INCHIESTA Molfetta vecchia terra di nessuno. I cittadini ignorano il loro antico borgo
Parcheggi selvaggi, commercianti abbandonati a se stessi, nessuna vigilanza e vandalismo a go go e la gente snobba le proprie origini
Autovetture parcheggiate abusivamente nel centro di una via, ragazzini che gironzolano divertiti da qualche scherzo carnevalesco, pochi passanti dall'aria un po' sperduta ed al contempo incuriosita, questo ciò che è possibile incontrare tra le vie del centro storico di Molfetta in una semplice domenica di fine gennaio. Passeggiando lungo Via Piazza, ovvero la strada principale della città vecchia, non si può non notare la presenza di quelle attività artigianali che ormai da qualche anno sono parte integrante di questa realtà, cercando a loro modo di abbellire e migliorare un luogo che dovrebbe rappresentare per noi cittadini una sorta di identità storica del nostro paese, ma che sembra purtroppo assomigliare di più ad una periferia ignorata o comunque poco considerata. Facile allora è chiedersi in che modo e con quale spirito possano vivere i bottegai e i commercianti presenti, che ogni giorno si scontrano con una realtà non proprio rosea. Quindici ha cercato di capire il loro punto di vista, prendendo atto dei disagi e chiedendo anche quali fossero state le conseguenti reazioni e i possibili provvedimenti, volti a cercare almeno in parte di migliorare la situazione. Sin dalle prime risposte è emerso un comune senso di disagio causato da molteplici fattori interni ed esterni al centro storico. La titolare di una delle attività commerciali presenti, Giulia Nappi, ha infatti confermato la mancanza di un afflusso copioso di gente, anche durante i giorni del fine settimana. Alla base sembrerebbe esserci un diffuso e radicato pregiudizio sul luogo, considerato come un “ghetto” poco sicuro e affatto piacevole per una passeggiata. Il problema, a suo dire, è la mancata consapevolezza dei miglioramenti raggiunti nel corso di questi anni, e l'incuranza, da parte di molti, di ciò che avviene nella propria città. A gravare anche l'insufficiente dialogo con il Comune e con l'assessore al Centro Storico e all'Arredo Urbano, Pierangelo Iurilli, non sempre capaci di far conciliare le iniziative di valorizzazione del centro con le esigenze dei commercianti, limitando così l'interesse della popolazione verso questo posto, solo in determinati giorni di festa. A confermare gli stessi disagi il titolare della libreria “Corto Maltese”, Giuseppe Dangelico, che ci riferisce come l'estate scorsa durante un concerto tenutosi nella Chiesa di Sant'Andrea, a mancare fossero addirittura le sedie per tutti, e ci riporta ancora l'esempio della rassegna di spettacoli “Pietra Viva 2007”, che, per quanto importante ai fini di valorizzazione, aveva visto esclusi dall'organizzazione degli eventi proprio i commercianti. Un altro grave problema, emerso dalle parole dei titolari delle diverse attività, sarebbe la mancanza di un'assidua vigilanza tra le antiche vie, causa dell'aumento dei parcheggi “selvaggi” nel bel mezzo delle strade (già strette). La signora Nappi ha ricordato a proposito di ciò, che proprio pochi giorni dopo l'inaugurazione del suo negozio è “magicamente” sparita la fioriera posta accanto alla vetrina, che rappresentava un ostacolo per la sosta delle autovetture. Ad accanirsi contro i suoi fiori, poi, non solo le questioni di spazio, ma anche qualche “simpatico” personaggio. La soluzione, ci dice con un amaro sorriso, è stata quella di mettere in secondo piano il lato estetico dell'unica fioriera sopravvissuta, per sostituire con piante pruriginose e meno attraenti quelli che inizialmente sarebbero dovuti essere gradevoli fiori colorati. A giudicare dai fatti, a non mancare sono purtroppo più o meno piccoli atti di vandalismo, ma a dire di Dangelico, escludendo qualche gratuito “spruzzo” di coca-cola qua e là sulle vetrine e qualche rifiuto di troppo sulle soglie d'ingresso, le basi per una convivenza tollerabile e pacifica tra i negozianti e gli abitanti del luogo sussisterebbero. Il vero problema è palesemente rappresentato da chi nella città vecchia non ci vive, non preoccupandosi assolutamente di scoprire le novità e i piaceri che questo luogo ha da offrire. Ma come fare per emergere? Quali soluzioni ricercare? Non vengono purtroppo fuori particolari idee. C'è chi propone una diversificazione delle attività al fine di attirare di più, c'è chi preferisce affidarsi al passaparola sperando che il nome del proprio negozio riecheggi tra i cittadini più curiosi. Sicuramente tutti fanno ciò che possono, come ci conferma il titolare del pub presente nella città vecchia, conciliando naturalmente i propri orari di lavoro con quelle che sembrano essere per la maggior parte, e come si può ben immaginare, seconde attività. Noi intanto continuiamo la nostra passeggiata, esplorando qualche via ancora deserta sovrastata da una “ragnatela” di travi poco rassicuranti, e nel cercare di godere comunque dell'innegabile fascino di questo luogo, non possiamo far altro che chiederci se la situazione migliorerà ancora, semmai e quando verranno aperti alcuni dei locali a pian terreno che troviamo chiusi sebbene ristrutturati, sperando che un giorno anche noi molfettesi potremo vantarci di ciò che fortunatamente abbiamo, ma che purtroppo continuiamo a non vedere.
Autore: Alessandra Lucivero