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L'Ufficio diocesano di Molfetta ricorda le vittime del Truck Center: lavorare per... vivere
03 marzo 2012

MOLFETTA - Quattro anni fa, come cita un comunicato, nel pomeriggio del 3 marzo, perdevano la vita Vincenzo Altomare, Guglielmo Mangano, Luigi Farinola, Biagio Sciancalepore e Michele Tasca: quattro molfettesi e un andriese, morti a causa delle esalazioni di acido solforico di un’autocisterna che trasportava zolfo presso l’azienda Truck Center di Molfetta, morti mentre cercavano di salvare la vita a uno di loro, morti per lavorare.

L’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro e l’Azione Cattolica di Molfetta, in occasione del quarto anniversario di quella tragedia, rinnova il fraterno abbraccio, carico di forza e di speranza, alle famiglie di questi lavoratori e plaude all’iniziativa promossa da alcuni movimenti, associazioni e partiti della città, che hanno aderito al Comitato 3 Marzo.
E’ di fondamentale importanza, infatti, che questa città non dimentichi quel triste pomeriggio che l’ha profondamente ferita; è importante che i cittadini non dimentichino, perché l’iter giudiziario ancora in atto possa concludersi in un percorso in cui trionfino la Giustizia e la Verità, col riconoscimento delle reali responsabilità, per ridonare dignità alle vittime e speranza alle loro famiglie.
La necessità di non dimenticare nasce soprattutto dall’urgenza di impedire che questo genocidio delle “morti bianche” abbia ancora seguito. Siamo realtà educative cristiane, che svolgono la propria attività quotidiana a servizio della formazione di giovani e adulti per costruire un mondo diverso, in cui la valorizzazione dell’Uomo e la promozione del Bene Comune devono rappresentare due priorità fondamentali. Sentiamo perciò forte l’esigenza di gridare al mondo della politica e al mondo imprenditoriale che il lavoro, perno della nostra democrazia, espressione di realizzazione profonda dei desideri e delle potenzialità dell’Uomo, non può trasformarsi in occasione di morte.
È necessario, pertanto, riconsegnare dignità e decoro al lavoro, attraverso un’attenzione continua e costante alla sicurezza e alla salute, perché se si può chiedere ai giovani e ai cittadini di questo Paese, in questa fase storica, di barcamenarsi per realizzarsi in un contesto lavorativo caratterizzato da precarietà ed incertezza, non si può certo chiedere loro di mettere a rischio la propria vita.
Auspichiamo che il mondo della scuola, agenzia educativa per eccellenza, ponga sempre maggiore attenzione a tali tematiche, inserendo nei propri percorsi appositi momenti formativi, nella consapevolezza che quella della sicurezza sul lavoro è soprattutto una problematica culturale, che fa fatica ad entrare nelle coscienze e nella mentalità dei cittadini.
L’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro e l’Azione Cattolica di Molfetta, a tale scopo, si rendono disponibili, nell’ambito di quella che è la propria specificità, a creare reti per la  formazione di coscienze mature.
È ora di destare le nostre coscienze e lavorare in sicurezza……questa volta per vivere!!
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