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L'arciconfraternita di Santo Stefano a metà '800
15 marzo 2009

La ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della realizzazione della statua di Cristo orante nell'Orto del Getsemani, appartenente al novero dei cinque Misteri lignei dell'Arciconfraternita di Santo Stefano, consente di approfondire alcuni aspetti relativi alla storia di tale simulacro e di glossare il lavoro di ricognizione storica condotto, all'inizio del '900, dal farmacista confratello Ignazio Pansini e pubblicato nel 1955 da suo figlio Vito. La statua di Cristo all'Orto è l'unica dei cinque Misteri a non essere tra quelle originarie (presumibilmente coeve), osservate da mons. Sarnelli durante la visita pastorale tenuta nel 1696 ed all'epoca poste in un armadio della sacrestia. La sua fattura risale ad anni compresi tra il 1855 ed il 1859; tra gli storici locali molfettesi il canonico Antonio Salvemini, nel 1878, per primo accennò alla nuova statua scrivendo che «la statua di Cristo all'orto, essendo quasi interamente consumata dai tarli, è stata in questi ultimi tempi rifatta dallo scultore napolitano cav. Gaetano la Rocca». Ripercorriamo le vicende storiche relative alla committenza ed all'artefice della statua. Nel 1855 il priore di Santo Stefano, don Antonio Lezza, affermò di fronte all'assemblea dei confratelli: «Signori, è a vostra conoscenza che un foglio di sottoscrizioni volontarie firmato da tutti i componenti questa congrega, meno qualcuno, presentava una cifra di poco men di docati cento, che veniva destinata per la formazione della nuova statua di Cristo all'Orto; atteso che l'esistente è in pessimo stato, che non più può portarsi processionalmente: e che per formarsi detta statua ne fu data la commissione ad un valente Artista della Capitale nella lusinga, che la spesa non avrebbe potuto oltrepassare la somma di Ducati 100 da noi a tale oggetto riunita. Dai riscontri ricevuti, de' quali ve ne dò conoscenza, rileverete, che l'artista Signor Citarelli per sublimazione maggiormente, e rendere il suo nome rinomato nella venire, vorrebbe formare il Cristo nell'Orto presentando un gruppo con l'Angelo che lo sostiene, nel mentre che Egli soggiacendo alla piena del dolore stà per cadere sotto uno svenimento. L'idea è sublime, ma siccome si allontana dalla impressione portata sull'anima di questa popolazione, che da tempo remoto ò meglio di cinque secoli si è impressionata a vedere il nostro Signore genuflesso nell'Orto con l'Angelo su di un albero di ulivo, che gli mostra il calice delle sue amarezze e più perché la spesa del gruppo, che vorrebbesi dal Citarelli formare, non può esser meno di ducati 200 che forma il doppio della somma accumulata dalle succennate volontarie offerte, così io mi son visto paralizzato nel fare menare a fine la commissione. A poter analogamente risolversi la cosa, io vengo a domandare i vostri oracoli, sul temperamento a prendersi, cioè se la statua del detto Cristo debba presentare l'istessa idea di quella esistita dà più secoli, o pure se dobbiamo attenerci all'idea del valente sudetto Artista Signor Citarelli, nel qual ultimo caso, siccome trattasi di doversi spendere il doppio della somma accoltasi dalle volontarie offerte, così vi compiacerete ancora deliberare, se debbasi nuovamente interpellare tutti i vostri colleghi per portare al doppio la loro offerta e pur se debbasi spendere solamente la somma esistente, formandosi il Cristo come l'attuale. Dopo esser lungamente discussa la cosa, su di che diversi pareri vi sono stati, taluni intendenti a non portare novità sull'idea nella quale per più secoli ha vissuta questa popolazione, e taluni altri con voler scegliere sempre il meglio, attenendosi alla proposta del Sig. Citarelli; comecché bisogna