La Costituzione? E' un gioco da ragazzi spiegato in un libro
Nel gioco è insita una dirompente carica educativa, purché si comprenda la necessità di condurre l’attività ludica secondo regole ben codificate, senza lasciarsi irretire dal fascino delle scorciatoie. È quanto ci ricordano nel bel volumetto È un gioco da ragazzi Domenico Facchini e Corrado la Grasta, che si avvalgono dell’ausilio della passione calcistica, innata soprattutto nel giovanissimo pubblico maschile, per avvicinare i ragazzi alla complessa, sfaccettata realtà della Costituzione italiana. Il libello, edito da Ave, vanta due prefatori d’eccezione in Bruno Pizzul e Cesare Prandelli e può risultare senz’altro un valido strumento di supporto alla prassi didattica di Cittadinanza e Costituzione. Il volume consta di due sezioni. La prima è il racconto della vicenda di una squadra di calcio, la Fulgor 39, composta da cinque studenti di scuola media, che si apprestano ad affrontare il torneo cittadino con tanti sogni nel cuore e soprattutto il desiderio di scrollarsi di dosso l’etichetta di “squadra simpatia”, e, tra le righe, di formazione “materasso”. Sin dal momento dell’iscrizione, gli scalcinati fulgoristi cercheranno di aggirare il regolamento, richiedendo una deroga per l’esibizione del certificato medico di uno dei componenti, Davide. Severamente redarguiti dal custode del campetto sportivo, il signor Franco, detto Gufo Burbo per i suoi atteggiamenti scontrosi, sperimenteranno, spinti dalla necessità, come lo spirito di squadra sia necessario al superamento di ogni avversità. Forti di tale certezza, accoglieranno nel team Omar, il nipotino di colore del Signor Franco, che si rivelerà una risorsa fondamentale per il gruppo. La Fulgor 39 diverrà la rivelazione del torneo, ma soprattutto quell’estate sarà una tappa fondamentale nella formazione dei giovani protagonisti, una sorta di iniziazione all’età adulta. In particolar modo, l’io narrante, Filippo, ritroverà nell’apparentemente accigliato signor Franco quella guida che gli era venuta a mancare con la prematura morte del padre. Deciderà di porsi al servizio della comunità, conscio che, come nel calcio, anche nella convivenza civile esistono delle regole, il cui rispetto è fondamentale per la costruzione di una società migliore. In un momento in cui i successi della nazionale azzurra galvanizzano il pubblico italiano, questo manuale insegna come dal calcio, che negli ultimi anni nel nostro Paese ha mostrato in più occasioni il proprio lato oscuro, tra combine, stipendi miliardari e scandali di ogni sorta, si possa ancora apprendere a diventare uomini e corretti cittadini. Se il racconto della prima sezione è finalizzato a educare i giovanissimi alla legalità e al rispetto delle regole, la seconda parte di È un gioco da ragazzi stabilisce un collegamento con la Costituzione. Gli autori adducono e commentano alcuni articoli di quello che è “un manuale d’istruzioni per la vita di ogni uomo e di ogni cittadino, perché ci dà le regole di comportamento fondamentali”. Insistono sull’identità nazionale e i suoi simboli, muovendo dal tricolore e dalla sua storia, che rimonta al 1797 e alla Repubblica Cispadana, per poi approdare all’inno di Goffredo Mameli, musicato da Michele Novaro. Particolarmente interessante è la sezione sui Padri e le Madri della Costituzione, una collana di biografie non solo dei membri dell’Assemblea Costituente, ma in generale di personaggi che hanno incarnato i valori costituzionali nella prassi quotidiana. Da Alcide de Gasperi ad Aldo Moro, da don Lorenzo Milani a Gaetano Salvemini, da Nilde Iotti ad Armida Barelli, il giovanissimo lettore è edotto sull’operato di tali personaggi e può imparare a conoscerli meglio. Lo stesso discorso vale per i Presidenti della Repubblica, passati in rassegna a partire dal De Nicola, nelle pagine conclusive del libello. Un opuscolo che esalta il valore dello studio della storia e conosce i suoi punti di forza nell’esperienza didattica di Domenico Facchini e nella familiarità con gli “spettacoli e laboratori per bambini e ragazzi” dell’attore di teatro Corrado la Grasta, fondatore con Giulia Petruzzella del Teatro dei Cipis. In particolare, l’episodio della celeberrima “partita della morte” giocata dalla Dinamo Kiev di Trusevich e Goncharenko durante l’occupazione tedesca dell’Ucraina rappresentava uno dei momenti di maggior emozione dello spettacolo, con la Grasta a fungere da unico performer, “M120XM90”. Educare le giovani generazioni al rispetto delle regole non è propriamente un gioco da ragazzi in una società che, soprattutto ai più elevati livelli della piramide sociale, erige la scorciatoia a sistema di vita. Questo volume, tuttavia, rappresenta un tentativo coraggioso e pregevole in tale direzione.
Autore: Gianni Antonio Palumbo