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L'altro volto della pallavolo a Molfetta: denuncia di un gruppo di ragazzi a Quindici
09 febbraio 2008

MOLFETTA - Un gruppo di ragazzi che pratica la pallavolo a Molfetta ci ha inviato una lettera di denuncia della situazione assurda che si è creata in città con il ritiro della squadra di 1ª divisione. Ecco il testo della loro denuncia: «Passare una vita a praticare, chi per diletto chi per agonismo vero e proprio, lo sport che ti affascina tanto, che ti coinvolge, che vedi in tv, dove i tuoi campioni preferiti ti danno una gran carica per affrontare gli avversari a volte non può bastare. Il nostro scopo non è quello di scrivere una storia strappalacrime perchè non rispecchierebbe la realtà; vogliamo semplicemente far capire alla gente che dietro le belle realtà della pallavolo locale ci sono molti nei, che spesso non possono o non vogliono essere corretti. Siamo un gruppo di ragazzi tra 17 e 19 anni che ogni autunno si ritrova per affrontare un nuovo campionato; ma pochi giorni fa, a calendario stilato, a trasferta già organizzata riceviamo la notizia del ritiro della squadra dal campionato di 1ª divisione. Allo sconcerto si è affiancato il desiderio di ottenere delle risposte: in questo momento è stato chiaro che a Molfetta i tanto decantati ingranaggi della pallavolo che conta non hanno funzionato per niente. Siamo state le vittime di un inutile ostracismo che definire infantile è riduttivo. Le due società pallavolistiche molfettesi, che tanti bei risultati portano a casa hanno deciso di farsi i dispetti, di non permettere il trasferimento di alcuni dei nostri atleti in prestito da una società all'altra in modo da regolarizzare la situazione dell'organico; e tutto questo per pura ripicca "sportiva", che di sportivo ha di ben poco. Sicuramente non calcheremo mai i grandi parquet delle serie maggiori ma siamo davvero delusi da quanto delle associazioni sportive di spicco, che pur devono puntare sui vivai, possano fare solo per il gusto di combattere una guerra in famiglia. Ci si chiede adesso se sia giusto continuare a fare il tifo per l'ASD PALLAVOLO MOLFETTA o la RAGNO VOLLEY visto che la foga o il desiderio di restare e continuare ad alti livelli crea un assurdo vuoto nei confronti di chi si affaccia adesso sul panorama sportivo. E forse non è un caso che da queste parti le società non riescano a superare un certo livello...».
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mi dispiace veramente per quello che è capitato a questi giovani molfettesi (molti dei quali miei amici e conoscenti),COSTRETTI a perdere fiducia nelle proprie possibilità...ci si deve solo vergognare per negare ai giovani di praticare sport....solo vergognare(sono contento che alcuni responsabili abbiano constatato l'assurdità di tale vicenda.sono sicuro che prenderanno provvedimenti) Personalmente penso che ci si debba vergognare anche di tirar in causa realtà che nulla hanno a che vedere con l'argomento principe della discussione..E' poco carino vedere una persona che ha paura nel manifestare il proprio nome e che, a quanto pare, è ben inserito nelle dinamiche della MOLFETTA-MODUGNO di B1, che si permette di dare giudizi (a mio avviso alquanto superficiali) su alcuni ragazzi che in passato sono stati nella rosa della prima squadra maschile cittadina. Io sono uno di quelli, e sono anche uno dei ragazzi inseriti quest'anno nell'ambiente andriese..e mi ritengo fortunato di giocare in serie C (serie INFERIORE alle più blasonate serie B), perchè mi sento libero di manifestare la mia passione per questo sport che è indipendente dalla serie in cui si gioca (FORSE CIO' E' OSCURO PER ALCUNI,vero sig. iosono io???). saluto con affetto i miei amici più sfortunati e li invito ad una bella partita sei contro sei al famoso campo dell'oratorio di SAN GIUSEPPE, unica vera roccaforte del cuore pulsante della pallavolo molfettese. Uno dei Palleggiatori della MANZONISPORT ANDRIA (www.manzonisport.it)


