento a distanza, a maggior ragione quello rivolto agli alunni disabili. Le scuole, per conto del Ministero, hanno chiesto alle famiglie di compilare questionari on-line per capire quante di loro non hanno possibilità di accedere alla connessione internet per mancanza di una strumentazione adeguata e quindi quale sarebbe il numero reale di alunni che, in queste particolari circostanze, sarebbero completamente esclusi dal percorso formativo. L’intento è di fornire a queste famiglie economicamente disagiate la strumentazione tecnologica tramite un acquisto diretto da parte della scuola o tramite una concessione in comodato d’uso. © Riproduzione riservata
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