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La cassetta cannibale, Equitalia e il pignoramento del portafogli
27 luglio 2012

MOLFETTA - Una volta, andavi ad aprire la cassetta della posta con gioia, magari perché aspettavi una cartolina o una lettera d'amore. Vivevi normalmente, vivevi come un uomo avrebbe diritto di vivere, serenamente. Da qualche anno a questa parte aprire la cassetta della posta è diventato un incubo. Nelle sue vicinanze, frequenza cardiaca e ansia aumentano fin quasi a indurre una sensazione di apnea. 
La cassetta della posta è diventata come una pianta carnivora che divora la mano, pronta a fagocitare del tutto portafogli e conto in banca. Vorresti cementificarla, vorresti murarla, vorresti sfasciarla con un machete. Abbatterla. Non passa giorno marchiato da un balzello da pagare, una contravvenzione, una cartella di Equitalia, una lettera minatoria dell'avvocato pronto a contestare l’inverosimile. S’inventano qualsiasi meccanismo per stillare soldi e, soprattutto nel caso di Equitalia, si tratta molte volte di somme non dovute di cui è necessario dimostrare la non esigibilità, con tutto lo stress e la perdita di tempo conseguente: telefonate e accessi agli uffici (in)competenti, dopo i rimbalzi da un ufficio all'altro, da una città all'altra come una pallina di gomma. 
La cassetta è diventata un incubo. Ti svegli la mattina con il terrore della cassetta. Torni dal lavoro con il terrore della cassetta. Torni dalle vacanze o dal viaggio di nozze con il terrore della cassetta. Nessun risparmio nemmeno di ritorno da un pellegrinaggio e, se sei un buon cristiano, ti consoli perché è l’ennesima croce da dover sopportare. Magari, quando oramai sei sicuro che nessuna “lettera minatoria” sarà recapitata durante il giorno, il pomeriggio squilla il citofono per un telegramma o una imposta da pagare entro cinque giorni, pena il pignoramento.
Il cittadino italiano vive le sue angosciose giornate non solo nell'incubo quotidiano dello spread, dell'aumento dell'età pensionabile, del licenziamento, della crisi economica, ma soprattutto nel terrore della “cassetta cannibale”, pronta a divorarlo in ogni momento, pronta ad indurlo al suicidio o a invocare il “tanto peggio” come il “tanto meglio”. Eppure il terrore genera altro terrore: ad ogni azione corrisponde una reazione. Siamo tutti vittime ogni giorno di queste “bombe a grappolo”. È assurdo pretendere di restare inermi all'infinito, sotto questa perenne “pioggia acida”.
 
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Nicola Squeo
 
 
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