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Io elettore per la prima volta a Molfetta, non diserterò le urne L’INCHIESTA – Cosa pensano i giovani della politica e cosa si aspettano
04 marzo 2018

MOLFETTA - Tanti giovani votano la prima volta in queste elezioni politiche; molti sono ancora confusi e incerti, ma sembra che l’astensionismo non coinvolgerà le giovani generazioni, anche perché la curiosità, la voglia di esserci, la speranza di poter cambiare e il piacere di esercitare un diritto, saranno più forti della tendenza a disertare le urne, tipica di chi è già rimasto deluso.

Ecco perché “Quindici” ha realizzato questa inchiesta fra i giovani al primo voto, ma anche quelli che hanno già votato in precedenza, per vedere quale sarà il loro orientamento.

Questo articolo, ovviamente, non ha valore di sondaggio, ma di inchiesta giornalistica, come “Quindici” è abituato a fare, sguinzagliando redattori e collaboratori sul territorio per raccogliere umori e opinioni.

Ecco il risultato del nostro lavoro. Abbiamo posto a tutti le stesse domande.

Andrai a votare il 4 marzo ? Perché?

Se sì: per quale partito voterai? Lega, Movimento Cinque Stelle, Berlusconi, PD, Sinistra?

Credi realmente nel partito in cui voterai o si tratta di un voto di protesta? Perché?

Credi che la politica possa dare risposte ai tuoi bisogni futuri, specie per quanto riguarda il campo del lavoro?

Credi in un futuro migliore per i giovani di oggi?

Se no: con quali strumenti, a tuo parere, sarebbe possibile cambiare la situazione?

Queste le risposte dei giovani:

Assistente sociale, 34 anni: «Andrò a votare il 4 marzo perché voglio provare a cambiare anche con il mio voto l’Italia. Sicuramente non voterò Berlusconi, la Sinistra o la Lega, probabilmente il Movimento 5 stelle per dare un’opportunità a questo partito che non ha mai governato, a differenza degli altri che hanno tutti governato e rubato. Se la politica continua così non garantirà un futuro migliore per i giovani: ci spero ma non ci conto più di tanto».

Studente universitario, 23 anni: «Non andrò a votare. Credo che la situazione italiana possa cambiare attraverso nuove leggi e nuovi provvedimenti».

Studentessa liceale (Liceo Linguistico), 18 anni: «Andrò a votare il 4 marzo perché è un mio diritto e un mio dovere. Attraverso la preferenza noi cittadini possiamo decidere ciò che sarà del nostro Paese. Si è lottato tanto per la democrazia, per la Repubblica, sarebbe bene difenderle. Non mi sono ancora documentata del tutto, ma condivido le idee prioritarie di Sinistra. È molto difficile cambiare il mondo del lavoro, ma ci si può riuscire fornendo a noi giovani i giusti stimoli e le giuste risorse, a partire dal mondo della scuola, che si sta trasformando in un’ azienda dove gli studenti stanno diventando delle macchine, senza esser più considerati delle persone».

Studentessa universitaria, 25 anni: «Andrò a votare il 4 Marzo. Il mio voto si orienta per la Sinistra. Difficilmente aderisco all'intera linea di un partito, ma mi ci ritrovo su diversi fronti. Non credo che la politica attualmente sia in grado di assicurare netti miglioramenti nel mondo del lavoro o per i giovani, in quanto gli interessi economici dei retroscena politici hanno spesso la precedenza sul reale benessere del Paese e del singolo cittadino. Sarebbe possibile cambiare la situazione solo se si mettessero da parte gli interessi personali o unicamente di mercato, soffermandosi sul significato reale di “welfare”. La politica deve diventare il mezzo con cui dirigere l'economia al servizio del benessere, non piegare il benessere al servizio dell'economia».

Laureato in Giurisprudenza, 31 anni: «Andrò a votare perché mio dovere civico, il partito preferisco non dirlo, non è un voto di protesta… più che altro credo, spero che la politica (al di là del colore e in base a un programma serio) possa dare risposte specie nel campo del lavoro che è purtroppo uno dei settori più delicati, soprattutto oggigiorno , ed in particolare per i giovani che si sono trovati in un “ imbuto” dal quale non è facile uscire per colpe esterne a loro».

