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La città non ha dimenticato il suo sindaco Messa e concerto in ricordo di Gianni Carnicella scomparso 10 anni fa
15 luglio 2002

Sono passati 10 anni da quel fatidico 7 luglio 1992, da quando un orrendo delitto è stato perpetrato nella civilissima Molfetta. Eppure la città è ancora sgomenta al ricordo dell'omicidio del sindaco Gianni Carnicella. Così tratteggiava quell'avvenimento don Tonino Bello nell'omelia per il rito funebre: “Un permesso negato, per oggettive ragioni di sicurezza, all'ambigua manifestazione del cantante di turno. La minaccia intimidatoria dell'organizzatore, sui gradini di una chiesa. La resistenza ferma e dignitosa del sindaco. Poi il fucile a canne mozze che, a distanza ravvicinata, ha chiuso il discorso”. La città sembra non aver dimenticato Gianni Carnicella. L'amministrazione comunale a nome della cittadinanza ha voluto ricordarlo ancora con una messa solenne presieduta dal vescovo mons. Luigi Martella (concelebrata da don Giuseppe Magarelli e don Michele Amorosini) proprio sul luogo dell'orribile misfatto, quella che un tempo si chiamava via Tattoli e che oggi è proprio via Carnicella. Una sede doppiamente simbolica ha fatto da cornice alla cerimonia: non solo il luogo dell'assassinio, ma anche il punto d'unione tra due edifici, il Comune e la Chiesa, tra l'istituzione politica e la trascendenza spirituale, concretamente collegate attraverso la scalinata che congiunge la chiesa di San Bernardino e il Comune di Molfetta. Numerosi i politici che hanno partecipato alla celebrazione eucaristica, non solo le nuove leve della politica cittadina, ma soprattutto i vecchi colleghi di Gianni Carnicella, coloro che lo avevano affiancato nel pieno, seppur breve, esercizio delle funzioni di sindaco e prima ancora nelle file della sezione locale della DC del cui direttivo aveva fatto parte. L'attuale sindaco, Tommaso Minervini, ha più volte sottolineato la statura politica di Gianni Carnicella, un uomo che veniva fuori dalla crisi della classe politica della Prima Repubblica e basava il suo pubblico impegno sulla sfida aperta all'illegalità e ai “mestieranti della legalità”. Minervini lo ha definito “testimone dell'ardimento e del coraggio, uomo dal forte senso dell'istituzione con cui giungeva anche a identificarsi. Erano i valori cattolici, la solidarietà, il pragmatismo salveminiano a ispirare il suo operato, la passione e l'amore per la città a indirizzare la sua apertura politica”. Tommaso non ha nascosto le discussioni avute con Gianni Carnicella, però le ha attribuite alla fermezza dell'ex sindaco nel ricoprire il suo ruolo pubblico e al suo forte senso delle istituzioni. Riprendendo in più occasioni l'omelia di don Tonino per la messa funebre, Minervini ha ricordato che Gianni Carnicella non può essere “né un eroe né un martire”, la sua è piuttosto una tragedia umana da cui è scaturita la catarsi della città. A suo avviso ciascun cittadino ha il compito di difendere la propria città, al di là di qualsiasi appartenenza politica; quanto a lui vi è l'onere e l'onore di difendere la fascia tricolore di sindaco, simbolo della città e di una funzione che lo porta a tutelare il prestigio di Molfetta. il sindaco ha auspicato anche un impegno delle istituzioni cittadine, dei politici locali e anche della stampa nel farsi portatori di segni di conversione comunitaria per poter migliorare la convivenza civile. Altrettanto forti le parole del vescovo, don Luigi Martella. Pur non potendo e non dovendo giudicare colui che ha compiuto il crimine, perché ingiustificabile resta l'eliminazione della vita umana, sono comunque da fare due considerazioni. “Occorre innanzitutto vigilare per non lasciar spazio alla violenza: dove c'è un vuoto di valori è più facile che questa si sviluppi. Nessun cristiano può dimenticare o delegare ad altri questo suo compito. In secondo luogo – ha continuato il vescovo -, siamo tutti tenuti a collaborare per il buon funzionamento delle istituzioni civili e democratiche, soprattutto per chi vi è preposto. Chi ricopre cariche amministrative è consapevole di dover prestarsi al servizio, al sacrificio quotidiano, alle rinunce personali e alle mediazioni. Gianni Carnicella ha pagato per questo il suo servizio alla città”. Don Gino ha invitato non solo a ricordare, ma a impegnarsi per la comunità cittadina facendo tesoro della tradizione migliore. Per un futuro migliore bisognerebbe far emergere il primato della spirito. La celebrazione eucaristica è stata animata dal Coro Polifonico “L. Capotorti” diretto dal M.o Antonio Magarelli che ha poi concluso il rito con l'impeccabile esecuzione del “Requiem” di G. Puccini. Antonella Lucanie
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