“Io sono, io sei, io è”: il liceo scientifico coniuga nuovi verbi
“Una storia sulle piccole cose”, sostiene Gianluca, protagonista del cortometraggio “Io sono, io sei, io è”, frutto del progetto pof realizzato dai ragazzi del liceo scientifico.
E il background della storia, infatti, è costituito per buona parte dall'esperienza amorosa adolescenziale: “lui” vuole “lei”, “il migliore amico” di lui vuole lei, “lei” vuole un altro, ma “l'altro” cerca una semplice amicizia. Su una trama molto semplice si vanno però ad incastonare tematiche complesse, come il rapporto tra i giovani e la fede che , come mi spiega uno dei docenti coordinatori del progetto, la professoressa Agata La Piana, assume spesso la funzione di rifugio. Particolarmente su questa tematica verte la seconda parte del cortometraggio, in cui “l'amico” di lui cerca nella fede un modo per realizzare il proprio fine, ovvero conquistare “lei” ed evitare che possa partire.
E le sue preghiere si realizzano, ma con un risvolto compromettente: lo scoppio della guerra, che, dalle immagini di repertorio, si nota chiaramente essere quella del Kossovo.
Incuriosita dall'inserimento di un elemento drammatico all'interno di una storia tra adolescenti, ne ho chiesto il motivo ai protagonisti stessi e la risposta è stata tanto spontanea quanto ovvia: come non trattare un argomento che è vita quotidiana? Ed ecco un secondo elemento forte, cui ben presto se ne aggiunge un terzo: la morte. “Il migliore amico”, sentendosi responsabile di una guerra, schiacciato, assillato, perseguitato dalla propria coscienza, viene ucciso, letteralmente ucciso, da essa stessa.
La conclusione del corto diviene la sua essenza, col travaglio psicologico di Gianluca, il “lui” del racconto. Ogni ricordo diviene drammaticità, ogni pensiero è un ripercorrere i passi dell'altro, ogni azione un immaginario condividere. Un concentrato di tragica e vera essenza dell'amicizia: la gravità di legami interrotti, ma anche la consapevolezza di ignorare l'amore, termine sfuggente troppo spesso abusato.
L'intensità del dramma è stata enfatizzata dalla voce fuori campo, scelta del regista Girolamo Macina.
Ho voluto interrogare sull'esperienza i protagonisti del cortometraggio, più che disponibili a dare chiarimenti, e voglio dar voce ai loro ringraziamenti nei confronti dei docenti Agata La Piana e Michele Pappagallo, promotori e sostenitori del progetto.
E per chiudere vorrei rivolgere una domanda a Gianluca: sei ancora convinto che sia una “storia sulle piccole cose? Io penso di no.