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La “camera degli sposi” anche a Molfetta: per un improbabile sviluppo del territorio
09 novembre 2012

MOLFETTA - La «Camera degli Sposi», chiamata nelle cronache antiche «camera picta» (camera dipinta), è una stanza collocata nel torrione nord-est del Castello di San Giorgio di Mantova. È celebre per il ciclo di affreschi che ricopre le sue pareti, capolavoro di Andrea Mantegna, realizzato tra il 1465 e il 1474. Anche Molfetta avrà la sua «camera picta», un altro “gioiello” della nuova “portland” barese.
Con una determina del Settore Lavori Pubblici l’amministrazione Azzollini ha affidato l’incarico per allestire alcune strutture del Comune di Molfetta come sala matrimoni (onorario presuntivo di 6.292 euro). Noblesse oblige nella città-piazza, dove si vende di tutto dappertutto alla rinfusa e dove i “faraoni” della frutta hanno innalzato piramidi di cassette.
In sostanza, altri soldi pubblici saranno “investiti” per impreziosire e abbellire una delle più “famose” sale molfettesi con fiori d’arancio o confetti, con la filodiffusione per l’ascolto registrato di marce nuziali o un filone di nutella offerto agli sposi dopo lo scambio delle promesse (usanza che richiamerebbe alla memoria il pacchiano festeggiamento in camion del centrodestra nel 2008).
Persino una delibera giuntale dello scorso settembre, con cui si approvava il piano dettagliato degli obiettivi per l’esercizio in corso, ratificava proprio questo futuro allestimento. Per perseguire l’importante obiettivo di programma politico-amministrativo, al Servizio Demografico sono bastati pochi giorni per individuare e incaricare «apposite professionalità per realizzazione di interventi architettonici o di interior-designer finalizzati a rendere al meglio l’idea progettuale a vantaggio anche dello sviluppo del territorio».
Insomma, un obiettivo degno di un’amministrazione comunale che intende cambiare e riqualificare l’organigramma burocratico comunale: è risibile leggere nella determina che l’allestimento della sala matrimoni è un progetto «a vantaggio anche dello sviluppo del territorio». Forse, pianteranno anche un albero d’ulivo nella sala, con targhetta commemorativa pro bono pacis dell’assessore che taglia e pianta alberi dappertutto, manco fosse un boscaiolo modello.
La stessa spesa, pur se minima, poteva essere indirizzata su altri obiettivi della stessa entità economica, ma di maggiore importanza: è incomprensibile il nesso logico, amministrativo e tecnico tra sviluppo del territorio e “camera degli sposi”. Si potrebbe altrettanto pensare che per riqualificare il territorio agricolo, facciamo costruire ville e villoni dappertutto, perché così almeno i giardini sono ordinati con buona pace dei secolari alberi d’olivo. È il leitmotiv di questi politici: trasfigurare l’assurdo in ordinaria amministrazione.   
È quantomeno sintomatico che il Comune di Molfetta, come dichiarato nella determina, non abbia professionisti in grado di dedicarsi nel tempo lavorativo (e non come straordinario) alla progettazione della “camera degli sposi”: infatti, se nella determina si adduce come scusante la catena dei pensionamenti, come e dove sono stati collocati i dipendenti assunti nel 2011 dal Comune di Molfetta (uno dei Comuni più “intruppato” di dipendenti in Italia in rapporto al suo numero di abitanti) su ispirazione dell’amministrazione Azzollini?
Non è in discussione la legittimità di quelle assunzioni in massa (di sicuro non dipese da “altro ragionamento”), propagandate in più sedi e occasioni dall’amministrazione, ma la sua opportunità economico-finanziaria e professionale: il Comune oggi non può fronteggiare con adeguatezza e serenità il depauperamento delle risorse umane, nonostante le assunzioni del 2011 che, secondo una logica deduzione, non sono state professionalizzati, tantomeno professionalizzate con corsi ad hoc.
Non esiste un geometra o un ingegnere comunale capace di allestire la “camera degli sposi”: estinzione della specie. Una vera e propria situazione emergenziale (in altre determine si segnala la mancanza di professionisti esperti in Comune) che gli uffici comunali risolvono con il ricorso a professionisti privati ed esterni, la cui parcella peserà de facto su un bilancio comunale già in affanno (in pratica, sarebbe assimilabile allo straordinario di un dipendente comunale professionista).
Tra l’altro, il Comune non potrebbe nemmeno assumere altro personale: non solo i costi del personale sono già indigesti alle poste contabili di bilancio (come Quindici spiegherà nel prossimo numero in edicola il 15 novembre), ma il programma del fabbisogno comunale, secondo indiscrezioni interne, starebbe addirittura per implodere.
Sarebbe stato interessante capire lo stato attuale delle sale matrimoni, assente piè pari dalla determina: potrebbe anche essere realmente pessimo e, dunque, bisognoso di un’immediata riqualificazione, ma il cittadino ha il diritto di conoscerne lo status quo cogente che giustifichi l’affidamento dell’incarico e elimini qualsiasi sospetto o perplessità. Non si specificano nemmeno le «condizioni previste per affidare ad un tecnico esterno»: la trasparenza, anche questa volta, non risponde all’appello.
 