Studente universitario, 21 anni: «Il 4 marzo andrò a votare perché ritengo giusto esprimere la mia opinione riguardo alla classe dirigente. Sono ancora indeciso a causa delle varie indagini che riguardano i rappresentanti di diversi partiti politici. Solo se è presente un vero impegno da parte di tutta la classe politica unita e non di una fazione contro l’altra la politica può dare risposte ai bisogni futuri. Credo in un avvenire migliore per i giovani di oggi solo con le opportune riforme e gli opportuni miglioramenti dell’attuale situazione socio-economica italiana».

Studentessa universitaria, 21 anni: «Il 4 marzo andrò a votare perché ritengo che sia fondamentale esprimere il mio voto per determinare chi andrà poi a governare, incidendo notevolmente sulla situazione del Paese. Non so ancora che partito andrò a votare perché purtroppo non sono riuscita a trovare ancora una mia linea politica, un partito o un leader che rispecchi le mie idee. Non si tratta di essere qualunquisti ma ormai provo una forte sfiducia per tutti. Ragionerò sul mio voto cercando di documentarmi maggiormente. Esprimere un voto di protesta effettivamente non porterebbe a nulla di concreto ma sono molto indecisa e sfiduciata. Non riesco a trovare delle risposte concrete soprattutto per il mondo del lavoro e per il campo in cui mi sto specializzando, quello umanistico, che molto spesso viene sottovalutato o peggio calpestato. I nostri politici sono troppo concentrati su se stessi e penso che non possano assicurarci un futuro roseo. È necessario che "noi giovani" iniziassimo a mobilitarci e a prendere in mano la situazione se vogliamo ottenere un vero cambiamento, ma dobbiamo avere le idee chiare».

Laureato in Ingegneria Edile, 29 anni: «Andrò a votare perché penso che il voto sia una espressione di libertà, presa di coscienza e responsabilità che ognuno di noi dovrebbe assumersi, anche solo per rispettare chi ci ha concesso questa possibilità con le proprie battaglie. Probabilmente voterò PD, non perché creda fermamente in ciò che propongono. Nei loro anni di governo, governo non regolarmente eletto, ma imposto dall'alto, hanno cercato di arginare la situazione catastrofica ereditata dai propri predecessori, ottenendo a volte anche risultati in parte positivi, vedi l'incremento dei posti di lavoro, ma a tempo determinato. Nel mio voto seguirò la  logica del male minore, preferendo il PD rispetto a chi ci ha considerato un peso della nazione fino a pochi anni fa (lega), a un gruppo di demagoghi che cavalcano la protesta popolare (m5s) e ad  un uomo condannato in un legittimo tribunale che non dovrebbe neanche avvicinarsi alla politica. Non credo che la politica possa dare risposte ai miei bisogni futuri; io con le mie azioni, la mia formazione e le mie conoscenze potrò farlo. Un futuro migliore è possibile ma non con l'attuale sistema, è fallace, lento, inutilmente complicato e inadatto alle reali necessità, ma è quello che abbiamo».

Studente universitario, 20 anni: «Andrò a votare il 4 marzo perché il voto è un diritto di tutti i cittadini oltre che un dovere civico. In realtà sono ancora molto indeciso in merito al partito da appoggiare, però posso affermare con certezza che la mia formazione politica sia principalmente di sinistra. Oggigiorno, dopo le numerose delusioni, credere in un partito politico ben preciso penso sia una vera utopia. Non penso che la politica possa essere d'aiuto ai giovani in campo lavorativo, con il trascorrere del tempo si è perso il reale significato di questo termine (organizzazione ed amministrazione dello Stato ed il soddisfacimento degli interessi pubblici), badando principalmente ai propri interessi personali. Ognuno è artefice del proprio destino; il proprio futuro lo si costruisce nel tempo mediante tanto lavoro, sacrifici e giuste basi».

Studentessa liceale (Liceo Scientifico), 18 anni: «Certo che andrò a votare perché sono una cittadina italiana ed è mio dovere, oltre ad essere mio diritto, esprimere la mia opinione ed essere artefice , seppure in maniera molto blanda, delle sorti dell’Italia. Ritengo che si siano fatti passi in avanti negli ultimi anni e non posso non credere nel fatto che ci potrebbero essere cambiamenti nel futuro e che i politici non investano nei giovani, perché saranno loro a prendere un giorno in mano le redini del nostro Paese. Più che altro spero che le "promesse" che tutti i partiti stanno facendo nel loro programma politico vengano , almeno in parte, rispettate e che loro, chiunque siano, una volta chiusi i seggi non traino profitti individuali e non imbroglino la gente, perché gli Italiani hanno bisogno di iniziare a fidarsi dei loro politici, cosa che negli ultimi anni si è persa per ovvi motivi».

