L’indimenticabile concerto “Napule è” dedicato a Pino Daniele
Irripetibile, indimenticabile. Una serata da incorniciare, un ricordo da conservare come un cammeo tra le cose più preziose. Aggettivi ripetitivi, a volte usati in maniera impropria, aggettivi che enfatizzano. Ed invece questa serata evento non deve essere enfatizzata, deve solo essere ricordata ed invidiata da coloro, moltissimi, che non sono riusciti ad acquistare il biglietto e ad assicurarsi emozioni. La Fondazione Vincenzo Maria Valente conferma il successo di una scelta artistica ricercata e condivisa. Nell’Auditorium Regina Pacis il presidente della Fondazione avv. Rocco Nanna ha illustrato l’innovativo progetto musicale che, nato dal docu-film “Pino Daniele - Il tempo resterà”, è diventato “Napul è” un docu-concerto omaggio al grande cantautore napoletano. La voce narrante Giorgio Verdelli ha introdotto l’Orchestra della Magna Grecia, l’ensemble di piano e voce, chitarra, basso e batteria, diretti dal Maestro Renato Serio, il quale ha definito questa orchestra “onore di Puglia”. Verdelli ha affermato che la musica è sempre e comunque un viaggio senza confini e quella di Pino Daniele è una musica di ricerca, di movimento. Non sono mancate testimonianze video, come quella di Massimo Ranieri tra i primi ad ascoltare nel 1977 ‘Na tazzulella ‘e cafè , un successo nato ad una fermata del pullman. Così dopo lo scorrere di immagini con lo sfondo di canzoni come A testa in giù (1980), Quando (1991), Terra mia (1977), Renato Serio ha dichiarato che in realtà Pino Daniele non ha scritto grandi canzoni ma grandi musiche. Sandro Ruotolo, giornalista napoletano, ha voluto, attraverso delle clip, testimoniare l’attuale esistenza in vita di Daniele: «Pino è Napoli, non era. Pino parla ancora ai giovani di Posillipo, quelli che manifestavano contro i generali in Grecia. Pino parla ai figli di quei giovani, riuniti nei locali». Ma la musica di Pino Daniele è una musica significativa, che è ben composta e non decade mai, ha dichiarato, senza tema di smentita Tony Esposito guest star di questa reunion tra uomini legati da amicizia durata tanti anni. «Per anni abbiamo suonato, abbiamo viaggiato, abbiamo condiviso tutto grazie alla musica di Pino, poi ci siamo allontanati ed ognuno di noi ha seguito il proprio progetto musicale. Dopo trent’anni Pino ci ha riuniti in un concerto indimenticabile dal punto di vista musicale e umano«. Verdelli, grande conoscitore della musica di Daniele, ha raccontato che, anni fa i long playing erano composti da 12 canzoni. Quando Daniele incise Nero a metà mancava la dodicesima canzone . Pressato dai discografici, Daniele inserì nel long playin Quann chiove una canzone dedicata alla moglie Dorina, ma ispirata ad una prostituta che Daniele osservava scendere le scale per andare “al lavoro”. Di per sé i fortunati ascoltatori del concerto potevano già sentirsi paghi e soddisfatti ma l’apparizione di Enzo Gragnaniello ha portato al visibilio. Persona e non personaggio, che riassume in sé tutte le peculiarità di una orgogliosa napoletanità, Gragnaniello ha raccontato aneddoti dell’amicizia di Daniele, della sua “prolungata permanenza”, dovuta al bisogno di Gragnaniello di “approfondire” la scuola elementare e della chitarra, la sua compagna di vita. Il top di una escalation di emozioni e coinvolgimento è stato raggiunto all’esecuzione di canzoni scritte ed interpretate da Gragnaniello Vasame, cantata da Arisa nel film di F. Ozpetek “Napoli velata” e Cumm’è. Esposito e Gragnaniello hanno eseguito insieme ancora altri brani di Pino Daniele fino ai bis di alcuni propri successi, non prima di aver dato vita a gag improvvisate ed esilaranti. Il Direttore artistico della Fondazione Vincenzo Maria Valente, il Maestro Giuseppe Carabellese, ha ricordato la grande valenza delle scelte artistiche della Fondazione, scelte di qualità che hanno un grande seguito. Ed allora cosa aggiungere? Nulla… lasciamo, per un po’ di tempo la radio spenta, facciamoci accompagnare dal silenzio in modo che riecheggino, nostalgiche, le note di questa indimenticabile serata. © Riproduzione riservata
Autore: Beatrice Trogu