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L'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari esegue Antonioni, Tchaikowsky e Sibelius Solista il pianista Francesco Monopoli
01 marzo 2006

BARI - 1.3.2006 L'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, diretta dal maestro Daniele Agiman e con solista il pianista Francesco Monopoli sarà in concerto mercoledì 1 marzo ore 19,30 Auditorium della Guardia di Finanza di Bari. In programma musiche di Francesco Antonioni, Peter Ilic Tchaikowsky e Jean Sibelius (biglietti in prevendita al Box Office della Feltrinelli Libri e Musica, via Melo 119 – Bari info: 080 524.04.64). Il concerto si apre con “Le melodie nascoste” di Francesco Antonioni (1971). Allievo di Raffaele Gervasio, Azio Corghi e George Benjamin, Francesco Antonioni è fra i migliori talenti emersi nella nuova generazione di compositori italiani. “Le melodie nascoste” è un brano che gli è stato commissionato dalla Direzione generale delle Ico (Istituzioni concertistico orchestrali) ed è stato eseguito per la prima volta nel 2004 dall'Orchestra della Rai al festival torinese “Settembre musica”. La struttura della composizione, in tre distinte parti, impiega nella sezione centrale due canti popolari, rispettivamente il primo dell'isola di Creta, il secondo del Salento (Matinata). La serata prosegue con il Concerto per pianoforte e orchestra in si bemolle minore n. 1 op. 23 di Peter Ilitc Tchaikowsky (1840 - 1893). E' una delle pagine pianistiche più famose al mondo grazie alla bellezza dei suoi temi, ai suoi passaggi di fiammeggiante virtuosismo, all'eccellente orchestrazione e al lavoro di perfetta interazione tra l'orchestra e il solista. Tuttavia, ad onta del grande successo riscosso sino ai nostri giorni, c'è da dire che, quando l'autore lo fece ascoltare in un'esecuzione privata al pianista Nikolai Rubinstein, suo amico ed estimatore, quest'ultimo lo giudicò con una severità inaudita escludendo a priori la possibilità di eseguirlo in pubblico in qualunque occasione, tranne poi a diventarne uno dei migliori interpreti, eseguendolo tra l'altro anche ai Concerti russi dell'esposizione universale di Parigi del 1878. Malgrado la partitura brilli per una scrittura virtuosistica, non deve indurre a pensare che Tchaikowsky, pur valido pianista negli anni della sua giovinezza, fosse un concertista. È però importante notare che, in particolare il Primo concerto, costituisca un ideale anello di congiunzione tra le opere di Liszt e Anton Rubinstein e quelle di Rachmaninov. La prima esecuzione si tenne negli Stati Uniti, il 25 ottobre del 1875, con Hans Von Bulow al pianoforte, ospite della Boston Symphony Orchestra diretta da Benjamin Johnson Lang. Il primo movimento s'impone subito per il passionale lirismo di un tema ormai divenuto di celebrità mondiale: lo eseguono gli archi mentre al pianoforte vengono affidati i vigorosi accordi. Stranamente, dopo l'esposizione questo tema non viene più impiegato nell'ambito del primo movimento, il cui Allegro con spirito impiega invece due ulteriori temi: uno dalla ritmica vivace, ispirato da un canto popolare ucraino, che viene immediatamente eseguito dal pianoforte; l'altro, più lirico, esposto prima dagli ottoni e dai legni e quindi ripreso dal solista. Il secondo movimento si apre con una tenera melodia del flauto, cui segue una seconda melodia dell'oboe e del clarinetto. Subito dopo, i violini e i violoncelli eseguono un valzer ispirato a una canzone popolare francese. Il pianoforte, ovviamente riprende tutti questi temi, nell'ambito di un'atmosfera dalla sognante cantabilità. Il conclusivo Allegro con fuoco si apre quindi con un vivace rondò eseguito dal solista, il cui primo tema è ancora ispirato a una danza popolare ucraina; il secondo tema introduce invece il crescendo che conclude il Concerto in maniera realmente spettacolare. Ultimo brano in programma è la Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore op. 82 di Jean Sibelius (1865 – 1957). Prima di conoscere la sua versione definitiva, questa Sinfonia conobbe numerosi rimaneggiamenti. La versione originale, che constava di quattro movimenti, fu presentata a Helsinki nel 1915 in occasione del cinquantesimo compleanno del suo autore; seguì quindi, l'anno successivo, una nuova versione, che tuttavia continuò a lasciare poco soddisfatto il compositore. La versione per così dire definitiva, con la riduzione a tre movimenti, risale quindi al 1919, anno della pubblicazione dell'opera. Caratterizzata da un lirismo a tratti eroico, la Quinta possiede un equilibrio formale decisamente superiore a quello di tutte le precendenti sinfonie. Il primo movimento è senza dubbio una delle pagine più originali mai composte da Sibelius e il suo interesse risiede in particolare nella doppia esposizione di tutti gli elementi tematici. Vi s'incontrano quattro elementi: un largo motivo di apertura eseguito dai corni, un secondo motivo introdotto dall'oboe su una figura di terze; un terzo motivo nuovamente introdotto dall'oboe che conduce a un quarto motivo più animato. Subito dopo, i quattro temi vengono esposti nuovamente, ma in una veste più drammatica. Lo sviluppo è quindi caratterizzato da una varietà estrema di colori e da contrasti ritmico dinamici. Dalla struttura semplice e ariosa, il secondo movimento presenta un tema eseguito in pizzicato dagli archi, seguito da una serie di variazioni. Verso la conclusione, i contrabbassi annunciano il tema principale del movimento successivo. L'Allegro molto finale rispetta la struttura della forma sonata e presenta due temi che contrastano tra loro e si sovrappongono: il primo veloce e ritmato, il secondo invece solenne e maestoso, introdotto da corni e tromboni. È quest'ultimo che, attraverso una serie di variazioni tonali, conduce al grandioso corale conclusivo.
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