MOLFETTA - Cinque racconti per recuperare il culto dei valori perduti in una società che non ha più tempo né voglia di fermarsi a riflettere sul senso della vita e sul rapporto con gli altri. E’ questo in estrema sintesi il tema del libro “Intimità violate” di Nicola De Matteo (Secop edizioni) presentato a Molfetta al Bar Al Duomo a cura dell’Università Popolare e del Rotary Club di Molfetta in collaborazione con la Fondazione Valente.
«I cinque racconti che costituiscono la tessitura del romanzo con la levità del dettato linguistico e del ritmo narrativo – ha detto la prof.ssa Ottavia Sgherza, presidente dell’UPM presentando il volume - mi hanno catapultato in un universo umano ed esistenziale a me molto familiare, e come su un immaginario palcoscenico sfila un manipolo di umili, di eroi minimi, che vivono con grande dignità e orgoglio la loro condizione, non più gli umili verghiani, vinti dal labor vitae e muti nella loro solitaria disperazione, ma una umanità semplice, animata da buoni sentimenti e depositaria di un patrimonio di valori ben radicati, quei valori del mos maiorum che i miti della modernità non sono riusciti ad annichilire. Sono sopiti nella profondità dell'inconscio di ognuno, ma balzano vigorosi nei momenti cruciali della esistenza. Il libro è da considerare un viaggio metaforico dell'io narrante nell'io narrato, non come discesa agli Inferi, ma viaggio che il nostro autore compie per la riappropriazione di quei valori che danno senso alla vita.
Il primo racconto Viaggio a Lucerna, ambientato negli anni a noi più vicini, apparentemente è storia di emigrazione di tre meridionali, pugliesi nei nomi, Saverio e Nicola, e nel linguaggio, in realtà storia di fraterna amicizia, quella energia vitale che riempie la solitudine e ti restituisce a te stesso.
Con il secondo racconto, L'Ombra del Carrubo, più lungo e diviso in capitoli, muta la dimensione temporale, l'autore ci proietta in un mondo rurale e per certi aspetti arcaico, della Palese di inizio '900. Palese era un piccolo agglomerato di case modeste di torri-masserie e di masserie fortificate,è il luogo dell'anima, custodisce misteri e segreti. I protagonisti Vincenzo e Michele Maiorano, rispettivamente padre e figlio, sono componenti di una famiglia patriarcale anzi matriarcale, in cui figura centrale è la donna in questo racconto nonna Angelina, custode e angelo del focolare domestico. I temi del racconto sono il faticoso lavoro dei lavoratori delle cave di tufo e il duro lavoro minorile.
Nel terzo racconto Perdi il tuo tempo trova conferma il viaggio metaforico alla ricerca del tempo, non quello proustiano, ancestrale e psicologico, ma del tempo umano della fantasia e della ragione. E infatti, Francesco Saverio, personaggio chiave del racconto offre lo spunto per il recupero della memoria di un incontro, un incontro con la saggezza antica e con la fragranza e i profumi della nostra esistenza. Egli se ne sta immobile su uno scoglio in un rapporto simbiotico con il mare, che è l'unico ad ascoltarlo, più che l'uomo, distratto dai ritmi frenetici e poco attento a decifrare i segnali che svela il mare.
Il filo rosso che conferisce unità ai racconti e ne fa un romanzo è la religio dei valori.
I personaggi hanno la spontaneità e l'immediatezza che si evince nel sapore delle cose semplici e nella dolcezza dei valori di un mondo antico dove ogni asprezza ed ogni dolore erano leniti dalla rassicurante consapevolezza di non essere mai soli.
Questi umili, di manzoniana memoria, sono sorretti da una grande fede religiosa, di matrice evangelica, testimoniata nella quotidianità del vivere dalla serenità e dalla ricchezza di un mos contrapposte alla alienazione ed alla solitudine a cui condanna la società odierna.
Non siamo in presenza di una umanità problematica, ansiogena, vi è sempre una serena accettazione della propria condizione esistenziale, pure se dura e faticosa.
L'autore indica nella religione dei valori e delle virtù la sfida estrema alla negatività del mondo, nel pudore, nella dignità del lavoro, pure se umile, e nelle virtù umane e religiose la via per riscoprire il proprio io e per dare ordine e significato al proprio mondo interiore».
Nel corso della serata alcuni brani del libro di De Matteo sono stati letti da Mariapia Autorino e Antonella Perrone.
All’incontro introdotto dal presidente della Fondazione Valente Pietro Centrone e dal presidente del Rotary Molfetta Domenico Aiello, sono intervenuti il presidente della Provincia di Bari Francesco Schittulli e il sindaco di Molfetta Antonio Azzollini.
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