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Karaoke e “strazi canori” notturni al Corso Umberto di Molfetta. Un lettore scrive a “Quindici”: chi li ha autorizzati?
13 novembre 2013

MOLFETTA – Un lettore scrive a “Quindici” per denunciare karaoke a tutto volume in pieno centro al Corso Umberto di Molfetta, “strazi canori” che durano oltre la mezzanotte e si chiede chi abbia autorizzato questo “supplizio”.

Ecco la sua lettera:

«Spett.le Redazione, a nome di tutti gli abitanti zona corso (dal Liceo in giù) faccio appello al Vostro stimatissimo giornale per denunciare una situazione che dura ormai da tre settimane: puntualmente ogni domenica, presso il Bar S. Marco, all'interno del gazebo, si svolge una serata di Karaoke che inizia alle 20 circa e non finisce mai prima di mezzanotte; cantanti allo sbaraglio si succedono dando vita ad uno strazio canoro che non ha eguali; il martirio continua imperterrito anche se piove e se c'è solo un "cantante" che si cimenta, con spettatori pari a zero.
Ma è proprio il caso di continuare visto che il giorno dopo è lavorativo? Non c'è rispetto per chi vuole riposare.
Chi è stato quel politico che ha dato l'autorizzazione a siffatto "supplizio"?
Perché il karaoke non lo svolgono dentro il bar in modo che la "sofferenza" sia solo di pochi intimi?
Mi chiedo se ancora esiste un minimo di senso civico in questa città.
Confido nella Vostra divulgazione di questa mia rimostranza.
Cordiali saluti
».

 

Fin qui la lettera che giriamo all’amministrazione comunale che dovrebbe cominciare a fare ordine nella mancanza di regole consentita dall’amministrazione di centrodestra guidata dall’ex sindaco sen. Antonio Azzollini.

Sono state autorizzate, consentite e tollerate ogni tipo di licenze di occupazione di suolo pubblico e di schiamazzi notturni. Ognuno poteva fare quello che voleva, senza regole né sanzioni, alla ricerca del facile consenso populista e la città è arrivata al degrado attuale.
Ci chiediamo: non si possono cominciare a mettere alcune regole a cominciare dai gazebi dei bar che dilagano ovunque, togliendo spazio ai già scarsi parcheggi e occupando spazio pubblico anche oltre lo stesso gazebo, con piante varie, come avviene a piazza Garibaldi?

Non si può cominciare ad uniformare questi gazebi che sono uno diverso dall’altro e uno più brutto dell’altro? E gli schiamazzi notturni di alcuni locali? Non si possono mettere le regole sugli orari e sui decibel?
Sarebbe anche opportuno che la polizia municipale cominciasse a sanzionare qualcuno, in modo da far capire che l’aria è cambiata e che la libertà di ciascuno finisce dove comincia quella dell’altro. Va bene la musica, ma anche il rispetto di chi abita nei dintorni e ha diritto al riposo. Le due cose, con un intervento regolatore, possono coesistere.

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