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L'intervista. Guglielmo Minervini: "Così possiamo vincere le primarie" “La forza delle persone senza forza. Riduciamo l'Irap e favoriamo l'innovazione”
29 novembre 2014

MOLFETTA - Candidato alla presidenza della Regione Puglia, l’assessore regionale alle politiche giovanili, trasparenza e legalità, Guglielmo Minervini, 53 anni, sfida l’ex sindaco di Bari Michele Emiliano (anch’egli Pd) e il sen. Dario Stefàno (Sel) per la nomination del centrosinistra alle prossime elezioni del 2015, nelle primarie che si terranno il prossimo 30 novembre.

Già assessore regionale per due legislature, Minervini è stato anche sindaco di Molfetta per due mandati.
Quindici lo ha intervistato per far conoscere ai cittadini, l’unico candidato molfettese, il suo programma e le ripercussioni sulla politica locale di questa battaglia regionale.

Tutti i principali sondaggi apparsi sui quotidiani negli ultimi mesi, presentano la sfida come segnata: vincerà Emiliano. Immaginiamo che lei non sia d'accordo: perché i pugliesi dovrebbero sceglierla come candidato governatore?

«I sondaggi non ne hanno mai azzeccata una dal 2005 a oggi. Sembrano essere fatti apposta per lasciarsi smentire. Anche questa volta succederà così. Sono l'unico che parla ai pugliesi senza la forza degli apparati, delle strutture, dei vertici, e quelli ormai, come disse, assomigliano a “ossi di seppia”. Senza il trasformismo, il trasversalismo e l'opportunismo, buon condimento per tutte le salse. Senza gli interessi forti, quelli non li vedi mai, ma li senti sempre. Voglio continuare a cambiare la Puglia non semplicemente continuando a fare le cose che si sono fatte ma facendole meglio e facendone altre, soprattutto quelle che non si sono fatte. Con la forza delle idee, che come scintille accendono il fuoco del senso. La forza dell'entusiasmo e della passione, quella che muove all'impegno senza risparmio e senza calcolo. La forza delle persone senza forza che se si mettono insieme. Siamo quelli che la politica è dire le cose come stanno, ammettere i propri limiti, riconoscere i propri errori e raccogliere buone idee. Queste primarie le vogliamo vincere così».
Assessore, le primarie entrano nel vivo e nel frattempo Elena Gentile dopo aver dichiarato a sorpresa il suo voto per Dario Stefàno, ha deciso di appoggiare Michele Emiliano. Una decisione dopo il caos per le provinciali tarantine, che ha mandando in subbuglio il Partito. Cosa succede nel PD pugliese?
«Lo chiamano caos, ma in realtà è solo democrazia. Il Pd è, con tutte le sue contraddizioni, l'unico partito che discute e che si mette in gioco con le primarie. Il centrosinistra soffre e si contorce, ma le primarie le fa. Prende il potere e lo mette nelle mani dei cittadini. Il centrodestra invece ci prova, ma poi alla fine abbassa la testa innanzi alla voce del capo». 
Turismo e innovazione tecnologica sono stati due pilastri programmatici dell'agenda di Nichi Vendola. Come proseguire sulla stessa strada?
«Dobbiamo continuare a non svendere la nostra bellezza a sistemi di potere, ma custodirla e accrescerla assieme ai pugliesi. Non serve una legge per promuovere turismo sportivo green, quello che trasforma paesaggio e ambiente in un impianto sportivo naturale. Dal Gargano alla Valle d'Itria, dalla costa ionica fino al Salento ci sono posti stupendi in cui promuovere la pratica delle nuove discipline sportive come l'orienteering, il running, il kite, il ciclocross, ecc. Senza consumo di suolo, senza spreco di acqua, senza sperpero di risorse. Semplicemente gustando la bellezza del territorio. E per questo punteremo su un turismo “dal basso” che tuteli e valorizzi i piccoli operatori, la rete delle tante attività che sono nate in questi anni e che possono ancora crescere. Innovazione e lavoro. Incentiveremo le imprese a creare opportunità di crescita e di sviluppo, riducendo l’Irap e mettendo a disposizione 2 miliardi di euro del Fondo Europeo, per tutte quelle che dimostrano di puntare proprio sull’innovazione.  