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L’Alter Chorus alla conquista della Puglia con “La Traviata”
15 ottobre 2019

È da annoverarsi come dato di fatto l’affermazione a livello regionale di una eccellenza musicale molfettese quale è l’Alter Chorus. Infatti, il coro lirico molfettese diretto da Antonio Allegretta è ormai una compagine richiesta e applaudita anche nel territorio brindisino, dove si è distinto per l’esecuzione di diversi concerti e per la partecipazione alla messa in scena di alcune opere liriche, come ad esempio Cavalleria Rusticana di Mascagni, rappresentata nell’agosto dello scorso anno a Ceglie Messapica. E, dopo nemmeno un anno, ritroviamo l’Alter Chorus nuovamente in questo caratteristico centro dell’Alto Salento dove ha fatto sfoggio, in tutta la sua prorompenza vocale e scenica e il suo bagaglio di sicurezza di esecuzione e centratura del senso del dramma, di quella che è da considerarsi senza dubbio la punta di diamante del suo repertorio, avendola cantata in ogni modo, in ogni dove e in ogni quando, non in ultimo in una rappresentazione nella vicina Villa Castelli nell’estate del 2015: La Traviata di Giuseppe Verdi. Il melodramma musicale in assoluto più eseguito nel mondo è stato messo in scena in una grande produzione lo scorso 23 luglio nella centralissima Piazza Plebiscito vedendo protagonista insieme all’Alter Chorus e alla Ceglie Opera Live Orchestra un cast solistico di primissimo ordine. A cominciare dalla protagonista Violetta, interpretata dal soprano Marzia Saba Rizzi, che ha dato una prova convincente di quella versatilità vocale che richiede questo complesso personaggio che si muove tra perdizione e redenzione. Ora brillante, ora meditativa, ora cupa, la Rizzi è stata brava tuttavia a far trasparire anche nei passaggi più frivoli quella sofferenza che pervade Violetta nel corpo e nell’anima in tutto lo sviluppo della trama. Ad interpretare Alfredo, invece, il tenore Roberto Cervellera, conosciuto e apprezzato anche al pubblico molfettese, avendo tra le altre cose sostenuto questo ruolo anche in un paio di rappresentazioni dell’opera nella nostra città. Vocalità squillante e pulita uniti a padronanza di scena sono da segnalarsi come caratteri peculiari della sua prestazione. A dare vita a Germont Padre il baritono Giorgio Schipa, di stirpe regale musicale (è pronipote del grande tenore leccese Tito Schipa), sfoggiata sul palco nella sua interezza con una esecuzione austera, nobile ed elegante. Anche gli altri comprimari si sono distinti per la loro interpretazione efficace, a cominciare dai due interpreti molfettesi Brigida Catanzaro, interessante soprano dalla piena e calda voce, nel ruolo di Annina, e Onofrio Salvemini, basso di esperienza e competenza consolidate, nel ruolo del dottore Grenvil. E poi ancora il mezzosoprano Marta Nigro nel ruolo di Flora Bervoix, il tenore Mauro Scalone nel ruolo di Gastone, il baritono Graziano De Pace nel ruolo del Barone Douphol, il basso Antonio Mangione nel ruolo del Marchese d’Obigny. A fare sintesi delle migliori peculiarità dei cantanti e dell’orchestra la prestigiosa bacchetta del M° Roberto Corlianò, uno dei migliori pianisti italiani in attività annoverando collaborazioni con artisti del calibro di Katia Ricciarelli, che ha dato prova della sua proverbiale eccletticità anche sul podio a dare una esecuzione suggestiva e ricca di sfumature di questo intramontabile capolavoro del melodramma italiano. Ciò in piena simbiosi con la regia teatrale del soprano Maria Rita Chiarelli, tutta orientata a mettere in evidenza lo stato di solitudine e di nudità dell’animo di Violetta di fronte alla prova della morte. Funzionali all’impronta di regia le particolarissime e moderne coreografie del corpo di ballo Soqquadro Company e i sempre raffinati elementi di scena dell’artista Damiano Pastoressa. © Riproduzione riservata

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