L’8 marzo? Un’occasione per divertirsi
Dall’impegno allo strep-tease maschile, come è cambiata la “Giornata della donna”
Cotton (New York), 1908. In una fabbrica tessile scoppia un incendio e 129 operaie muoiono bruciate. La fabbrica incenerita viene ricoperta di mimose.
E' questo fatto doloroso, verificatosi in una situazione di sfruttamento, che avrebbe dato origine alla Festa della Donna, anche se non è chiaro perché sia stato scelto proprio l'8 marzo per celebrarla. Quel che è certo invece è che questa giornata è stata dedicata alla riflessione sulle difficoltà di un percorso iniziato molti anni fa dalle donne per l'affermazione dei propri diritti e non ancora terminato.
"L'obiettivo iniziale che si sono poste le donne - ha spiegato l'ex assessora alla Trasparenza Maria Sasso - è stato quello di porre il problema della loro situazione di non uguaglianza rispetto all'uomo e di battersi per affermare la propria parità. Con il tempo le donne hanno capito che il loro punto di forza risiedeva proprio nelle differenze rispetto agli uomini ed hanno perseguito perciò l'obiettivo delle pari opportunità. Da allora ci si batte per fare in modo che, conservando le proprie differenze, le donne abbiano, allo stesso modo degli uomini, la possibilità di fare delle scelte conformi alla propria personalità e alle proprie aspirazioni".
E' questo il significato della "giornata della donna" che purtroppo negli ultimi anni e specie tra le più giovani si è perso di vista, lasciando il posto alla frivola componente della "festa". L'8 marzo è così diventato per molte solo un giorno in cui ricevere mimose e circondarsi di amiche con cui andare in pizzeria o a scalmanarsi su qualche pista da ballo, magari con finale di strip-tease maschile!
Giovanna, 30 anni, ammette: "E' solo un'occasione per divertirsi e magari spettegolare sui mariti!" E come lei la pensa la maggior parte delle giovanissime, con gran gioia dei proprietari di locali di ogni tipo.
"Come tutti i riti - commenta Maria Sasso - la festa della donna è nata da un'esigenza sociale, esprimendola simbolicamente; poi del rito si è perso il significato e ne è rimasta la sovrastruttura".
Anche Adele Mastropasqua, Presidente della Consulta Femminile di Molfetta, prende le distanze dal risvolto commerciale e retorico dell’8 marzo e commenta: “La festa della donna è ogni giorno”. Infatti la Consulta quest’anno, lontana da retoriche celebrazioni, ha puntato la sua attenzione sul problema, caro alle donne, della “Prevenzione”, allo scopo di incidere in modo concreto sul territorio per il benessere delle donne.
Certo di strada le donne ne hanno fatta ed è questo quel che conta, ma tanta ne resta ancora da fare, specie nel campo della politica. “La politica non garantisce pari opportunità – spiega Maria Sasso, alla luce della sua esperienza di assessora presso il Comune di Molfetta – perché i tempi che essa comporta sono incompatibili con le esigenze di vita delle donne, determinate dalle loro responsabilità verso la famiglia. Gli uomini non si responsabilizzano allo stesso modo e prendono spesso la politica per “gioco”, ad esempio quando nei consigli comunali protraggono per ore interventi che potrebbero ridursi a pochi minuti.”
E’ questo uno dei tanti obiettivi ancora da realizzare, ma se si guarda a quanti traguardi le donne hanno raggiunto da quel lontano 1908 ad oggi, non si può che essere ottimisti, anzi…ottimiste.
Antonella Riefolo