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Il vino nell'universo giovanile pugliese
22 febbraio 2003

BARI – 21.2.2003 “Il vino nell'universo giovanile pugliese…per Bacco, ragazzi!”, è questo il titolo del convegno con il quale l'Enoteca Italiana, in collaborazione con il Ministero per le Politiche Agricole, la Regione Puglia e l'Università di Bari, ha avviato la seconda e conclusiva giornata del progetto nazionale “Vino e Giovani”, partito ieri proprio da Bari. I lavori di oggi si sono aperti con l'intervento di saluto del prof. Giovanni Girone, Magnifico Rettore dell'Ateneo Barese, il quale, dopo aver ringraziato gli organizzatori per la scelta di Bari, ha illustrato come molte delle iniziative dell'Università si sposino alla perfezione con il progetto “Vino e Giovani”, come ad esempio il master curato dal prof. Mauro Di Giandomenico “in beni culturali eno-gastronomici”. Flavio Tattarini, presidente dell'Enoteca Italiana, nel ricambiare i ringraziamenti per l'ospitalità, nel suo intervento ha riassunto le linee guida e i punti cardine del progetto. “L'idea nasce da lontano – ha dichiarato – prima di tutto dalla necessità di comprendere il mercato del vino in Italia. Lo abbiamo fatto promuovendo una ricerca, partita nel '96, attraverso la quale abbiamo scoperto alcuni dati interessanti, come ad esempio che i giovani fino a 25 anni considerano il vino una cosa da grandi; quelli dai 25 in su, invece, cominciano a rimpossessarsi del rapporto con il vino, ma sempre di più con il vino di qualità. Ecco perché è nato questo progetto, per riavvicinare i giovani al vino, e soprattutto per insegnare loro che la cosa più importante è bere poco ma bere bene”. La sezione riservata ai saluti si è conclusa con l'intervento della coordinatrice del programma interregionale “Comunicazione ed Educazione Alimentare”, Rosa Bianco Finocchiaro. “Il progetto, che si pone nel programma Cultura che nutre – ha detto Finocchiaro – si ripropone di far scoprire ai giovani l'origine, le vocazioni, le realtà e le tradizioni legate alla vigna e ai vini, perché solo così si può promuovere uno stile di vita sano, informare correttamente sull'uso del vino in quantità moderata nell'alimentazione, far conoscere la qualità dei nostri vini legati al territorio, promuovere abbinamenti corretti legati alle pietanze, rispettosi delle cucine regionali e dei piatti tipici”. Dopo la conclusione di Rosa Bianco Finocchiaro, l'intervento del prof. Mauro di Giandomenico, che ha avviato la sezione delle relazioni vere e proprie, attraverso un approccio molto originale rispetto alla tematica in oggetto. “Di solito quando si parla di vino – ha detto Di Giandomenico – siamo pronti a ricordarne la presenza in tutti o quasi gli eventi storici, culturali, filosofici, religiosi che da millenni si susseguono. Quasi mai il vino viene ricordato sotto l'aspetto scientifico. Ma già gli antichi greci, con Aristotele, si ponevano la fatidica domanda: come nasce il vino? Aristotele sostenne la teoria secondo cui il mosto è una forma di fermentazione putrefattiva. E questa teoria è rimasta indiscussa fino a Galileo Galilei, e cioè, finchè non è nata la scienza moderna. Commentando una frase di Galileo, secondo il quale il vino è un composto di umore e luce, il suo seguace Magalotti ha scritto: gli acini d'uva sono composti di materia, e quindi di atomi. Quando la luce batte su un acino d'uva penetra tra gli spazi dei suoi atomi, che nell'uva sono forniti di tante facce a specchio che sono in grado di intrappolare il raggio di luce. Ogni raggio di luce che colpisce l'acino comprime e intrappola sempre di più il precedente. L'acino vive questa condizione fino a quando, con la vendemmia, non viene rotto, la luce viene liberata ed ecco che si crea il mosto, e quindi il vino”. Il Presidente dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani di Puglia, Basilicata e Calabria, Pasquale Carparelli, ha ricondotto il dibattito nella prospettiva dei produttori, citando numeri e cifre che se da un lato sono incoraggianti rispetto all'aumento della qualità dei vini pugliesi, dall'altro ha lanciato l'allarme sulla diminuizione del consumo procapite del vino. “Solo per citare alcuni dati – ha detto Carparelli – voglio ricordare che fino all'ultimo decennio del secolo scorso, il consumo procapite in Italia era di 112 litri. Attualmente tale dato si è notevolmente abbassato a 56 litri procapite. D'altro canto, però, il Sud e la Puglia in particolare ha puntato molto sulla qualità, vincendo una prima importante sfida. Ad oggi la Puglia, ad esempio, può contare su 25 Doc”. Una domanda ricorrente, quando si parla di vino è se faccia davvero buon sangue. La risposta è venuta dal prof. Emilio Tafaro, dietologo, docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia. “Il vino – ha detto Tafaro – fa davvero buon sangue. E spiego subito perché. Il vino contiene circa 230 sostanze, tra le quali ce ne sono alcune in particolare, i Polifenoli, che sono degli antiossidanti. La peculiarità dei Polifenoli è quella di combattere i radicali liberi, e cioè i responsabili dell'invecchiamento delle cellule, e di svolgere una accertata attività anti-tumorale”. L'ultimo intervento è toccato a Pasquale Di Lena, Segretario Generale dell'Enoteca Italiana, il quale ha sottolineato la necessità per il Sud d'Italia e per la Puglia di continuare sulla strada della qualità. “Oggi che chi consuma vino lo fa per piacere – ha dichiarato – è indispensabile da parte nostra, di tutti quanti noi che operiamo nel settore, credere nella qualità del nostro prodotto e fare di tutto per conservarla e migliorarla sempre di più. Ed è inoltre necessario conservare il rapporto qualità – prezzo che tante soddisfazioni sta portando ai nostri prodotti”. Sulla tematica dell'alcolismo legato al vino, che periodicamente è oggetto di campagne da parte soprattutto di alcuni mezzi di informazione, lo stesso Di Lena si pone e pone in generale una domanda inquietante: “Perché, se è vero come è vero che il consumo di vino, purtroppo, si è quasi dimezzato, e invece gli alcolisti si moltiplicano, questa grave malattia viene associata al vino e non, ad esempio, alla birra o ai superalcolici che invece crescono”? Le conclusioni sono state affidate all'Assessore regionale all'Agricoltura, Nicola Marmo, il quale dopo aver applaudito per la riuscita dell'evento e ringraziato l'organizzazione per aver scelto Bari e la Puglia per questa prima tappa del progetto, ha concluso con uno slogan che potrà accompagnare Vino e Giovani anche in futuro: “Il vino? Poco ma buono”. La seconda e conclusiva giornata di Vino e Giovani in Puglia, si è conclusa con una degustazione libera di vini Doc pugliesi e, in serata, con il concerto di Edoardo Bennato, testimonial dell'evento.
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