Laureata in Legge, 26 anni: «Votare è un dovere di ogni cittadino. Voterò Berlusconi: voglio crederci essendo, a mio avviso, il male minore. La politica non cambierà lo stato delle cose a mio parere, soprattutto in ambito lavorativo».

Programmatore Software, 21 anni: «Andrò a votare perché il voto è uno strumento che noi popolo abbiamo per esprimere una nostra opinione e le persone che non votano fanno un torto a se stesse. Non so per quale partito voterò... molto probabilmente Movimento cinque stelle perché credo che sia un partito in grado di cambiare la situazione attuale. Per quanto riguarda il futuro dei giovani non ho buone prospettive perché in Italia non c'è molto lavoro per via anche delle tasse alte… quindi le aziende se devono assumere, assumono gente valida. Lo Stato influisce anche in quanto non investe nell'istruzione, il popolo è ignorante e anche più facile da governare. I giovani ormai di oggi sono troppo legati ai social, abituati ad avere già tutto sin dalla nascita, dubito che si rimbocchino le maniche per diventare quelle persone valide che le aziende cercano».

Elena, 24 anni: «Il 4 marzo andrò a votare. Ci sono sempre andata da quando ne ho diritto perché penso sia importante, ogni volta si presenti la possibilità, esprimere la propria idea e decidere in un ambito così fondamentale. D'altronde in questi ultimi anni non è successo molto spesso... Abbiamo cambiato Premier con la stessa facilità con cui si cambiano calzini e, tra governi tecnici e nomi scelti per traghettare il Paese da un problema all'altro, siamo stati lontani dall'essere una Repubblica Democratica. Credo voterò per Liberi e Uguali perché credo in Grasso, ispira la mia fiducia già da quando ricopriva la carica di presidente del Senato. Inoltre mi ritrovo abbastanza d'accordo sui punti salienti del programma del partito».

Giuseppe, 25 anni: «Andrò sicuramente a votare. Sono molto sfiduciato, ma non vedo molte alternative per invertire la rotta. Il mio sarà soprattutto un voto di protesta, più che credere nel vero senso della parola nel programma politico del partito che sto scegliendo. Il mio voto andrà al Movimento 5 Stelle, perché sicuramente rappresenta qualcosa di nuovo. Certo, non tutti i suoi rappresentanti sono competenti, ma trovatemi un partito che non abbia delle pecche e poi ne riparliamo. A Torino trovo stiano facendo un buon lavoro, Roma è una piazza troppo difficile da giudicare. Sarebbe positivo, secondo me,se con queste elezioni per lo meno ci disfacessimo di alcuni personaggi politici tornati magicamente in auge in periodo elettorale».

Alessandra, 20 anni: «Queste sono le mie prime elezioni politiche. Andrò a votare perché è un mio diritto ma devo ammettere che m'intendo poco di politica. In quest'ultimo periodo però mi sono informata maggiormente e ci sono dei temi espressi dalla destra con i quali sono in completo disaccordo, come ad esempio l'uscita dall'Euro, le vaccinazioni, la risoluzione del problema dell'immigrazione clandestina con l'espulsione. Il mio voto quindi andrà necessariamente a sinistra, nello specifico al PD perché è più vicino alle mie convinzioni riguardo ai temi prima citati».

Paolo, 19 anni: «Sì, vado a votare perché non posso sprecare l’opportunità di influire, seppur minimamente, sulle sorti del futuro politico del Paese. Voterò il Movimento 5 stelle perché credo in quello che dicono, si è sempre mantenuto coerente con se stesso ed espone delle problematiche mai prese in considerazione da altri partiti. Approvo la scelta di rifiutare la forma obsoleta del partito e ritengo che al momento il Movimento 5 stelle sia la forza più credibile che possa andare al governo. Infatti si contrappone alla staticità della situazione politica degli ultimi 10 anni, che ha visto alternarsi partiti di diverso colore ma di uguale sostanza, e propone, oltre che una nuova struttura, anche nuove proposte che molti considerano troppo radicali, ma che io proprio per questo reputo valide. Credo poco nell’efficienza della politica, perché sono convinto che il potere vero e proprio sia detenuto dai “poteri forti”, quindi le grandi industrie e le banche. Tuttavia, se una forza motivata come quella del Movimento 5 stelle salisse al potere, essa potrebbe riassettare l’equilibrio dei poteri, e solo allora la politica potrà influenzare positivamente il futuro di noi giovani».