pure aver riguardo alla somma bisognevole; così tralasciando per ora di deliberare sulla spesa ad eseguirsi da tutti concordemente si è risoluto che si scrivi nuovamente al Signor Citarelli, e si domandi il disegno del gruppo, che egli vuol costruire, al che quasi tutti convergono, per indi poi, se si dà dalla Congrega ad un tal gruppo la preferenza, pensarsi al modo donde ricavarsi li ducati 100 che mancano, che se poi la Congrega persiste nell'idea di doversi formare la nuova statua, come l'attuale, allora la cosa non avrà forse bisogno di altra somma, e se ne potrà definitivamente dare la commissione, se non al Citarelli, ad altro abile artista dè quali non manca la Capitale» (Archivio Diocesano Molfetta, Associazioni, Libro di Conclusioni della Venerabile Arciconfraternità di Santo Stefano dal Sacco Rosso in Molfetta. Anno 1826. Saverio Calò del fu Domenico Priore(= Libro di Conclusioni) f. 81r-82v). Tre anni dopo, nel gennaio 1858, durante il priorato di Giacinto Poli (priorato che durò appena un anno giacché Poli dovette rinunciare per le incombenze legate alla carica di Capo Urbano), il confratello don Antonio Calò, ritornò sulla questione dicendo che «la statua del nostro Cristo nell'orto come ben conoscete per la sua antichità, o per altra causa, è ridotta nello stato da non potersi più usare nelle Processioni; per cui fu vista da Noi la necessità di doversene una nuova formare con fare fronte allo spesato con prestazioni volontarie della fratellanza, a quale effetto fu girato un foglio di soscrizioni (sic), che presentò la somma di ducati Ottanta. La perfezione delle altre statue richiedeva la perfetta uniformità della nuova a farsi, e datosene l'incarico dal passato Priore Sig. Lezza allo Scultore Sig. Citarelli di Napoli, questi sul modello che gli fu esibito, restrinse la sua dimanda pel valore di detta statua alla somma di ducati 200, giacché fece rimanere inoperosa la suaccennata dimanda, poiché non erano disponibili che soli ducati 80; né potrà ricorrersi all'erario della Congrega, da poiché le sue rendite erano talmente ristrette, che a malappena bastavano a far fronte agli esiti necessari [...] se vogliamo quindi mantenere il culto dè cinque Misteri in questa nostra chiesa, e seguitare le Processioni dè medesimi con la visita dè Sepolcri nella Santa Settimana, destiniamo questo aumento di rendita in concorrenza della prestazione volontaria per la formazione della Statua di Cristo nell'Orto [...] La fratellanza a voce unanime ha fatto eco a quanto ha proposto il Sig. Calò ed incarica il Sig. Priore di dare sollecito corso alla presente deliberazione» (ibidem, f. 98v-99r). Si evince dalla lettura delle suddette conclusioni confraternali che fu interpellato il famoso scultore napoletano Francesco Saverio Citarelli (1790-1871) e non già «l'artista Cifarelli di Roma» come erroneamente riportato da Ignazio Pansini nella sua indagine storica (I. PANSINI, La Chiesa e l'Arciconfraternita di Santo Stefano, Genova 1955, p. 50); errore su cui ha indugiato anche mons. Pietro Amato (P. AMATO, Indagine sulle sculture lignee dei Sacri Misteri in Molfetta, «Studi in onore di Mons. Leonardo Minervini» a cura di L. M. de PALMA, Molfetta 1983, p. 45. In generale, sull'argomento G. VIESTI, La chiesa e l'Arciconfraternita di Santo Stefano di Molfetta. Note e documenti, Molfetta 2001). Il Citarelli, «valente artista discepolo di Costanzo Angelini» (Guida pittorica ossia analisi intorno lo stile delle diverse scuole di pittura e degli artisti italiani e stranieri antichi e moderni del Barone Alessandro Petti, Stabilimento Tipografico di Nicola Fabricatore, Napoli 1856, p. 96) é citato negli Annali civili del Regno delle due Sicilie del 1833, insieme a Gaetano della Rocca, nel quale può essere individuato il Gaetano la Rocca