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L'anno che verrà, tra Porto Nuovo Pip e fl op dimenticati
15 dicembre 2007

Il 2008 sarà l'anno del Porto. Vedremo i cantieri per il nuovo molo commerciale e l'opera sarà così imponente che potremo seguire ad occhio l'andamento dei lavori. Sicuramente si terranno seminari o convegni per immaginari scenari economici. Si parlerà più di una Molfetta crocevia di traffi ci commerciali, di ponte tra Occidente ed Oriente e qualcuno ci tedierà su questa vocazione storica della nostra città. Insomma nei prossimi anni Molfetta sarà “portocentrica”. Per la verità il porto che verrà, si vedrà quando si realizzerà: senza intoppi ci vorranno almeno quattro anni. Tutto ciò che si dirà prima sarà solo un ludico esercizio pseudo intellettuale, perché le dinamiche economiche sono tali e tante, e gli scenari così velocemente mutevoli, che le chiacchiere “ante”, saranno appunto chiacchiere. Oltre ai lavori del nuovo porto, l'anno prossimo è atteso un provvedimento più immediato ed incisivo: il secondo Pip (Piano insediamenti produttivi), dopo quello attuale che comprende la prima Zona artigianale, pensata e realizzata da Beniamino Finocchiaro e riempita dopo 20 anni da Guglielmo Minervini, e quella di espansione, pensata e fi nanziata nell'era “Guglielmina”, realizzata e riempita dal successore Tommaso Minervini. Il nuovo Pip in gestazione è stato voluto da Tommaso con una variante al PRG, non senza qualche polemica, da parte di chi parla di saccheggio forsennato del territorio: tra Zona Asi e area artigianale, Molfetta si avvia ad avere un'area produttiva superiore all'area urbana, dagli effetti sulla qualità della vita prossima e ventura, che i cittadini sperimenteranno sulla propria pelle. Insomma, in nome dello sviluppo economico, più presunto che vero almeno non in termini che ci si aspettava, nella nostra città tutto è permesso, anche che qualcuno si alzi la mattina e decida di voler impiantare una centrale termoelettrica. NUOVO PIANO INSEDIAMENTI PRODUTTIVI Il Nuovo Pip dovrebbe essere presentato al Consiglio comunale per la prima adozione nelle prossime settimane, si estenderà per 70 ettari a ridosso delle sue zone artigianali, verso il centro urbano. Essendo un nuovo piano, saranno defi nite le NTA (Norme tecniche di attuazione), ossia le regole e i limiti dei manufatti edilizi (es: lotti minimi e massimi, indice di fabbricabilità, aree per i servizi). Le nuove norme probabilmente faranno tesoro delle lacune emerse con il primo Pip e quindi le NTA tra i due Pip saranno armonizzate. Si sa che il nuovo Pip presenterà la novità di un'area per i servizi non solo alle imprese, ma anche alle persone. In pratica, una struttura da far realizzare da privati, in cui potranno essere ospitati esercizi commerciali, sportello bancario e postale, mensa per i lavoratori, scuole primarie, come asilo e materna. Dopo l'iter amministrativo, bisognerà trovare i soldi per le urbanizzazioni. Per la zona artigianale di espansione si utilizzarono 4 miliardi di vecchie lire, previsti dal Patto “Conca barese”, che permise di abbattere i costi dei suoli a 18 euro, salito per gli adeguamenti Istat agli attuali 24 euro. Le risorse potranno arrivare da due canali: lo Stato, attraverso i buoni uffi ci del sindaco- senatore Antonio Azzollini, che in questo campo non ha mai fallito un colpo, oppure da appositi bandi regionali, nell'ambito dell'utilizzo di risorse europee. Il Nuovo Pip sarà reso pubblico in Consiglio comunale e solo allora si conosceranno i contenuti essenziali, se ci saranno. TIPOLOGIA DEGLI INSEDIAMENTI Nel primo Pip il Comune nell'assegnazione dei suoli fu indifferente alla tipologia degli insediamenti. Non sarebbe male che questa volta la politica facesse il suo mestiere, cioè defi nire le priorità. Per esempio dare spazio a quelle imprese che per mercato e tipologia dei processi produttivi, propongono valori aggiunti signifi cativi, in termini di ricerca e innovazione (high tech), occupazione qualifi cata e diversifi cata, autonomia energetica (solare), sicurezza ambientale. Certo che tra Porto, Pip e mettiamoci anche l'Ipercoop e il Parco tematico del “Faschion District”, le aspettative non mancano, salvo poi a constatare a posteriori la conferma o meno delle promesse. Quando le cose vanno bene, politici e politicanti fanno a gara nel rivendicare i meriti, forse perché ognuno ci ha messo qualcosa di proprio, mentre quando si tratta di un fl op, la questione cade nell'oblio e nessuno ne parla, forse perché ognuno ha qualcosa da farsi perdonare. I FLOP ANNUNCIATI: MERCATO ORTOFRUTTICOLO E PONTILI GALLEGGIANTI A Molfetta sono stati spesi un bel pacco di milioni di euro per opere che hanno tradito le attese di chi le aveva pensate, progettate e impegnato per reperire i fi nanziamenti: il 2° Lotto del Nuovo Mercato Ortofrutticolo e i pontili galleggianti, con tanto di condotte idriche ed elettriche, sistemate lungo la banchina “Seminario”. Entrambe le opere sono state fi nanziate dal Patto “Conca barese”. La prima doveva essere la struttura strategica ed innovativa di tutta l'attività mercatale: destinata alle aziende dedite alla selezione, frigoconservazione e confezionamento della produzione agricola locale. Un'occasione di nuove prospettive dell'attività agricola locale e di forte impatto occupazionale. I pontili invece nelle intenzioni dovevano essere gli attracchi per i pescherecci, proprio di fronte al Mercato ittico. Su queste opere sono calati i classici veli pietosi, nessuno dice e fa niente. Insomma, le classiche “cattedrali nel deserto”, a dimostrazione che la mania di rincorrere i fi nanziamenti, spesso si rivela un esercizio fi ne a se stesso e fonte di sprechi.
Autore: Francesco Del Rosso
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