Tiziana, 18 anni: «Sì, andrò a votare perché penso che la politica sia importante. Non so ancora per quale partito votare, però di sicuro il mio non sarà un voto di protesta perché bisogna cominciare a credere in qualcosa per avere dei risultati. Credo che la politica sia la risposta ai miei bisogni».

Carlo, 20 anni: «Sì, andrò a votare perché è mio dovere da cittadino. Sicuramente la mia scelta è orientata fra PD e sinistra, non so ancora quale dei due in particolare però ho sempre visto la mia visione politica coincidere con quella di questi due partiti. Il mio sarà anche un voto di protesta perché nonostante sia a favore di alcune delle proposte del Movimento 5 stelle, secondo me sono inadatti a governare, mentre la destra ha rovinato il nostro paese. La sinistra invece, pur avendo fatto tantissime cose sbagliate nell’ultimo periodo, penso che rappresenti l’unica opportunità di mantenere “sano” il nostro Paese. Sicuramente la politica influenzerà aspetti come il mio lavoro in futuro, recentemente abbiamo visto come nuove iniziative politiche abbiano agevolato le start-up in Italia, e io sono molto fiducioso riguardo la politica dei prossimi 10 anni».

Valentina, 19 anni: «Sì, andrò a votare perché ritengo sia una cosa molto importante che ogni cittadino dovrebbe fare. Non so ancora per chi votare perché non mi intendo molto di politica, probabilmente per Berlusconi perché mi pare che le cose andassero meglio quando lui era Presidente del Consiglio. Il mio voto non sarà di protesta ma più che altro di fiducia, spero che Berlusconi possa fare del bene al nostro Paese. Non so se la politica possa dare una risposta ai miei bisogni, la mia unica speranza è che chi sarà eletto pensi al bene di tutti i cittadini, non solo i più benestanti, e che dia più spazio ai giovani».

Angela, 19 anni: «Certo, andrò a votare perché è un mio diritto e la massima espressione della mia libertà da cittadina. Il mio voto andrà al Movimento 5 stelle perché nonostante non abbiano i mezzi necessari per governare come il PD, condivido gran parte delle loro idee e preferisco che al governo ci sia gente in grado di far del bene a questo paese, anziché un partito potente in cui non ho fiducia. Ovviamente il mio sarà in minima parte anche un voto di protesta poiché temo la presa di potere di Berlusconi e della Lega, che farebbero fare all’Italia un salto indietro di mezzo secolo. Sono certa che la politica rappresenti la risposta ai bisogni dei giovani, è anche vero però che deve cambiare il modo di gestire questo paese, altrimenti sempre più ragazzi perderanno fiducia in quest’ultimo e nelle opportunità che ha da offrire».

Michele, 20 anni: «Andrò a votare perché è mio diritto farlo. Non so ancora per chi votare, di sicuro non per Berlusconi e 5 stelle, quindi il mio sarà soprattutto un voto di protesta. Non penso che oggi la politica possa dare una risposta ai miei bisogni, spero che tra 5 o 10 anni riesca a farlo perché il futuro di noi giovani dipende proprio da questo».

Marina, 18 anni: «Non ho ancora deciso se andare a votare perché non mi intendo di politica e non simpatizzo per nessun partito in particolare. Ritengo che il modo migliore per cambiare le cose sia investire sull’educazione dei più giovani, e quindi salvaguardare la futura classe dirigente».

Roberto, 19 anni: «Sì, andrò a votare perché credo nella partecipazione politica e la considero fondamentale in un paese civile. Voterò il partito di sinistra perché è l’unico da cui mi sento rappresentato. Credo che la politica sarà in grado di rispondere ai miei bisogni solo dopo un drastico cambiamento nella gestione delle questioni riguardanti il lavoro e il futuro della nostra generazione».

Marco, 22 anni: «Sì, andrò a votare non solo perché è un mio diritto ma perché voglio che questo paese cambi. Intendo votare per il PD perché secondo me il programma che offre è il “meno peggio”, se messo a confronto con quello di altri partiti. Voto anche un po’ per protesta, però credo fermamente nel PD che si occupa del benessere degli italiani e in particolare della gente che lavora e che cerca lavoro. Non penso che la politica stia rispondendo ai bisogni dei giovani in questo momento, si pensi alle leggi per posticipare l’età della pensione. Spero che in futuro le cose possano cambiare».

Sara Fiumefreddo
Daniela Bufo
Ivana Silvestri

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