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Immigrazione, oggi un vertice a Bari: a confronto Paesi balcanici e mediterranei
23 ottobre 2003

BARI – 13.10.2003 Dopo Ancona, prima tappa di un lungo viaggio all'insegna dell'integrazione europea regionale, tocca a Bari, Perugina e Palermo. Una strada verso il compimento e perfezionamento dei programmi regionali europei destinati ai Paesi membri dell'Unione, e ai Paesi mediterranei, in vista di una strategia di Europa allargata. Rappresentanti di sette Paesi dell'area balcanica e dieci del Mediterraneo si riuniscono oggi e domani a Bari per partecipare alla conferenza sul partenariato interregionale e politiche migratorie, organizzata dalla regione Puglia nell'ambito delle iniziative promosse per il semestre di presidenza europea. Ancora una volta l'immigrazione, questo scottante e delicato tema dell'Europa di sempre, torna sul tavolo dei vertici informali. Questa volta i contenuti saranno più ricchi e carichi non solo di esempi di sciagure quotidiane, ma anche di nuove iniziative di governo che, molto probabilmente, vanno ancor più ad intasare la strada verso la soluzione del problema Ma l'ultima proposta fortemente politica del vicepremier Gianfranco fini, sul voto amministrativo agli immigrati residenti in Italia, resta per ora in secondo piano, perché non prioritaria nell'agenda di governo, né in sintonia con gli episodi che hanno ripreso a verificarsi negli ultimi giorni. Un esempio ci riporta a quanto avvenuto lo scorso 17 ottobre, in cui un gruppo di 12 clandestini, nascosto in un traghetto giunto nel porto di Bari, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza. Quello che maggiormente occorre in una regione di frontiera come la nostra, è “una massima attenzione e sensibilità sul tema dell'immigrazione”, come affermato dal governatore della Puglia, Raffaele Fitto. In occasione della prossima conferenza barese, il tema verrà quindi riproposto dal punto di vista della sicurezza, dell'accoglienza e dell'integrazione. Le testimonianze istituzionali lasciate dal Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, dal Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu e dai Presidenti della Regione Puglia, Raffaele Fitto e Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro. I lavori si articoleranno in due sessioni plenarie e in tre commissioni che tratteranno l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati nelle regioni dell'Unione Europea, i flussi migratori e le politiche di sviluppo integrato nei Balcani, e infine i flussi migratori e le politiche di sviluppo integrato nel Mediterraneo. Non si tratta di un evento marginale, ma di un percorso che dovrà arrivare, ricco di idee e congiunture, alla conferenza conclusiva di Palermo, prevista il 27 e 28 novembre, in cui si redigerà un documento finale sul contributo delle regioni italiane da presentare successivamente alla conferenza di Napoli sulla politica euromediterranea (2-3 dicembre). Vertici e controvertici, proposte e riforme, ma il problema continua persistere. La realtà di tutti i giorni non si rifà ad un tavolo di trattative informali, né ad un dibattito politico sul voto agli immigrati. Ricorda piuttosto qualcosa di molto doloroso che porta il segno di Lampedusa, nel canale di Sicilia, dove, nonostante le trattative, si continua a registrare la più recente testimonianza di un dramma italiano ed euromediterraneo. Lucrezia Pagano
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