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In quindicimila a saltellare con Caparezza Il concerto, organizzato da Arci e Comune, del rap molfettese è stato travolgente
15 ottobre 2004

Uno spettacolo senza precedenti. Si può facilmente definire così il concerto di Caparezza che si è svolto a Molfetta il 25 settembre nell'area della Madonna dei Martiri a cura dell'Arci e dell'amministrazione comunale. Un concerto chiesto spesso a gran voce dai fan molfettesi del rapper che, con la sua musica coinvolgente e i suoi testi graffianti, sta spopolando in tutta Italia. Quindicimila le persone che hanno assistito alla kermesse conclusiva del tour 2004 di Caparezza, nonostante il vento e la piaggia che spesso hanno fatto la loro comparsa. Sin dalle 19 incominciano ad arrivare i primi gruppetti di ragazzi e in poco più di mezz'ora più di duemila persone hanno già circondato il grande palco montato in fondo all'area del concerto. Intorno alle 20 iniziano a suonare i gruppi di introduzione: si parte con “La scimmia albina” cui seguono gli ADD e i PNG 56, ma purtroppo alcuni problemi tecnici dovuti al mal tempo hanno spinto gli organizzatori ad interrompere l'esibizione e ad anticipare il concerto di Caparezza di circa venti minuti. Nel backstage l'atmosfera è elettrica e la tensione di tutti i membri della band è fortemente percepibile, per loro è un concerto speciale. L'apertura del concerto è a dir poco spettacolare: tutta la band sale sul palco con candele e vestiti da monaco, mentre Caparezza, vestito da “untore” apre lo spettacolo proprio con la canzone “Dagli all'untore”, ispirata al personaggio che terrorizzava le città appestate del seicento. Incomincia così quella che è stata più volte definita dagli organizzatori come “la grande festa di Caparezza in onore di Molfetta”. Le canzoni di Caparezza si susseguono in maniera frenetica: dal tormentone “Fuori dal tunnel” alla “Fitta sassaiola dell'ingiuria”, dall'esilarante “Età dei figuranti” a “Follie preferenziali”. Anche a Molfetta Caparezza ha messo in scena uno spettacolo entusiasmante e coinvolgente dove musica, satira ed impegno sociale si sono mescolate in un mix che è tipico del “nostro” Michele Salvemini (il vero nome di Caparezza). Nella conferenza stampa di presentazione del concerto, Caparezza aveva promesso che sarebbe stato uno spettacolo “con messaggi forti, che non risparmieranno nessuno”. La promessa è stata ampiamente mantenuta: dalle frecciate agli SMS del governo in occasione delle ultime elezioni alla disastrosa guerra in Iraq, dagli sberleffi al “presidente operaio” al razzismo, dall'importanza della memoria storica in Italia alla censura. Ogni tematica veniva proposta sul palco in maniera scherzosa e quasi sempre per introdurre una canzone. Un particolare riferimento è stato fatto, dallo stesso Caparezza, al tema degli spazi della nostra città, argomento che si fa sempre più insistente nel dibattito sociale e politico. Nel momento in cui la band comincia ad intonare “Fuori dal tunnel” Molfetta esplode, e quasi tutte le quindicimila persone presenti cominciano a saltare cantando il ritornello che ha reso famoso il “nostro” artista in tutta Italia. Sul palco Caparezza si è esibito anche con i “Sunny Cola Connection”, gruppo che canta solo in vernacolo, portando il delirio fra i giovani molfettesi che conoscevano molto bene le canzoni del gruppo non ufficiale di Caparezza. Grande soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori dell'evento ed in particolar modo dall'ARCI di Molfetta. “Siamo naturalmente molto soddisfatti – ci ha spiegato il presidente dell'ARCI Saverio De Robertis – è stato un concerto meraviglioso e speriamo che lasci un segno importante nella città, anche e soprattutto per quel che riguarda il problema degli spazi a Molfetta”. A concerto concluso siamo riusciti a rivolgere alcune domande ad un Caparezza sfinito in esclusiva per “Quindici”. Caparezza hai chiuso il tour nella tua Molfetta, è stato un concerto speciale per te? “Certo, dal punto di vista emotivo e non solo. E' bello dimostrare che con i concerti è possibile creare socialità, creare luoghi di incontro per la gente. Spesso questo viene dimenticato tanto che per anni eventi come questo non vengono fatti. Si riduce tutto ciò che si può fare per una città a poche iniziative piatte senza mai investire nella cultura o nella musica”. Oggi dal palco hai lanciato messaggi molto forti come spesso accade anche nelle tue canzoni, quanto è importante per te questo aspetto? “E' molto importante, perché quando sei sul palco hai la possibilità di amplificare certe tematiche e certi messaggi che magari passano inascoltati attraverso le discussioni o i dibattiti. Penso che l'impegno nella musica non sia da disdegnare o da nascondere, ma da portare avanti sempre soprattutto in momenti come questo”. Sinceramente, ti aspettavi tanta gente a questa grande “festa”? “Ci speravo, anche se il tempo ci ha messo lo zampino. Comunque fa sempre piacere vedere tante persone, di tutte le età, cantare le tue canzoni e “interagire” con te, è un modo per annullare la distanza tra chi suona e che viene ad ascoltare. Ho sempre cercato di mantenere questo aspetto “multimediale” in ogni concerto”. Da domani ci si riposa? “Sì, il dovuto riposo. Comunque ci si incontra in giro per la città”. Vito Piccininni
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