Sono passati oltre vent’anni dalla approvazione del Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) della città di Molfetta; un Piano che, come si può immaginare, già da alcuni anni presenta due problemi sostanziali: la pianificazione urbanistica continua a basarsi su una città con un numero di abitanti molto più alto di quello reale: 80mila abitanti ipotizzati anziché i 60mila reali; si registra uno squilibrio nella realizzazione dei singoli comparti che propende tutto a favore della realizzazione delle costruzioni private anziché verso la necessaria realizzazione dei servizi occorrenti al miglioramento della qualità della vita di famiglie, bambini e anziani soprattutto nelle periferie. Con il PRG, infatti, si continua a costruire soltanto palazzi o villette in numero di molto superiore rispetto alle reali esigenze degli attuali abitanti in città. E’ in atto una continua realizzazione di edifici privati che, in periferia, spesso sono privi delle più basilari urbanizzazioni (strade, illuminazioni, arredi, servizi, etc.); edifici che oggi, pericolosamente, si realizzano sempre più vicini a quanto di più prezioso noi abbiamo a difesa del pericolo eventuali alluvioni, ovvero alle lame e alla costa, modificando fortemente la morfologia dei suoli che, in molte aree periferiche, non sono più in grado di resistere a eventi atmosferici improvvisi come quelli che accadono spesso in molte parti della nostra penisola. Questo quadro è in linea con quanto sta succedendo in generale nella Puglia, una regione che dal Rapporto 2019 dell’ISPRA è risultata terza in Italia per consumo di suolo. Una prospettiva che va contro tutti i buoni propositi espressi, di recente e soprattutto dalle giovani generazioni, a favore della lotta al riscaldamento globale e alla lotta ai cambiamenti climatici. Nell’ ottobre scorso, su proposta della Giunta di Tommaso Minervini, il nostro consiglio comunale a maggioranza non solo ha confermato la volontà di completare questo ormai “obsoleto” PRG ma, con alcune varianti significative alle NTA, lo rende ancora più “libero da cavilli” e aperto a nuove e più invasive “tipologie edilizie”. Il provvedimento di riferimento è stato la deliberazione della Giunta Comunale n. 230 del 20/07/2018; in sostanza il Consiglio comunale, pur in presenza di un quadro normativo definito a livello regionale dal PAI e dal PPTR, introduce la variante all’art. 7 delle Norme Tecniche Attuative (NTA) consentendo, previa presentazione di un “Piano di Comparto” redatto dai proprietari di almeno il 51 % delle superfici catastali, di “sopprimere o modificare le tipologie edilizie e alcuni indici edilizi indicati nelle NTA”. Con questa variante nei comparti 6-9-12 e 13 ovvero tutta la zona di espansione residua verso la chiesetta della “Madonna della Rosa” si potrà passare dalle “villette basse unifamiliari” agli “edifici pluripiano” che sembra registrino in città, a detta del Comune, “un mercato florido”. Altra variante importante introdotta è quella che riguarda le zone B1 e A2, quest’ultime definite “zone di semipregio” urbano. In queste aree, i proprietari di abitazione potranno più agevolmente effettuare, previa presentazione di Piani di recupero, cambi di destinazione d’uso, effettuare ristrutturazioni, chiudere verande, etc. Una “deregulation” che potrà cambiare l’aspetto e l’estetica della città soprattutto nel suo cuore più storico e rappresentare un potenziale fattore di pericolo vicino alle Lame in cui si potranno costruire palazzi pluriplano anziché villette basse. Le varianti adottate nel Consiglio comunale del 7 ottobre 2019 (fonte sito web del Comune di Molfetta): 1. Declassificazione e sdemanializzazione di un tronco stradale della “Strada comunale via Caduti sul Lavoro” ricadente in Zona Omogenea B/2 di PRGC. Saranno abbattuti due ruderi utilizzati in passato come cortili per animali (conosciuti come cortecchie) su via Caduti sul Lavoro, migliorando la viabilità e la sicurezza di una zona che in passato è stata spesso teatro di incidenti, di cui uno mortale. Con l’abbattimento di un terzo rudere, ordinato tramite un atto dirigenziale, sarà quindi avviato un processo di riqualificazione della zona di Ponente che comprende anche via Cavalieri di Vittorio Veneto e Prolungamento Caduti sul mare. 2. Declassificazione e sdemanializzazione della “Strada comunale pedonale” compresa tra via Bisceglie