Destineremo tutte le risorse che ogni anno la Regione assegna alle Università alle borse di studio e a progetti di ricerca promossi direttamente dai giovani ricercatori.  Apriremo 300 cantieri in tutta la Puglia che daranno lavoro a 5mila pugliesi impegnati in progetti per combattere il dissesto idrogeologico e valorizzare il nostro patrimonio storico, artistico e culturale. 1.000 euro al mese per 3 anni. Un grande piano di intervento pubblico per combattere la crisi, per dare lavoro a chi oggi non ce l’ha, investendo così parte dei fondi che ci arrivano dall’Europa per il periodo 2014-2020. Dobbiamo essere molto più esigenti. Incisivi. Trasparenti. Molto più radicali. Serve un governo radicale. Che vada alla radice dei problemi. Solo così la Puglia può uscire più forte dalla crisi».
Molfetta è tra le 20 città potenzialmente interessate dalle trivellazioni della Global Petroleum. Sono già sorti in città comitati No Triv. Altri denunciano la perdita di un'altra buona occasione per creare ricchezza e occupazione. Da che parte dovrebbero stare le istituzioni?
«La Puglia viene prima del partito. Dei partiti. E noi vogliamo gridare forte che carbone e petrolio non sono il futuro ma il passato. Andremo in Corte Costituzionale impugnando lo “Sblocca Italia” approvato a colpi di fiducia che alza la sbarra alle trivellazioni libere nell'Adriatico, facendo fuori le Regioni, che non saranno più chiamate a esprimersi. E se sarà necessario andremo in piazza. La smettano di pensare che il Sud sia solo una terra da sottomettere. La testa non l'abbassiamo più dinanzi a nessuno. Il nostro petrolio, infinitamente rinnovabile, è un altro, piuttosto, è la bellezza del nostro mare».
Molfetta caso Porto: la questione appare sempre più ingarbugliata mentre proprio il Pd ha negato in giunta per le autorizzazioni e le immunità del Senato l'autorizzazione richiesta dalla magistratura di utilizzare le intercettazioni del senatore Azzollini. Che idea si è fatto della vicenda e come interverrebbe il governatore della Regione Puglia Guglielmo Minervini?
«Io credo che Molfetta e la Puglia meritino una risposta su una vicenda che sta mettendo in ginocchio la mia città, che si configura come uno scandalo senza precedenti. Ovviamente sarà la magistratura a dirlo. Ma la si metta nelle condizioni di lavorare, anche con l’uso delle intercettazioni, senza ricorrere al privilegio della casta. Nel merito ritengo che Molfetta debba entrare nell'Autorità Portuale del Levante. L'autorità portuale sarebbe in grado di rilevare la gestione e il completamento di un cantiere di tale portata. Bisogna finire il porto con la prospettiva strategica della creazione di una infrastruttura che serva sia a intercettare il traffico delle cosiddette “merci alla rinfusa” che caratterizzano i traffici con altra sponda dell'Adriatico, sia per inserire Molfetta sulle rotte del traffico passeggeri». 
Le tossine delle Primarie si stanno facendo sentire anche in città. Il Pd appare fragile e diviso. Ci saranno ripercussioni a Molfetta? 
«C'è chi ha interesse a mischiare la vicenda amministrativa di Molfetta con le Primarie. Si tratta di una dietrologia insulsa. Il 30 novembre a Molfetta, come in tutte le altre città, i cittadini saranno chiamati a decidere per la migliore proposta del centrosinistra per il governo per la Puglia. Io mi porto la mia città nel cuore nella visione di Puglia del futuro. Per questo sogno una Molfetta che finalmente ritorni a giocare un ruolo propulsivo e vitale dal punto di vista economico, culturale e sociale nella Puglia che sta uscendo dalla crisi. E con l’amministrazione Natalicchio Molfetta è sulla buona strada per tornare presto a esserlo».

© Riproduzione riservata

Autore: Onofrio Bellifemine
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