tramandato dai verbali dell'arciconfraternita di Santo Stefano. Circa della Rocca, si ha notizia in merito alla realizzazione (per una chiesa di Napoli) di una statua in marmo raffigurante l'Immacolata Concezione (La Civiltà Cattolica, V(1854), vol. V, p.363) ed anche relativamente ad un contratto di enfiteusi stipulato nel 1853 con il Conservatorio di S. Maria dello Splendore e Soccorso di Napoli (Collezione delle leggi e de' Decreti Reali del Regno delle due Sicilie Anno 1852, Napoli, Dalla Stamperia Reale). Si ha anche notizia di una richiesta indirizzata a della Rocca, nel 1848, dall'argentiere Crescenzo Murolo, per realizzare un disegno di S. Francesco di Paola per la Cappella del Tesoro di San Gennaro a Napoli (AMATO, p. 46). Interessante la lettura delle spese erogate per la formazione della nuova statua di Cristo all'Orto: l'elenco di quelle spese (Libro di Conclusioni, f.108v), era noto ad Ignazio Pansini; egli ne curò la trascrizione in un'appendice documentaria rimasta tuttavia manoscritta ed inedita. Eccone il testo, qui reso noto per la prima volta: «Esito sostenuto per la formazione della nuova Statua di Cristo nell'Orto. All'Artefice in Napoli D. Gaetano la Rocca (Ducati 200). Al doratore (38). Ai giovani dello scultore (1,20). Legname per la cassa di trasporto (6,50). Manifattura, ed assistenza (3,00). Vite, chiodi, carte ed altro (1,30). Facchini in diverse volte (1,40). Trasporto della Statua da Napoli a Molfetta (6,40). Facchinaggio e spese minute in Molfetta (1,70). Per ritrattare la statua della flagellazione, ed invio del ritratto in Napoli (6,76). Al falegname e pittore per la formazione della nicchia per riporsi la statua (6,00)». L'analisi del documento conferma quindi che l'artefice fu Gaetano La Rocca. Annotazione interessante, nell'elenco, è quella relativa alla spesa per la realizzazione di un quadro (o forse di un disegno?) della statua dell'Ecce Homo (incarico dato forse ad un pittore locale?) da inviare a Napoli come modello per il lavoro dello scultore. E' evidente la volontà della committenza nell'imporre a La Rocca il rispetto dei canoni stilistici delle antiche statue (cinquecentesche?): si preferì come modello, tuttavia, non la vecchia statua di Cristo all'Orto (forse così deteriorata da non poter servire nemmeno come modello) ma quella del Cristo flagellato, ignorandone noi i motivi. A conclusione di queste note storiche, si propone la fotografia che raffigura una statuetta di Cristo all'Orto risalente, verosimilmente, alla metà dell'Ottocento; essa oggi di proprietà del dr. Michele Porcelli, appartenne al pittore Franco Poli che la ereditò, insieme alle altre quattro raffiguranti i Misteri, da sua nonna paterna Teresa Protomastro da Trani. Curioso notare come il mantello della statuetta sia di colore blu scuro, differentemente da quello della statua plasmata da La rocca: forse la statuetta ripropone i motivi artistici della primitiva statua di Cristo all'Orto, ritenuta inservibile nel 1855 e di cui oggi si son perse le tracce? Si propone anche una seconda foto (scatto del fotografo Luigi Aiello, già collezione del pittore Franco Poli): è un particolare del sepolcro allestito nel 1901 nella chiesa di Santo Stefano; si tratta probabilmente della foto più antica, oggi reperibile, in cui è ritratto il Cristo all'Orto (a poco più di quaranta anni dalla sua realizzazione). Antecedenti a tale preziosissima testimonianza fotografica sono forse unicamente le foto (oggi irreperibili) dei sepolcri degli anni 1895 e 1896, donate all'arciconfraternita dal priore Giuseppe Massari; di esse sopravvive l'annotazione nei registri confraternali redatti tra la fine dell'Ottocento ed i primi anni del Novecento.
Autore: Giovanni Antonio del Vescovo
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