Sono Filippo Alessandrini, prima giocatore , poi presidente, oggi direttore sportivo della asdpallavolomolfetta; dunque 30 anni dedicati alla pallavolo molfettese ; vorrei raccontare quanto accadutomi all'età di 17 anni , quando nutrivo le stesse passioni che hanno animato i ragazzi protagonisti della giusta denuncia effettuata in queste pagine con un gruppo di amici , partecipammo ad una selezione di giovani atleti molfettesi , praticanti la pallavolo, per essere integrati nel gruppo di lavoro estivo propedeutico alla stagione sportiva successiva, dell'allora serie C molfettese ; io ed altri 2 miei amici attuali amici , fummo scartati dall'allora allenatore , a nostro avviso , senza alcuna giustificazione di merito. A noi , giovani appassionati di questo straordinario sport, ci crollò il mondo addosso , e , grazie all'intervento del professor Corrado Minervini, attuale allenatore della Molfetta Volley femminile, ci fu data , dopo tanta sofferenza, un'altra opportunità . Infatti i 3 esclusi , negli anni successivi , diventarono i pilastri di uno straordinario gruppo di atleti che portò la pallavolo molfettese , con l'allora unico e solo , l'instancabile Nicola Solimini , a risultati sportivi inaspettati. Con questo breve racconto vorrei trasmettere tutt ala mia comprensione e condivisione del vostro stato d'animo , e nello stesso tempo , senza voler sminuire quanto accaduto, dirvi che sono per diversi motivi , episodi che nall'inizio di un percorso sportivo possono accadere .. l'importante è non mollare mai !!!! e crederci sempre !!! Dunque colgo l'occasione per scusarmi pubblicamente con il gruppo di ragazzi , con i quali ho già avuto modo di confrontarmi sul problema esposto, che ha giustamente condannato l'operato della mia società , consigliando loro di continuare ad allenarsi per la passione che li anima e promettendo loro ed impegnandomi sin d'ora ad affrontare con l'altra società molfettese , i problemi derivanti dall'attuale incresciosa situazione tesseramento atleti . Vi ripeto le mie sincere scuse invitandovi a non abbandonare lo sport che per me è stato gioia, dolori ma essenzialmente momenti di sana e viva passione di vita . Filippo Alessandrini Dirigente ASD Pallavolo Molfetta

Quando Le scuse sono pubbliche, anche se sono una magra consolazione, vanno accettate e per lo meno va apprezzato il coraggio di chi con nome e cognome si assume delle responsabilità. Meno bello è il silenzio e la non curanza di qualche altro dirigente o Presidente. Troppo bello e scontato è attaccare le società perchè non inseriscono i giovani nei loro organici senza proporre le soluzioni. Conosco benissimo tutta la situazione della pallavolo molfettese e non solo e quindi permettetemi di fare alcune considerazioni da dirigente, sportivo ed ex giocatore. Quando ero giovane come voi, ed un certo Gino Spaccavento mi ha chiamato in prima squadra, ho toccato il cielo con un dito e la gioia che ho provato la porto ancora nel cuore insieme all'ammirazione verso chi me l'ha procurata. Per contraccambiare quella stima e quella fiducia ho lottato con le unghie e con i denti. Non ho mai saltato un allenamento, ero il primo ad arrivare in palestra e l'ultimo a lasciarla, lavoravo il doppio degli altri perchè nessuno doveva guardarmi come il "ragazzino di turno". Ci credevo ed alla fine i miei sforzi sono stati premiati prendendomi con il lavoro in palestra quello che avevo sempre sognato: il posto in prima squadra!. I ragazzini che avete citato, e che oggi giocano ad Andria, quando hanno avuto la fortuna di essere chiamati in prima squadra si sono comportati da veri e propri lavativi! Saltavano gli allenamenti, in sala pesi non erano mai presenti, si allenavano senza rabbia, senza cuore, mettevano tutto prima della pallavolo, ma erano i primi a chiedere i vari rimborsi spesa! La società avrà mille difetti ma questi atleti cosa hanno dato alla maglia della loro città???? Il NUlla! Un genitore si lamentava della retta di €.25,00, ma vi siete mai chiesti quanto costa fare sport??? Un pallone messo a disposizione dei vostri figli costa appena 45€ (2 rette mensili di suo figlio!), poi bisogna aggiungere le strutture, l'allenatore, le tasse federali.....ma perchè parlate senza conoscere il sistema??? Spesso, nello sport, i genitori sono la rovina dei propri figli! Lo sport è l'ambiente, dove il proprio figlio deve essere lasciato solo, deve imparare a lottare per ottenere qualcosa, deve imparare a stringere i denti nel dolore ed ad esaltarsi nel raggiungimento dei risultati, ma lo deve fare da solo, senza i genitori che sbraitano contro gli allenatori dalle tribune, o genitori che a casa si permettono di giudicare chi lo sport lo fa da 30 anni. Le società sbagliano, come tutti, ma impariamo a dare e a pretendere meno e forse noi per primi possiamo risolvere i problemi del volley molfettese!



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