e Viale dei Crociati ricadente nell’ambito del comparto urbanistico 19 di PRGC. Si sbloccherà il comparto 19, come da Piano regolatore generale. Saranno abbattute le baracche su via Bisceglie (altezza semaforo del cimitero) e realizzati edifici. Per il 30% saranno abitazioni, mentre per il 70% si tratterà di edifici non residenziali: bed & breakfast, negozi, uffici. Con questo intervento si darà un impulso al turismo, all’artigianato, al commercio e ai servizi nella zona della Madonna dei Martiri, che vedrà anche la riqualificazione del waterfront. È già stato approvato, infatti, il progetto definitivo da 2,8milioni di euro, divisi per i tre lotti: 1,5 per la nuova piazzetta della Madonna dei Martiri, 741mila per la riqualificazione del waterfront di Ponente, 600mila per la riqualificazione del muraglione di viale dei Crociati. 3. Declassificazione e sdemanializzazione di un tronco stradale della “Strada comunale Fondo Favale” ricadente in zona omogenea “Verde attrezzato” di PRGC. Sarà abbattuto l’ex mattatoio Latorre e saranno realizzati edifici residenziali privati e un complesso sportivo privato, ma convenzionato con il Comune. Il privato provvederà alla realizzazione della strada che costeggia la ferrovia, prolungando via Pertini. Ci saranno campi da calcetto, una palestra con attrezzature, una piscina e un’area verde attrezzata. Il Comune (quindi scuole, associazioni, servizi sociali) avrà gratuitamente a disposizione la struttura almeno 5 giorni a settimana, dalle 9 alle 12, dal lunedì al venerdì per tutti i 12 mesi dell’anno. Sara riqualificata quindi la zona tra via Pertini e via Tommaso Salvemini. 4. Piano regolatore Generale variante normativa agli artt. 32.2 Sottozona A/2 e 33.1. Sottozona B/1 e allegato B, delle Norme Tecniche di Attuazione. Si tratta di misure che – secondo la Commissione locale per il Paesaggio – evitano ulteriori consumi di suolo, favorendo il riutilizzo e la riqualificazione dell’edificato e che sostengono indirettamente lo sviluppo delle attività commerciali. L’altro obiettivo è favorire l’esercizio del diritto proprietario, sempre tutelando al massimo gli immobili di valore storico e artistico. La sottozona A/2 comprende l›area tra i cantieri Tattoli, via Mameli, via Apicella, via Immacolata, via Carlo Alberto, via D›Azeglio, via Rattazzi, via Palummo, via Maranta, via Vista, via Cattaneo, via Volta, via Fiorino, vicolo Garibaldi, lungomare Colonna, via Baccarini, viale Pio XI, via capitano De Candia, via tenente Silvesrri, via Paolo Poli, via Pomodoro, piazza Moro, via Terlizzi, corso Fornari, via Zuppetta, via Nievo, via San Francesco d’Assisi, vico 12esimo è vico 14esimo Madonna dei Martiri. Si potranno chiedere interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione: fusione di più unità immobiliari e cambio di destinazione d’uso, frazionamento di una unità immobiliare e cambio di destinazione d’uso, riconfigurazione della sagoma dell’immobili. Si potranno effettuare demolizioni e ricostruzioni di immobili, ma soltanto per immobili di scarso valore storico, artistico e paesaggistico, unicamente a seguito di un piano particolareggiato o un piano di recupero, approvato dagli uffici comunali. La sottozona B/1 comprende l›area tra il Lungomare Colonna, via don Cosmo Azzollini, via da Palestrina, viale Pio XI, via Salvemini, viale martiri della resistenza, via Azzarita, via Leonardo Mezzina. Rispetto alla sottozona A/2, per gli interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione non saranno necessari piani particolareggiati o piani di recupero. Si potranno sempre effettuare demolizioni e ricostruzioni di immobili e si potrà procedere ad ampliamenti volumetrici, come la chiusura di balconi e verande che non si affacciano su strade o spazi aperti al pubblico. 5. Piano Regolatore Generale – Variante normativa art. 7 delle Norme Tecniche di Attuazione. Si tratta di un ulteriore passo per lo sblocco dei comparti 10, 11, 12 e 13 (zone limitrofe alla Madonna della Rosa e al Villaggio Belgiovine). Dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale servirà l’autorizzazione paesaggistica regionale e l’ok della Giunta regionale. Per il 60% si tratta di case di cooperative, per il 40% residenze privata. Per la prima volta l’approvazione del piano dei servizi dovrà anticipare obbligatoriamente la progettazione dei comparti. © Riproduzione riservata