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La Corte dei Conti bacchetta il bilancio del Comune di Molfetta Sforato il patto di stabilità interno
15 dicembre 2006

Cartellino giallo dalla Corte dei Conti per il Comune di Molfetta. La Sezione Regionale di Controllo dell'organo di magistratura contabile, cui spetta il compito di vigilare sulla regolarità dei bilanci degli Enti locali, ha infatti accertato, con una deliberazione dello scorso 7 novembre, che il nostro Comune ha “sforato”, con il bilancio di previsione del 2006 (che, è bene precisarlo, è stato approvato dal commissario prefettizio durante la gestione commissariale dovuta alla caduta dell'amministrazione guidata da Tommaso Minervini), il patto di stabilità e cioè quel meccanismo che impone a Comuni e Province vincoli di bilancio e tetti di spesa al fine di ridurre il deficit pubblico complessivo. In sostanza, considerata la situazione molto delicata dei conti pubblici dello Stato, anche i Comuni vengono chiamati a contenere le spese ed a “stringere la cinghia”, tagliando costi inutili, sprechi, contributi a pioggia e quant'altro. Evidentemente così non ha fatto il Comune di Molfetta che, per l'esercizio 2006, aveva previsto, per la spesa di parte corrente (quella, cioè, che serve a garantire i servizi ai cittadini, a pagare gli stipendi ed a far fronte alle spese generali di gestione dell'Ente), un ammontare complessivo netto di 18.520.000 euro a fronte del limite stabilito di 15.710.000. Tale limite viene ricavato applicando una riduzione del 6,5 % rispetto all'ammontare della spese corrente impegnata nell'anno precedente. Dunque il Comune di Molfetta ha “sforato” il patto di stabilità per oltre 2 milioni e ottocentomila euro. Una enormità. Ma l'elemento più grave, evidenziato dalla Corte dei Conti, è che non solo il Comune non ha limitato la spesa corrente, ma l'ha addirittura aumentata. Le conseguenze per la violazione del patto di stabilità sono gravi e vanno dall'assoluto divieto di assunzione di personale (anche a tempo determinato o Co.Co.Co.) fino all'impossibilità di contrarre mutui e prestiti, passando per una ulteriore riduzione delle spese per acquisti di beni e servizi. Il Consiglio Comunale è stato chiamato, dunque, in una seduta appositamente convocata e tenutasi lo scorso 27 novembre, a prendere atto della pronuncia della Corte dei Conti ed a individuare i possibili rimedi per far rientrare il bilancio nei parametri di legge. Inevitabilmente la discussione, da un piano squisitamente tecnico, si è presto spostata su valutazioni di carattere politico con la maggioranza di centrodestra pronta a “scaricare” la responsabilità di questa situazione al commissario prefettizio ed all'amministrazione precedente, guidata da Tommaso Minervini, e l'opposizione di centrosinistra ad evidenziare come quella amministrazione era sostenuta dagli stessi partiti che oggi sono al governo della città. In particolare Nino Sallustio, consigliere comunale della Margherita, ha evidenziato “la gravità del provvedimento adottato dalla Corte dei Conti e l'incapacità dell'amministrazione di porre rimedio ad una situazione contabile fuori controllo”. A queste accuse hanno replicato l'assessore al Bilancio, Mimmo Corrieri, ed il Dirigente del Settore Economico e Finanziario del Comune, Luigi Panunzio, i quali hanno sottolineato innanzitutto come il Comune di Molfetta si trova “in buona compagnia”, avendo sforato il medesimo patto di stabilità quasi la metà dei Comuni italiani ed una percentuale elevatissima di Comuni pugliesi (compreso il Comune di Bari). Ma il dott. Panunzio non si è fermato qui e nella sua dettagliata relazione ha evidenziato come il raggiungimento degli obiettivi fissati dal patto di stabilità fosse quasi impossibile per il Comune di Molfetta anche a causa della “struttura” del nostro bilancio che presenta una serie di rigidità (relative, per esempio, ai costi per il personale) sulle quali risulta estremamente difficile operare al fine di tagliare la spesa corrente complessiva. “Tra l'altro – ha sostenuto Panunzio – il patto non fa sconti a città come la nostra che nel frattempo sono cresciute e stanno ancor più crescendo dopo essere uscite da un blocco dell'edilizio di circa vent'anni”. Questa crescita, è il ragionamento del dirigente del Settore, impone al Comune la necessità di garantire nuovi e maggiori servizi con conseguente aggravio di costi che incidono pesantemente sulla spesa corrente. Ma Panunzio ha lanciato anche un vero e proprio grido di allarme: “L'unica strada percorribile per tendere al raggiungimento degli obiettivi fissati dal patto di stabilità, rimane solo quella della riduzione dei servizi offerti o del loro ridimensionamento. Ma questa strada – ha proseguito Panunzio – trova i suoi irti ostacoli sia di ordine amministrativo, sia di ordine programmatico che di ordine sociale”. Tuttavia stando alla relazione del dott. Panunzio ed a quella dell'assessore Corrieri, non è stata, in questo periodo, con le mani in mano ed ha posto in essere una serie di iniziative per fronteggiare la situazione, partendo da un “drastico taglio a tutte le spese che possono considerarsi non indispensabili come quelle di natura culturale, ricreativa di promozione turistica e di promozione sportiva”. Al termine della discussione il Consiglio Comunale ha approvato a maggioranza (con il voto contrario del centrosinistra) una delibera con la quale si “invita l'amministrazione comunale a continuare ad attivare ogni utile azione di contenimento della spesa corrente nella piena realizzazione di una sana gestione finanziaria dell'Ente e di attivare tempestivamente la preparazione degli atti di programmazione per l'esercizio 2007 tenendo conto dei vincoli e delle limitazioni conseguenti al mancato rispetto del patto di stabilità interno”. L'approvazione del Bilancio di previsione per il 2007 dovrà avvenire entro il prossimo 31 marzo e, di sicuro, non sarà una impresa facile, per l'assessore Corriere, cercare, stavolta, di far quadrare i conti per evitare ulteriori sanzioni.
Autore: Giulio Calvani
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