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Autore: Nicola Squeo
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Oggettivamente, questa testata negli ultimi 10 anni ha svolto un ruolo insostituibile di reale opposizione non tanto e non solo ad una maggioranza politica, ma ad un sistema di potere che, tra le tante aberrazioni, ha inquinato anche l'opposizione. E' evidente, questa cosa è inutile negarlo e la decisione del PD, ultima è stata assunta più per disciplina di partito che per reale convinzione, quasi con rassegnazione. Non c'erano altre candidature, forse non abbiamo voluto realmente ricercarle, o forse qualcuno ha veramente giocato troppo alla politica, in tempi nei quali invece vanno risvegliate le coscienze e le energie migliori di questa città, non lo so, certo, inizio ad avere dubbi e ripensamenti. Forse abbiamo fatto la cosa più sbagliata che si poteva fare. Adesso, però, si presenta questa opportunità, questo "esame di riparazione". Non sprecarlo Cetto, io spero tu non l'abbia fatto solo per tenere al centro dell'attenzione il tuo giornale (un tuo chiodo fisso), anzi, spero che tu voglia veramente fare qualcosa, per smuovere le acque. Non condivido sempre la linea dei tuoi collaboratori, lo sai, però, in quest'immobilismo totale, ben venga una bella sferzata, chissà che... nella storia, a volte è la casualità a farla da padrona. Un piccolo suggerimento però: una decisione così importante, non la devi prendere solo tu e i tuoi collaboratori attuali, ma devi, convocare una riunione allargata, a tutti i tuoi vecchi amici (quelli che vorranno partecipare ovviamente), a tutti i tuoi collaboratori del passato, superando i rancori personali. La ragione è molto semplice: se dobbiamo costruire, dobbiamo unire, anche nell'interesse della libertà e della democrazia in questa città. Fallo Cetto, fallo, aspettiamo, non ci deludere e, se hai scherzato, adesso questo scherzo tu puoi farlo diventare realtà. Tu sei l'unico adesso, in questo momento che può farlo. e sai che ti dico: sarebbero inutili a quel punto anche le primarie, io penso che non avrebbe neppure senso per gli altri parteciparvi, anzi sarebbe peggio per loro precludersi possibilità future. Aspettiamo questo riunione che speriamo tu voglia fare allargata, a tutti i tuoi collaboratori e, almeno per questa volta, lascia libertà di voto, arriverà il tempo e il luogo, io me lo auguro, dove autoritariamente dovrai rimettere le cose in ordine, a Quindici questa cosa non serve più. Con immutato affetto. Lella.


AVVISO IMPORTANTE PER I LETTORI - Grazie per la proposta di candidatura che mi riguarda personalmente, oltre ad onorarmi, mi ha divertito parecchio per quel "CADIDADO", termine in spagnolo, o spagnoleggiante - non sono andato a verificare l'esatta dizione "me gusta" comunque il termine - Passando dal faceto - che non disdegno affatto, perché è utile a volte non prendersi troppo sul serio, divertirsi e divertire, quello che ci circonda è troppo pesante e abbiamo ogni tanto bisogno di un po' più di leggerezza - al serio, è vero che dopo tantissime sollecitazioni, da parte dei nostri numerosissimi lettori, in tutte le forme, dal commento al post, alle mail, sino alle visite di autorevolissimi esponenti di questa città - non politici di professione comunque - che hanno chiesto la discesa in campo - così si dice - del nostro Direttore Felice de Sanctis, come candidato Sindaco, lo stesso ha deciso di convocare per i prossimi giorni - non vi dico quale per evitare assembramenti - una riunione di tutti i componenti della redazione avente un unico ed inconsueto tema all'odg: prendere una decisione definitiva, in ordine alla possibilità di candidare o meno un componente della redazione alle prossime primarie per la scelta del candidato sindaco. Ovviamente, Vi dico subito che non sarò io, IL "CANDIDADO", avendo espresso già un netto rifiuto - tra l'altro amo scrivere, mi diverto un casino e poi, conosco troppo bene la situazione in cui versa il nostro comune, la possibile vittoria potrebbe essere un enorme fardello da portare sulle spalle, c'è troppo marcio in questa città, e la politica, da sola, non basta più per ripulirla, come abbiamo già scritto in molteplici nostri resoconti -. Vi aggiorneremo quindi appena possibile, con un articolo ad hoc, qualora la cosa, evolvesse in notizia. E' evidente che una proposta di candidatura di un giovane componente della redazione, è una notizia, e come abbiamo dato le notizie riguardanti le altre candidature, non vedo perché dovremo esimerci dal dare la nostra (forse l'unica fuori dai partiti) e "darla in pasto" non ai nostri commentatori, ATTENZIONE!, ma soprattutto ed innanzitutto, alla democrazia che in questa città manca ancora del tutto, e non solo dalla parte del centrodestra, per la verità. E' vero, siamo più che di sinistra - TERMINE ORAMAI RIDUTTIVO CHE NON DICE PIÙ NULLA -, alternativi, come quadro editoriale, al senatore, alla sua politica, al suo modo di gestire il potere, è inutile essere ipocriti, ma come i lettori hanno ben potuto osservare, siamo realmente indipendenti e non abbiamo mai lesinato critiche, quando c'erano da farne, nei confronti di nessuno, PD compreso, che non è affatto - e guai se lo fosse - il padrone della testata né tanto peggio delle nostre menti libere. Tante pressioni sono arrivate a questa testata da parte della politica per limitare la nostra libertà e, "ridurci all'ordine" dei soliti vecchi stalinisti... Beh, "è scattata una molla"... qui, nessuno ha paura di perdere nulla, non ci sono interessi da difendere, c'è solo da riconquistare la libertà e la democrazia in questa città.




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