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L'istituzione della “Mutualità Scolastica” nel 1910
15 luglio 2013

Fin dal giorno 22 dicembre del 1909 - ricorda Vesevo (l’ins. Giuseppe Poli), La Mutualità Scolastica a Molfetta 1909, in “Corriere delle Puglie” (=CdP) del 25 dic. 1910 - il Direttore di queste scuole elementari prof. Saverio de Candia “fu invitato, anzi premurato” dal Provveditore agli Studi di Bari cav. Vittorio Graziadei “a studiare il modo di introdurre nelle nostre scuole primarie”, com’era avvenuto in altre città d’Italia, “la nobile istituzione della «Mutualità Scolastica »”. Tale istituzione, come veniva spiegato in Una circolare ai padri di famiglia, diramata dal Comitato Per la Mutualità Scolastica di Foggia (CdP, 29 gen. 1910), mirava “al fine altissimo della educazione morale e sociale dei figli del popolo […] col sacrifizio di una tenue ed ininterrotta contribuzione settimanale” per abituare “l’animo degli scolaretti ai sentimenti della previdenza e del Mutuo Soccorso”. E, ovviamente, “non essendo possibile la realizzazione della nobile e benefica istituzione con le sole contribuzioni dei piccoli soci”, lo stesso Comitato auspicava “sussidi ed oblazioni” da Enti, Istituti e privati “per lo sviluppo della Mutualità Scolastica”. Per la fondazione di questa istituzione a Molfetta fu tenuta nel gennaio 1910 una riunione magistrale preparatoria, ad iniziativa del solerte Ispettore scolastico Gennaro Arcella, il quale si era attivato allora anche per le conferenze didattico – pedagogiche agli insegnanti, con la collaborazione dello stesso Direttore de Candia (di cui si è detto in “Quindici” di maggio scorso, pp. 22 – 23), e aveva meritato in quei giorni un solenne encomio dal Ministero della P. I. (CdP, 26 gen. 1910). In detta riunione (riferita da Vesevo in Cronaca Molfettese, CdP 22 gen. 1910) fu nominato un Comitato, con lo scopo di compilare uno Statuto, che fu composto dal Direttore Didattico e da cinque insegnanti: Chiara Turtur, di Corrado, marinaio, nata il 25.11.1862, maestra elementare da oltre 15 anni (v. Tota Pulchra), Molfetta 1995, p. 91) morta il 23.07.1945; Giovina Francese (1863 – 1952), che fu “per 43 anni nella scuola” (ricordata dal nipote Corrado de Robertis, Donna Giovina. Educatrice angelica, in “Molfetta nostra”, sett. 1961); Gioacchino D’Erasmo (pure lui partecipe alle conferenze pedagogiche citate in “Quindici” di maggio scorso); Stefano Salvemini (28.2.1869), ricordato alla sua morte (4.8.1961) dall’amico Mauro Poli, in “Molfetta nostra”, ago. 1961) e Mauro Altomare (21.4.1867 – 25.3.1953). A quest’ultimo “egregio collega – scrive ancora Vesevo –, convinto propugnatore della Mutualità, sia nel rapporto della previdenza che in quello dell’amore alla scuola, e che già ne svolse i vantaggi nell’Avanguardia Magistrale di Palermo” (su cui v. “Quindici”, gen. 2013, pp. 22 - 23, dove v. anche l’attività pubblicistica di Stefano Salvemini) fu dato l ’ i n c a r i c o di compilare lo Statuto. E per la formulazione di questo, l’Altomare, “reso edotto delle modalità esecutive suggerite dal dott. Mario Casalini, Presidente della Mutualità Scolastica Nazionale, e sulla scorta delle carte statutarie di Ancona e di Milano”, trasse dagli Statuti di queste città “tutta quella parte necessaria all’organismo amministrativo ed al funzionamento della Mutualità”, alla quale parte aggiunse, con l’approvazione del Comitato, “certe modifiche e certe innovazioni per renderle adatte alle condizioni speciali del paese”. Si può dire che “nelle linee generali lo Statuto della Mutualità molfettese fu comune a tutti gli altri e che il Comitato preferì di adottare il sistema del fondo comune a quello individuale, come era adottato a Milano”. Questo Statuto, tra i cui articoli vi erano quelli riguardanti la funzione del medico sociale e “i premi da darsi agli alunni che si renderanno più assidui alla scuola”, fu poi letto e illustrato da Giocchino D’Erasmo nella riunione della Società Magistrale del 28 gennaio, presieduta, in assenza del presidente de Candia, dal vice - presidente Matteo Balice (m. il 26.7.1949, all’età di 75 anni, a Casamassima, com’è detto nel ricordo pubblicato in “La nostra Eco” (già “Eco di Molfetta”) del 7 agosto 1949), sulla cui attività di insegnante insieme a quella