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Inaugurata a Molfetta la mostra fotografica dedicata a Berlinguer. Vendola: innovatore indimenticabile, la sua politica sempre per il popolo
05 settembre 2014

MOLFETTA - Sessantadue anni di impegno, lotta e militanza, raccontati a colpi di istantanee che riportano ad altri uomini, ad altre passioni,  ad un'altra politica. E' la mostra fotografica  “Enrico Berlinguer. La vita, la politica, l’etica” realizzata dall’Associazione culturale “Dagli Appennini alle Onde” di Pescara in occasione del 30° anno della sua scomparsa e presentata a Molfetta dall'Associazione Culturale Articolo Diciotto.  A inaugurarla nella Sala dei Templari, è arrivato il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola, che nel Pci di Berlinguer mosse i suoi primi passi da militante prima e dirigente emergente poi e Piero Di Siena, più volte senatore Ds, oggi Presidente dell'Associazione per il rinnovamento della Sinistra.

A fare gli onori di casa il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e Onofrio Pappagallo di Articolo Diciotto, nonché  consigliere comunale di “Signora Molfetta” (nella foto: Pappagallo, Centrone, Natalicchio, Vendola, Di Siena).

Dall'infanzia in Sardegna ai comitati centrali del Partito, dai vertici in Urss dove Berlinguer scuote e poi demolisce i rigidi legami che univano il comunismo italiano a quello sovietico,  agli incontri coi vertici dei partiti comunisti di Francia e Spagna, passando per l'incontro per la pace organizzato dalla FGCI nel 1983, durante il quale Roberto Benigni lo prende in braccio, fino alla morte improvvisa nel giugno del 1984 e all'abbraccio collettivo tributatogli da una folla oceanica raccoltasi a Roma per dirgli addio. Una biografia politica e umana profonda e emozionante che rivive grazie alle immagini di anni complessi, travagliati, spesso drammatici ma probabilmente indimenticabili.

All'inaugurazione della mostra è seguito presso l'aula consigliare del Comune (affollatissima, altro segnale sulla popolarità del personaggio),  un momento di analisi e ricordo della figura del leader comunista. La presidente di Articolo Diciotto Luisa Centrone ha evidenziato quanto sia importante oggi “ricordare un uomo che è diventato un simbolo per la sua capacità di interpretare la realtà, per la sua capacità straordinaria di dare voce a chi non ce l'aveva. Qualità che lo hanno reso un uomo straordinario, ancora oggi un esempio per le giovani generazioni sempre più disorientate”.

Piero di Siena ha ricordato  invece che: “L'interesse mediatico e direi anche la nostalgia che questo anniversario ha suscitato sono essenzialmente dovuti al modo nel quale Berlinguer si pose verso la questione morale. A partire dall'intervista a Scalfari dimostrò di avere una sensibilità precoce, capace di prevedere gli andamenti in corso prima del loro divenire. In realtà i suoi meriti sono molto più ampi: aveva compreso che un intero sistema politico si stava rinsecchendo e che ormai in tutto il mondo si stavano affermando i neo conservatori come Reagan e la Thatcher. Aveva capito tra i primi, che si stava per realizzare una fase di mutamento epocale alla quale la sinistra doveva immediatamente formulare una risposta efficace se voleva essere ancora rilevante”.

L'ex senatore  si è poi soffermato sul modello di partito per il quale Berlinguer ha sempre lottato: “un Pci che doveva farsi interprete di una diversità che portasse alla costruzione di una società altra, alternativa a quella capitalistica. E' questo grazie al peso che quel partito aveva in termini di voti, non veniva percepito solo come il Sol dell'Avvenire, ma come un problema storico politico straordinario. Oggi forse, sarebbe più giusto ridare cittadinanza alle domande che si è posto Berlinguer, più che alle sue risposte. Perché il suicidio della Sinistra degli ultimi anni è stata proprio la mancanza di quelle domande. Come cogliere la diversità? Quale progetto di Sinistra alternativa? Berlinguer ci ha insegnato che una Sinistra senza un progetto di lunga fase, senza il sogno di una società nuova, non può esistere”.

Appassionato anche l'intervento di Nichi Vendola: “questo anniversario ha segnato la rinascita di un interesse collettivo e giovanile che ruota attorno a una delle personalità più interessanti del secondo dopoguerra. Ma forse durante le celebrazioni abbiamo assistito anche a una sterilizzazione e decontestualizzazione del politico Berlinguer, che ricordiamolo è legato indissolubilmente a un partito, a una classe dirigente, a una certa storia. Ha avuto il coraggio e la lucidità, di portare il più grande partito comunista dell' Occidente in aperto conflitto con il mondo del socialismo reale e a fare i conti quindi con la prospettiva della sconfitta epocale dello stalinismo. Ha lavorato incessantemente per la cultura di liberazione e del cambiamento”.

Un originalità che non andrebbe dimenticata: “la celebrazioni troppo spesso portano a una santificazione che toglie i contenuti profondi. In questo trentennale non c'è il Berlinguer che va ai cancelli della Fiat e solleva la questione del lavoro, che battaglia sulla scala mobile, che lotta contro l'installazione dei missili di Comiso. E' un Berlinguer edulcorato che vede anche la critica all'austerity e al consumismo ridotti all'insignificanza. Invece, il suo impegno è stato innovativo su tutti i campi. Un’innovazione che voleva mantenere ben saldo il radicamento sulla strada della sinistra, ma sganciandosi dall'orrore sovietico. Oggi invece si cerca solo l'intermediazione di interessi pulviscolari, il solo interesse immediato. Tutti noi abbiamo nostalgia di Berlinguer perché mancano luoghi collettivi dove politica è crescita, coscienza di un popolo, senza manipolare interessi e bisogni”.

Emozionato il sindaco Paola Natalicchio che ha ricordato l'importanza di un esempio così grande per una giovane amministratrice: “è una figura di riferimento fondamentale per una politica che ha divorziato dalla carne e dalle ossa della comunità. Non è facile per chi si affaccia oggi in  questo mondo ricollegare la politica alla gente. Non abbiamo bisogno tanto di un leader, quanto di passione civile, di orgoglio, di entusiasmo. Forse uno degli insegnamenti più importanti di Berlinguer, è stato quello dell'importanza di una militanza instancabile e feconda”.

Sarà possibile visitare la mostra sino al 14 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 22.

© Riproduzione riservata

Autore: Onofrio Bellifemine
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