dell’Altomare, v. “Quindici” di novembre 2011, pp. 22 – 23. Lo stesso Balice lesse poi una lettera del prof. Arcella, in cui l’ispettore “si dichiarava entusiasta per la Mutualità scolastica e lieto dell’invito”, che gli era stato fatto dagl’insegnanti, “per tenere una conferenza in proposito ai genitori degli alunni delle scuole elementari (Vesevo, Società Magistrale, CdP, 29 gen. 1910). Questa conferenza – ricorda ancora Vesevo nel cit. CdP del 25 dic. – “fu tenuta sul tema: La Mutualità scolastica e sue finalità, con intelletto d’amore pel bene morale e di previdenza della scuola primaria e fu degna di chi si rendeva tanto benemerito nel suo importante ufficio di funzionario”. Il 18 marzo 1910 una Commissione della Mutualità scolastica, composta degli insegnati Stefano Salvemini, Mauro Altomare, Giuseppe Poli, Francesco Maggialetti, Giacomo Salvemini e Donato Muti, si recò dagli Enti, società e cittadini per raccogliere l’obolo volontario in pro della Istituzione, della quale si sottoscrissero quali soci annuali (tutti con la quota di L. 3): Mauro Luigi Sallustio, la Ditta Ignazio Pansini, il prof. rag. Anselmo Porta, Liborio Poli, l’esportatore Pasquale Spadavecchia, Carlo Ignazio Augenti, Michele Spadavecchia, il capostazione Luigi de Rosa, il rag. Michele Scardi, il rag. Giambattista di Giovanni Poli, il sub - economo dei beni vacanti Nicola Nisio, la Ditta Zoli – Piscitelli. Quali soci benemeriti si sottoscrissero: la ditta Fratelli Garofalo (L.5), la ditta Bonifacio Pansini (L.3), Benedetto Grillo (L.3), la ditta Antonio Ciccolella fu Antonio (L.3), la ditta Emanuele Brudaglio (L.5), Vito Natalicchio (L.2), Giovanni Cervellera (L.2), il capitano di porto Antonio Marinelli, (L.1), il Direttore delle Regie Poste sig. Vista (L.1), (v. Vesevo, La Mutalità Scolastica a Molfetta, CdP, 22 mar. 1910). A favore della Mutualità Scolastica si espresse alla fine di marzo, Gaetano Salvemini, il quale ospite di Francesco Picca a Molfetta, tenne una conferenza sul Cooperativismo ai soci della Società Operaia di Mutuo soccorso, su invito del presidente Vincenzo Spagnoletti, nella quale, “svolgendo il tema del cooperativismo nella esplicazione di esso nei tempi moderni” disse che “fa(ceva) d’uopo – scrive Vesevo nel darne notizia in CdP, 1 aprile 1910 – che l’operaio cur(asse) la educazione dei figliuoli con devolvere parte degli utili, ricavo delle istituzioni di mutuo soccorso, in pro degli asili d’infanzia ed in pro della Mutualità scolastica, instituzione di provvido affratellamento umano”. Di questa istituzione, “fatti i primi passi – ricorda Vesevo nel cit. CdP del 25 dic. – ed avendo la suddetta commissione di maestri ottenuto un buon contributo finanziario da parte della popolazione scolastica, di moltissimi cittadini, di società, stabilimenti ecc., nel giorno 15 maggio dall’assemblea dei soci fu eletto il Consiglio direttivo”, di cui fu presidente il prof. Domenico Magrone (17.7.1860 - 17.2.1934) del Regio Liceo (noto per la pubblicazione in tre volumi del Libro Rosso. Privilegi dell’Università di Molfetta, Vecchi, Trani 1899, 1902, 1905) e vice - presidente il direttore Saverio de Candia. Come consiglieri risultarono: il prof. Anselmo Porta, il prof. Gioacchino D’Erasmo, il prof. Giuseppe Poli, Liborio Poli, il prof. Giacomo Salvemini, Giuseppe Carabellese, Pasquale Altomare e le insegnati Maria De Dato, Giovanna Germana e Isabella Gadaleta, consigliere, insieme a Stefano Salvemini, della Società Magistrale, fondata nel 1904 con presidente Saverio de Candia (v. “Quindici”, aprile 2011, pp. 22 – 23), la quale società “è da desiderarsi prenda il nome di Girolamo Nisio”, scrive Vesevo (in CdP del 26 gen. 1010), che dell’insigne pedagogista molfettese godette la benevolenza (v. “Quindici”, nov. 2012, pp. 22 – 23). Il Consiglio direttivo, a sua volta, nominò un Comitato esecutivo composto dal prof. Gioacchino D’Erasmo, prof. Giuseppe Poli , Giuseppe Carabellese e Liborio Poli. Nelle tornate del 5 e 12 giugno furono nominati a cassiere il prof. Giuseppeantonio Fornari (8.12.1856 – 7.11.1930), nipote di Don Vito (1821 – 1900), suo “zio cugino” (come si sottoscrive l’Abate in una delle due sue lettere a Giuseppeantonio, pubblicate in Donato Carabellese, Vito Fornari. Scrittore – Pensatore, Vecchi, Trani 1919, p. 60) ed a segretario il prof. Nicola De Gennaro. Nella successiva riunione del 26 giugno, dopo la relazione del cassiere, furono nominati revisori di contabilità Liborio Poli ed Anselmo Porta. All’inizio di settembre, il “Corriere delle Puglie” del giorno 6 annunciò un Congresso della Mutualità scolastica ad Ancona, da tenersi il 25 e 26 nel teatro Vittorio Emanuele, con i temi da svolgersi. Due di questi: Relazione della Federazione Nazionale della Mutualità scolastica e La Mutualità scolastica nei suoi rapporti con la cassa Nazionale di previdenza secondo la legge (Giovanni) Raineri (del 17 luglio 1910, n. 521, sulla Mutualità scolastica), avevano per relatore il dott. Mario Casalini. Un altro tema: Gl’indigenti della scuola e la Mutualità scolastica (sul rapporto cioè degli studenti poveri nei confronti della stessa mutualità) aveva per relatore il comm. Aurelio Stoppoloni (Provveditore agli Studi di Ancona nel 1904 e autore nello stesso anno di La Mutualità scolastica e le istituzioni sussidiarie e complementari delle scuole primarie in Francia). Per il tema La Mutualità scolastica in rapporto alle altre forme di mutualismo, biblioteche scolastiche, cooperative scolastiche, colonie scolastiche, il relatore era da nominare. Al Congresso furono invitati i municipi, i deputati delle regioni e quelli “amici della scuola”, le società di mutualità scolastica, i patronati scolastici, banche, casse di risparmio, cooperative e le società magistrali, il cui Presidente nazionale Ubaldo Comandini (1869 – 1925), che fu deputato repubblicano di Cesena, propugnava allora il passaggio della assistenza scolastica dalla concezione di beneficenza privata a quella intesa come “dovere sociale”, conseguenza della natura obbligatoria dell’istruzione (A. Barausse, L’Unione Magistrale Nazionale, Brescia 2002, p. 263). L’epidemia di colera che scoppiò in quei giorni in Puglia impedì certamente qualche partecipazione locale a quel Congresso, del quale anche il “Corriere delle Puglie”, tutto pieno di notizie sul decorso del contagio nella Regione, dette solo la notizia che “si era chiuso emettendo un vivissimo plauso per l’opera indefessa del dott. Mario Casalini a favore delle mutue scolastiche italiane” (CdP, 27 sett. 1910, La chiusura del Congresso di Mutualità scolastica, p. 6). Fratello del deputato socialista di Torino Giulio Casalini, “ il missionario dell’igiene, il medico dei poveri”, nella definizione di Piero Gobetti (Scritti Politici, Einaudi, Torino 1997, p. 1002) il dott. Mario Casalini (Alessandria 1879 – Roma 1959), laureato in chimica e scienze agrarie – mi informa l’amico prof. Marco I. de Santis – fu fervente sostenitore della cooperazione scolastica e agraria, su cui pubblicò in quegli anni alcuni scritti, apparsi in “Critica Sociale” (I problemi della “scuola popolare”. La Mutualità scolastica, n. 20, 1909; I problemi della “scuola popolare”. Lo Stato e i Comuni di fronte alla Mutualità scolastica, n. 22, 1909; Questioni di indirizzo nella Mutualità scolastica, n. 11 – 12, 1910) e in “Nuova Antologia” (La Mutualità scolastica: sue origini, organizzazione e sviluppo, 16 giugno 1910). A causa della luttuosa epidemia che ci fu in città, la Mutualità molfettese tornò a riunirsi, a distanza di tempo, solo il 18 dicembre. In quella tornata, il presidente prof. Magrone, dopo aver confermato la nomina dei due revisori e discusso varii progetti attinenti agli uffici di cassa e di segreteria, rivolse al Comitato esecutivo un appello perché tutti prestassero l’opera loro. Nella stessa seduta fu nominato per acclamazione a medico chirurgo “il valente dott. Matteo Minervini che – scrive Vesevo – con coscienza e provata scienza adempiva all’ufficio di sanitario nella locale Società di Pubblica Assistenza” (sulla quale v. lo stesso CdP del 25 dic. 1910). “E così - conclude il citato corrispondente - la nobile istituzione della Mutualità Scolastica, che fioriva nell’Italia Centrale e Settentrionale per nobile iniziativa di Stoppoloni, di Casalini, di Comandini e che il Governo del Re avocherà allo Stato, sorgeva pure in questa forte terra di Puglia, auspice chi nella lotta contro l’analfabetismo si interessava achè l’alunno della scuola popolare avesse cura della previdenza”.

Autore: Pasquale Minervini
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